lunedì 23 giugno 2014
Bocciata da Forza Italia e M5S, dopo che il ddl del governo l'aveva abrogata, la relatrice Finocchiaro aveva proposto parità tra i due rami del Parlamento.
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Forza Italia frena sul nuovo Senato, ma per il Pd l'accordo reggerà. Intanto M5S attacca sull'immunità: "Voteranno una nuova vergogna".  "Se attribuisci a una Camera delle funzioni sulle politiche pubbliche, così com'è nella riforma emendata, non ci può essere disparità con l'altro ramo del Parlamento. E non lo dico io, lo dicono tutti i costituzionalisti. Stamattina in televisione per esempio l'ho sentito affermare con precisione dal professor Ainis. Ciò detto i relatori non scrivono gli emendamenti di testa loro. Raccolgono le indicazioni che emergono nel dibattito e hanno il dovere di valutarle quando scrivono le loro proposte. Ma se mi chiede come la penso io, allora le rispondo: la Finocchiaro pensa che l'immunità non va bene così neanche per ideputati". Così Anna Finocchiaro, presidente della commissioneAffari costituzionali del Senato, torna sul tema immunità dopo le polemiche di questi giorni. "Avevo proposto che a decidere sulle autorizzazioni all'arresto e alle intercettazioni dovesse essere una sezione della Corte costituzionale e non il Parlamento. Valeva sia peril Senato sia per la Camera. E l'ho scritto in un emendamento". Poi l'emendamento "è sparito dal testo perché il governo ritiene che non si debba appesantire il lavoro della Corte costituzionale". "Ora non  so che farà il governo . Ma so che l'esecutivo ha vistato due volte i nostri emendamenti, compreso quello sull'immunità. Conosceva il testo, sapeva tutto. ha fatto una scelta".

"Il rapporto con Forza Italia ha tenuto in questi mesi, ciò che è stato stabilito al Nazareno in termini di impianto è al centro poi di un confronto, ma l'Italicum ha retto al passaggio in aula e così sarà anche sulla riforma del Senato. I distinguo di queste ore sono su aspetti di dettaglio, l'impianto complessivo credo che terrà". Lo dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini in un'intervista sul sito del Gr1. "Bisogna essere molto responsabili e pazienti - prosegue Guerini - in questo passaggio, decisivo per la legislatura e per la possibilità di riformare il nostro Paese dopo anni di inconcludenza. C'è della tattica da parte delle altre forze politiche, ma credo che il testo verrà confermato con il passaggio in aula". Sulla minoranza Pd che non arretra dalle sue posizioni Guerini commenta: "La discussione deve essere consentita, ma ci sono anche delle decisioni assunte a larghissima maggioranza. Serve molta responsabilità, e credo che nessuno voglia intestarsi la colpa di far fallire le riforme". Quanto al ritorno dell'immunità, Guerini spiega: "è stata un'iniziativa dei relatori, è un tema che ha cittadinanza nel dibattito ma non quello su cui si basa e gira la riforma".

"Occorre "approfondire, anche alla luce del principio di ragionevolezza" l'abrogazione dell'immunità parlamentare per i senatori prevista dal ddl del governo sulle riforme. È quanto si legge sul Dossier sulle riforme redatto dall'ufficio studi del Senato e depositato in Commissione quando è iniziato il dibattito ad aprile.Il punto dell'immunità per i senatori ''si può discutere ma non è centrale''. Lo afferma Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, in un'intervista a Repubblica. Il governo ''aveva fatto la scelta opposta. In commissione, viste anche le maggiori competenze di Palazzo Madama, molti hanno chiesto di mantenere l'immunità. E alcuni costituzionalisti condividono. Mi dispiacerebbe comunque se questa sensibilità assolutamente legittima offuscasse la portata di questa riforma''. Quanto agli argomenti di Beppe Grillo e del suo movimento, Boschi sottolinea: ''è giusto ascoltare tutti e lo faremo. Ma chi arriva adesso, dopo mesi di ostruzionismo e di attacchi, non dice 'o noi o Berlusconi', non cambia le carte in tavola. Se è questa la premessa viene il sospetto che sia solo un giochino per rinviare tutto''. ''Sono sempre molto prudente - aggiunge -, ma in Forza Italia c'è la volontà di tenere fede all'accordo del Nazareno''. La posizione di Brunetta ''penso sia minoritaria in quel partito. È stato fatto, in queste settimane, un lavoro molto approfondito tenendo conto del dibattito in commissione Affari costituzionali. Un lavoro non solo con Fi. Anche con la Lega e con Ncd, Scelta civica, gli autonomisti. Con tutti. Non a caso il testo è leggermente diverso da quello approvato dal governo''. ''Abbiamo fatto di tutto per creare le condizioni di un Pd unito e compatto'': il ministro spera ''che tutto il gruppo voti allo stesso modo'', tuttavia, avverte, ''non ci fermeremo di fronte a qualche dissenso, che sia di 14 o di 10 senatori. Non possiamo arenarci adesso''."È una questione che non ci riguarda; il ripristino dell'immunità non l'avevamo chiesta noi, non ne sapevano nulla, e l'abbiamo letta solo guardando gli emendamenti dei relatori". Lo ha detto Paolo Romani, capogruppo di Fi in Senato. "Non entro in una polemica inutile e di bassissimo livello scatenata da M5s - ha aggiunto Romani - e oltretutto l'immunità mi sembra anche impropria, visto che parliamo di Consiglieri regionali e Sindaci".

 "Il presidente Romani ha espresso perplessità sugli emendamenti dei relatori, Berlusconi non fa altro che confermare le perplessità e il nulla di fatto, ancora, per quanto riguarda Forza Italia". Lo afferma il presidente dei deputati Fi Renato Brunetta, in un'intervista sul sito del Gr1. "Di fronte a una riforma costituzionale - prosegue - la cautela è fondamentale. Si lavora da mesi e penso si lavorerà ancora un anno, un anno e mezzo. Ci sono ancora molti problemi da risolvere, - sottolinea - soprattutto in casa del Partito Democratico. Io - conclude - proporrei molta cautela, badiamo ai contenuti e facciamo sì che siano buoni. Non si modifica la Costituzione a colpi di maggioranza". Quanto alla legge elettorale, "è ferma al Senato dal 16 marzo, più i tempi si allungano - afferma Brunetta - più le cose si complicano per l'Italicum. Un bel pasticcio". E per i prossimi mesi, ribadisce: "c'è un anno e mezzo di lavoro del Parlamento all'orizzonte sulla riforma, devo dire che sono molto preoccupato".

 "Sembra incredibile ma a distanza di dieci anni il padre del porcellum Calderoli, colui che ideò la Legge elettorale più incostituzionale della nostra storia, mette a segno un altro colpo da brividi: l'immunità parlamentare per Sindaci e Consiglieri Regionali che siederanno in Senato. Nel Movimento 5 Stelle i nostri parlamentari hanno finora sempre rinunciato a qualsiasi immunità. Vogliamo essere cittadini comuni, senza godere di alcun privilegio, eccetto quello di essere portavoce di milioni di italiani. Il Pd voterà l'ennesimo vergognoso privilegio alla politica pur di tenere in piedi l'accordo (ancora in alto mare) con Berlusconi e Lega?". È quanto scrive Luigi Di Maio di M5S. "Sappiate che il vostro alibi preferito 'non ci sono alternative' ormai non funziona più. Avete avuto la nostra disponibilità a discutere di riforme. Date una risposta agli italiani", conclude Di Maio.

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