martedì 17 giugno 2014
​​Lanciato da Milano il Forum nazionale. Anche d'estate aule, palestre e coritli possono ospitare le iniziative delle associaizoni locali, aprendosi al territorio.
COMMENTA E CONDIVIDI
​Le lezioni sono finite ma la scuola non chiude per ferie. Anzi, mette aule, palestre e cortili a disposizione della comunità per iniziative di recupero scolastico, ma anche sportive e culturali, con il coinvolgimento attivo di studenti, insegnanti e famiglie, ma anche di gruppi e associazioni locali. Come proposto da Avvenire nelle scorse settimane, la scuola, nei tre mesi senza lezioni, diventa un luogo aperto alle iniziative del territorio.«Vogliamo cambiare il modo di vivere la scuola», ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Roberto Reggi, intervenuto ieri a Milano alla presentazione del Forum nazionale Scuole aperte, che in autunno a Firenze lancerà il «prototipo di riferimento» per estendere il modello sull’intero territorio nazionale. In questi mesi di preparazione, il Miur raccoglierà le migliori esperienze proposte nei territori nel sito www.forumscuoleaperte.it. Per invitare i dirigenti a collaborare, inviando iniziative e progetti entro il 30 settembre, ha mandato una lettera firmata anche dall’associazione dei Comuni Anci. Da un primo censimento dell’esistente, effettuato dal mensile del non profit Vita, che ha promosso il Manifesto delle scuole aperte, in Italia sono almeno un migliaio (su 43mila), le istituzioni scolastiche che hanno deciso di aprirsi alle esigenze del territorio oltre l’orario delle lezioni. «Con questa iniziativa – ha ricordato il direttore Riccardo Bonacina – vogliamo fare sistema della vivacità della scuola italiana che nessuno racconta». Un mondo di cui spesso si sottolinea ciò che non funziona e che invece, ha ricordato l’ex-assessore comunale di Milano, Stefano Boeri, rappresenta «una straordinaria infrastruttura sociale, un grande bene comune a disposizione della comunità». Milano è la prima città d’Italia a dotarsi di un Ufficio scuole aperte e, su questo progetto, ha già investito più di 3 milioni di euro. Perché tutto non può essere lasciato alla buona volontà di docenti e dirigenti e al volontariato dei genitori. È necessario, invece, fare chiarezza sulle risorse sia economiche che umane e professionali a disposizione. Per questa ragione, dal convegno è partito un forte appello al Ministero affinché chiarisca «chi gestisce il personale» e metta in agenda il tema della «professionalità dei docenti» e del loro contratto. Perché, è stato detto con chiarezza, «non esistono insegnanti per tutte le stagioni».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: