mercoledì 31 agosto 2011
Si trova nell'ambasciata italiana a Stoccolma Giovanni Colasante, consigliere comunale di Canosa di Puglia, arrestato il 23 agosto per avere, secondo l'accusa, picchiato in strada il figlio di 12 anni. Colasante, attualmente sottoposto alla misura dell'obbligo di firma, attende il giorno del processo, il 6 settembre prossimo. Il legale: solo un rimprovero.
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Si trova nell'ambasciata italiana a Stoccolma Giovanni Colasante, consigliere comunale di Canosa di Puglia, nel nord barese, arrestato il 23 agosto scorso per avere, secondo l'accusa, picchiato in strada il figlio di 12 anni. Colasante, che ha trascorso anche due notti e tre giorni in carcere ed è attualmente sottoposto alla misura dell'obbligo di firma, attende con la moglie il giorno del processo e della sentenza, fissato al 6 settembre prossimo. "Sono sereni e Colasante è assistito da un mio collega svedese che l'ambasciata gli ha messo a disposizione" ha riferito l'avvocato del consigliere comunale, Giovanni Patruno. "In Svezia vige un sistema diverso dal nostro - ha aggiunto - per questo è preferibile che sia seguito da un professionista del posto con il quale mi sono consultato e resto in costante contatto". Patruno, legale e amico, nonchè collega a Palazzo di città di Colasante, spiega anche quanto accaduto il 23 agosto in Svezia, poco prima che Colasante con i figli, il 12enne e uno più piccolo, la moglie e due cognati con famiglie a seguito si imbarcassero, cosa non più accaduta, per una crociera tra i fiordi norvegesi. "Dovevano andare al ristorante ma il ragazzino era ostinato e si rifiutava di entrare - ha riferito Patruno - così suo padre lo ha rimproverato, certo con veemenza, magari gesticolando, come siamo soliti fare, a voce alta, ma Colasante non ha picchiato o preso a schiaffi il bambino". Patruno chiarisce anche come del presunto schiaffo abbiano saputo i poliziotti. "C'erano lì vicino due persone di nazionalità libica, hanno chiamato la polizia che erano nella zona e certo la mancanza reciproca di conoscenza della lingua ha fatto il resto, ma tutto questo, avendo anche sentito i testimoni italiani dell'accaduto, sembra davvero assurdo, esagerato". Il resto della comitiva, bambini compresi, è tornata oggi a Canosa di Puglia, ancora incredula. "Siamo fiduciosi che tutto andrà per il meglio - ha concluso Patruno - e certi che sarà così perchè non c'è stato alcun maltrattamento, ma solo un forte rimprovero di un padre a un figlio".
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