martedì 6 agosto 2013
Nuovo intervento dopo quello di domenica notte. Il vescovo di Mazara: «Ha vinto la solidarietà del mare». Malta si è rifiutata di accogliere 102 extracomunitari. Tre somale morte durante la traversata. Nel Centro quasi il triplo di persone (840) rispetto alla capienza (300).
La morte silenziata di Claudio Monici
COMMENTA E CONDIVIDI

Settantasette migranti sono stati soccorsi stamani da un peschereccio - l'Aliseo, di Mazara del Vallo - 40 miglia a sud di Lampedusa. L'intervento segue quelli della notte tra domenica e lunedì. I migranti, tra cui sei donne e un bambino, si trovavano sudi un gommone in difficoltà e sono stati trasbordati sul motopesca. A 12 miglia dall'isola sono stati quindi trasferiti su una motovedetta della Guardia costiera, che è giunta a Lampedusa intorno alle 11.30. Il vescovo di Mazara, monsignor Domenico Mogavero, elogia «Il gesto compiuto dall’equipaggio del peschereccio mazarese “Aliseo”», che «evidenzia l’importanza del valore assoluto della vita umana. Anche per questi pescatori della nostra città è valsa la regola non scritta della marineria: ha vinto la legge del mare che privilegia del la solidarietà incondizionata e l’aiuto verso l’uomo in difficoltà». Altri 400 migranti, Lampedusa scoppiaÈ ancora emergenza al centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove i migranti (400 sbarcati soltanto ieri) hanno raccontato l’ennesima tragedia della disperazione: durante la traversata del canale di Sicilia, tre donne sono morte di stenti e i loro corpi gettati in mare. La versione, inizialmente riferita da una sola immigrata superstite, è stata successivamente confermata dagli altri compagni di viaggio.Anche ieri è stata una giornata di duro lavoro nella struttura di contrada Imbriacola, dove sono ospitati 840 immigrati nord-africani, rispetto a una capienza massima di circa trecento persone. Gli sbarchi verificatisi nella notte tra domenica e ieri, hanno messo nuovamente sotto pressione gli operatori del Centro, diventato «invivibile», come ha detto ieri il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. La situazione si è fatta ancora più pesante in serata, quando sull’isola sono arrivati altri duecento migranti, tutti di origine sub-saharaiana - tra cui 37 donne, 5 bambini (due neonati) - intercettati su due diverse imbarcazioni.

«I trasferimenti di migranti ci sono tutti i giorni – ha sottolineato il primo cittadino – così come ci sono altri arrivi, ma non riusciamo a far sì che si svuoti il centro d’accoglienza. La presenza media giornaliera è di circa 800 persone, cifra che rende il centro invivibile».

Il sindaco, che a settembre incontrerà il presidente della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani, Luigi Manconi, ha poi sottolineato la necessità di «farla finita con la politica dell’emergenza», mettendo in campo «una vera politica dell’accoglienza e dell’integrazione». «Questi migranti sono profughi – ha ricordato il sindaco –. Sono persone che scappano dalle guerre, non possono essere rimpatriati e dunque devono essere accolti. Bisogna rivedere l’intera normativa sull’immigrazione».

L’ultima emergenza sull’isola è scattata poco dopo la mezzanotte di ieri. Tre diverse imbarcazioni in difficoltà in acque libiche sono state segnalate alla centrale operativa della Guardia costiera, che ha subito provveduto ad inviare i soccorsi in zona. Il primo barcone, con a bordo 102 migranti, è stato intercettato da un mercantile battente bandiera liberiana che, dopo averli soccorsi, ha fatto rotta verso Malta. Un altro barcone che imbarcava acqua, con a bordo 205 migranti, è stato soccorso da un pattugliatore della Guardia costiera e nella zona è stata indirizzata anche una motovedetta partita da Lampedusa mentre un’altra imbarcazione di soccorso ha raggiunto un terzo barcone, anch’esso in difficoltà. Nella zona la centrale operativa delle Capitanerie di porto ha inviato anche quattro mercantili per collaborare alle operazioni di salvataggio dei migranti partiti dalle coste libiche.

Tutti i circa quattrocento extracomunitari sono stati così tratti in salvo; 215 sono stati trasportati nel centro di accoglienza di Lampedusa e 96 sono invece stati riportati in Libia. Altri 102 sono attesi sull’isola nelle prossime ore. Inizialmente sarebbero dovuti andare a Malta, che ha però rifiutato di accogliere in porto il mercantile battente bandiera liberiana che li ha presi a bordo. Anche questa mancanza di solidarietà finirà così per aggravare la situazione a Lampedusa.

Sull’isola la giornata più drammatica è stata domenica. A bordo di tre barconi alla deriva in mezzo al mare, sono stati intercettati e tratti in salvo dalla Guardia costiera 250 immigrati di origine somala. Proprio su una di queste imbarcazioni si è consumata la nuova tragedia riferita dai superstiti. Terribile il loro racconto. La piccola imbarcazione era partita dalla Libia quattro giorni prima dell’avvistamento e a bordo ben presto sono finite le scorte d’acqua. Dopo poche ore di navigazione anche il motore ha ceduto lasciando i migranti in completa balia delle onde. Alcuni di loro hanno riportato gravi ustioni dopo che il serbatoio del gasolio si è improvvisamente rovesciato all’interno dell’imbarcazione.

E proprio durante la penosa traversata, come detto, tre donne sono morte di fame e di sete e i loro corpi sono stati abbandonati in mare dai compagni anch’essi allo stremo delle forze. Altre vite umane inghiottite dal mare attraverso cui cercavano la salvezza. (Paolo Ferrario)

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: