venerdì 22 gennaio 2021
A Palermo ha perso i sensi in Tribunale Vincenza Gagliardotto, che non si nutre da 16 giorni insieme a Sabrina Argiolas. Movimento 6 luglio: governo inerte, subito norme per riconoscerci i diritti
Il giudice svenuto stamattina durante una udienza a Palermo

Il giudice svenuto stamattina durante una udienza a Palermo - Movimento 6 luglio

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Si sentono traditi dalle istituzioni e da quel sistema che ogni giorno continuano a servire. Per questo i giudici onorari italiani hanno proclamato quattro giorni di protesta e, in alcuni casi, alcuni giudici hanno attuato una forma di “ribellione” più estrema iniziando lo sciopero della fame. Così è successo a Palermo dove però stamattina una giudice, in sciopero della fame da due settimane insieme ad una collega, è svenuta durante un’udienza. Per questo il Movimento Sei Luglio «chiede a tutti i rappresentanti parlamentari di rimediare all’inerzia del governo per risolvere subito la vertenza dei giudici onorari, approvando in commissione Giustizia al Senato in tempi strettissimi le necessarie misure normative, dandone garanzia direttamente alle due magistrate in sciopero della fame, perché interrompano la protesta».

Vincenza Gagliardotto, in sciopero della fame ininterrotto da 16 giorni, stamane infatti ha perso i sensi in aula e dopo lo svenimento all’interno del Tribunale di Palermo è stata soccorsa da personale medico del Pronto Soccorso. Ricoverata per gli accertamenti del caso in ospedale, è stata dimessa dopo alcune ore. Insieme alla collega Sabrina Argiolas, in servizio presso lo stesso Tribunale, ha adottato l’estrema forma di protesta «contro l’inerzia del governo, che non riconosce la natura lavorativa dei magistrati onorari, rendendosi inadempiente ai moniti della Commissione europea, ai principi affermati di recente dalla Corte di Giustizia e dalla Corte costituzionale», spiegano dal Movimento 6 luglio. I due giudici onorari, prosegue il Movimento per la riforma della magistratura onoraria, «stanno compiendo il sacrifico estremo di rinunciare al lògos, su cui sono basati il loro lavoro e la loro formazione. La sconfitta della ragione è da addebitarsi a questo governo e a tutti quelli che lo hanno preceduto».

La protesta

Da molti mesi ormai i 5mila giudici onorari italiani stanno organizzando manifestazioni, flash mob, scioperi della fame per denunciare la situazione in cui vivono da anni, in sostanza un lavoro precario senza le necessarie tutele (come la malattia) riconosciute agli altri lavoratori del sistema giudiziario del nostro Paese. In sostanza questi giudici, che ottengono un rimborso per il loro lavoro (per ogni verdetto circa 75 euro netti), non hanno altri diritti.

Dal 19 gennaio e fino ad oggi i giudici onorari, che con il loro lavoro tengono in piedi il 60% della giustizia italiana, hanno organizzato una protesta nazionale per lamentarsi del fatto che neppure nell’ultimo decreto Ristori siano state inserite (come promesso dal governo) tutele nei loro confronti. In alcune parti d’Italia alcuni giudici onorari hanno iniziato da due settimane lo sciopero della fame ad oltranza e c’è preoccupazione per la loro situazione di salute.

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