
Ansa
Ai blocchi di partenza le iscrizioni alle prime classi dell'anno scolastico 2025-2026. Dalle 8 di martedì 21 gennaio alle 20 del 10 febbraio le famiglie dovranno collegarsi alla piattaforma ministeriale Unica con l'identità digitale dei genitori per iscrivere i propri figli alle prime classi di ogni ordine e grado. Le iscrizioni online sono, infatti, obbligatorie per le classi prime delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado statali e facoltative per le scuole paritarie. Riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di Formazione Professionale regionali di Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Sono disponibili anche i percorsi di studio della filiera tecnologico-professionale 4+2 e il nuovo indirizzo del liceo del made in Italy.
Particolarmente delicata è la scelta della scuola superiore, che richiede il coinvolgimento di tutta la famiglia. «Questo è un processo decisionale che, mi auguro, sia partito nelle famiglie da almeno qualche mese, per esempio con la partecipazione agli open day - spiega la professoressa Emanuela Confalonieri, direttrice del Centro di ricerca per l'orientamento scolastico e professionale dell'Università Cattolica -. Gli ingredienti sono tanti e, dunque, serve un tempo dilatato. In questa fase il ruolo dei genitori è molto importante e consiste nel dare sufficiente ascolto alle passioni, inclinazioni e interessi dei ragazzi». Che non vanno necessariamente «tradotte in materie scolastiche», sottolinea la docente, ma che devono «aprire orizzonti di pensiero». «Soprattutto - aggiunge Confalonieri - i ragazzi devono capire che questa è una scelta bella, un percorso alla scoperta di sé e non deve essere accompagnato da ansia e paura». Anche nel caso, sempre possibile, che si sbagliasse scelta. Anche questo «è un momento di crescita e serve, almeno, a chiarirsi le idee - precisa la professoressa Confalonieri -. Quindi, non è stato inutile e non è del tutto negativo. Anzi, può diventare l’occasione per un riorientamento, sia per il ragazzo che per la sua famiglia. Anche in questo caso, la scuola deve aiutare a capire dove si è sbagliato e in che direzione va corretto il tiro».
Dal lato delle famiglie, questo dovrà essere un periodo di grande ascolto dei figli da parte dei genitori. Ne è convinto il presidente dell'Associazione genitori scuole cattoliche, Umberto Palaia. «Educare significa aiutare un figlio ad arrivare dove vuole lui non dove vogliamo portarlo noi - ricorda -. Non dobbiamo anteporre la nostra visione a quella di nostro figlio. Di più. Imporre la propria scelta è assolutamente compromettente per la crescita della personalità del ragazzo. La cosa migliore che un genitore può fare è mettersi in ascolto dei propri figli, in una fase così delicata della loro vita - aggiunge il presidente dell'Agesc -. Se in seguito scopriranno di aver sbagliato resterà comunque l’esperienza di aver scelto. E sarà stata un’esperienza di maturazione. Naturalmente parlo da padre, non sono un pedagogista. Ma oggi vedo tanti ragazzi in difficoltà per la paura di scegliere e sbagliare. Ma esistono scelte sbagliate o poi la vita ci conduce sempre lì dove dovevamo essere?».
All'avvio delle iscrizioni, gli studenti che l'anno prossimo andranno alle superiori dimostrano già di avere le idee chiare. Sei ragazzi di terza media su dieci, secondo un'indagine online di Skuola.net, hanno deciso che cosa faranno “da grandi”. Tra le professioni più votate ci sono alcuni grandi classici, come il medico e l'ingegnere, ma anche lo psicologo e il giornalista. Tutti mestieri “antichi”, quasi che le nuove generazioni non pensino alle professioni del futuro. «Solo un piccolo spazio viene riservato a informatici, meccanici, tecnici vari. Giusto un primo passo verso il cambiamento, nulla di più», si legge in una nota di Skuola.net.
Tra i nuovi indirizzi di studio proposti, particolare interesse sta riscuotendo la riforma “4+2” degli istituti tecnico-professionali, che prevede 4 anni di scuola superiore e 2 anni di Its, gli Istituti tecnici superiori. Rispetto all'anno scorso le scuole autorizzate passano da 180 dello scorso anno a 396; i percorsi salgono da 225 a 628. «Un successo al di là di ogni previsione - dichiara il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara - con un aumento dei percorsi del 210% rispetto allo scorso anno. Le scuole autorizzate passano da 180 a 396, +120%: circa un quarto degli istituti tecnico-professionali insomma ha finora aderito alla riforma.
La commissione è stata fra l'altro costretta a non accogliere alcune decine di richieste per difetti di forma. Particolarmente positivo è l'interesse mostrato dal Mezzogiorno, sintomo di una forte volontà di modernizzazione e di sviluppo, in linea con gli ultimi dati su diminuzione della dispersione, diminuzione del divario Nord/Sud, crescita economica. In realtà è tutta la scuola italiana che sta cambiando in profondità, a partire proprio dalla scuola tecnico-professionale, che grazie alle innovazioni del 4+2 potrà offrire più opportunità formative ai nostri giovani, diventando volano di crescita per le nostre imprese».