mercoledì 12 luglio 2023
Presentati i risultati delle rilevazioni nazionali 2023. Drammatico calo degli apprendimenti alla primaria, dove cominciano a consolidarsi i divari territoriali
Scuola, crolla la diga delle elementari: in ribasso gli apprendimenti
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Era il fiore all'occhiello della scuola italiana, ma sta cominciando a manifestare preoccupanti segnali di debolezza. Per il secondo anno consecutivo, i risultati delle prove Invalsi, presentati questa mattina alla Camera, rilanciano l'allarme circa il livello degli apprendimenti degli scolari della primaria. Sia in Italiano che in Matematica gli esiti delle prove 2023 sono in peggioramento rispetto all'anno scorso e in drammatico calo sul 2019, cioè sul periodo pre pandemia. L'onda lunga delle restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria, dunque, si fa ancora sentire.

Crollo di dieci punti alla primaria

Rispetto a quattro anni fa, in seconda elementare sono osservati risultati «decisamente più bassi», osserva l'Invalsi. Più precisamente, in Matematica si è passati dai 200 punti del 2019 agli attuali 190,1, in calo anche rispetto ai 191,8 punti del 2022 e ai 197,5 del 2021. Lo stesso vale per Italiano: dal picco di 204,8 punti del 2021, al crollo del 2023: 194,1 punti. Inoltre, si legge nel Rapporto, «già dalla seconda primaria cominciano ad evidenziarsi leggeri divari territoriali», che pregiudicano il percorso scolastico di migliaia di bambini. Lo stesso risultato si registra in quinta elementare, dove si osserva una contrazione degli apprendimenti anche in inglese: da 205,8 punti del 2022 a 201,8 (lettura) e da 206,4 a 202,1 punti (ascolto). La differenza tra i risultati, aggiunge l'Invalsi, «è più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e prova di ascolto di Inglese. Ciò significa - prosegue il Rapporto - che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi».

L'inversione di tendenza che non c'è

Anche alla scuola media si osserva un leggero calo delle competenze, rispetto all'anno scorso, «ma purtroppo non si riscontra ancora un'inversione di tendenza», ribadisce l'Invalsi. Così, in terza media, il 62% degli studenti raggiunge il risultato atteso in Italiano. in lieve aumento rispetto al 61% del 2022, ma in calo di 4 punti rispetto al 66% del 2018. Unica, piccola, consolazione, il «leggero ma costante miglioramento» della macroarea Sud registrata dopo la pandemia: dal 55% del 2021 si passa al 57% di quest'anno. Risultati simili si osservano in Matematica: dal 61% del 2018 al 56% di quest'anno, con il Mezzogiorno in leggera controtendenza, passato dal 44% al 47%. Più marcato il miglioramento delle scuole del Sud in Inglese: dal 64% di studenti che avevano raggiunto il traguardo nel 2018, si passa al 75% di quest'anno, con un balzo di 11 punti percentuali.

Maturi ma non troppo

Continua, poi, l'andamento a singhiozzo dei risultati degli studenti dell'ultimo anno delle Superiori, che stanno affrontando la Maturità. Sia in Italiano che in Matematica, appena il 50% (uno su due) raggiunge il traguardo atteso, peggiorando significativamente rispetto al 2019, ultimo anno pre pandemia. Quando il 64% degli studenti raggiungeva il traguardo in Italiano e il 61% in Matematica. Sostanzialmente in linea con gli anni scorsi i risultati in Inglese: il 54% raggiunge il livello B2 in lettura (55% nel 2019), mentre appena il 41% taglia il traguardo in ascolto (comunque in miglioramento rispetto al 35% di quattro anni fa).

Dispersione (quasi) sotto controllo

Buone notizie arrivano, invece, dal fronte della dispersione implicita, che misura la quota di studenti che terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali. Calcolata sugli allievi dell'ultimo anno delle superiori, la dispersione implicita si attesta all'8,7% rispetto al 9,7% del 2022 e al 9,8% del 2021, pur confermandosi in aumento rispetto al 7,5% del 2019.

Per quanto riguarda la dispersione scolastica vera e propria, l'Invalsi l'ha quantifcata nel 10,4%, risultato molto vicino al 10,2% previsto entro il 2025 dal Pnrr. C'è ancora da lavorare, ma almeno in questo campo, il traguardo sembra vicino.

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