martedì 24 giugno 2014
Dalla Chiesa oltre tre milioni di euro per l’emergenza alluvione
I veri eroi di Olbia Paolo Viana
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La cifra è importante - tre milioni di euro - ma ancor più importante è l’origine del denaro. «I veri eroi sono coloro che hanno avuto fiducia nella Chiesa che hanno donato una piccola offerta da mettere a disposizione di chi ha subito danni: il poco che la gente aveva lo ha messo a disposizione per gli altri, e ha reso possibile il nostro lavoro, ma non possiamo sostituirci allo Stato. Aspettiamo ancora l’intervento delle istituzioni, Stato e Regione, affinché diano quello che hanno promesso, secondo le necessità ». Monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio-Ampurias, ha illustrato così la funzione di regia svolta dalla Chiesa sarda e dalla Caritas nell’ambito dell’emergenza Sardegna, nell’inverno scorso. Migliaia di famiglie colpite dall’alluvione del 18 novembre, 16 vittime e danni in tutta l’isola ma soprattutto nelle diocesi di Tempio-Ampurias, Nuoro, Ales-Terralba e Oristano: ieri mattina a Olbia Caritas Sardegna e Caritas Italiana hanno fatto il punto dei bisogni e delle risposte attivate a favore delle popolazioni alluvionate. «Come Chiesa sarda - ha sottolineato Don Marco Lai, delegato regionale Caritas Sardegna - vogliamo far sapere alle famiglie colpite che si sta continuando a fare tutto il possibile, come segno di prossimità, vicinanza, per promuovere percorsi di risalita nel tempo, secondo lo stile Caritas». Monsignor Sanguinetti ha ricordato la grande solidarietà tra le diocesi colpite e la funzione della Chiesa come mediatrice: «Sappiamo - ha detto - che in queste situazioni il lavoro vero è quello successivo, della ricostruzione, accompagnare le comunità, imprese e famiglie al ritorno a una vita normale». Per questo, «i fondi raccolti sono stati completamente messi a disposizione per gli alluvionati» anche se, ha ammesso il presule, «le cifre messe in campo sono irrisorie rispetto alle necessità reali»: solo ad Olbia ci sono 1.500 case colpite, danni alle abitazioni tra i 50-70 mila euro, senza parlare delle imprese artigiane, negozi, infrastrutture. «Secondo lo stile Caritas - ha detto ieri - , ci siamo rivolti alle famiglie più bisognose, assicurando un valore aggiunto, costituito dalla prossimità, una rete di vicinanza che consente alla gente di non sentirsi sola». Il vescovo sardo ha sottolineato che la sfida della Chiesa è «far emergere l’enorme solidarietà e generosità che spesso costituiscono un 'mondo sommerso'», per elevare la qualità della vita di tutti. E ha ricordato l’azione svolta dai parroci, che «hanno aperto le Chiese, sono entrati nelle abitazioni, hanno incontrato le famiglie, svolgendo un’opera straordinaria». Per Caritas Italiana ieri era presente don Andrea La Regina, responsabile ufficio macro-progetti di Caritas Italiana: è stato lui a rivelare che la colletta complessiva della Chiesa è stata di 1.900.000 euro (a cui ammontano le offerte giunte dalle diocesi a Caritas Italiana e Caritas Sardegna) ed arriva a 2.900.000 con il milione stanziato subito dalla Cei (attraverso fondi 8 per mille). Per quanto riguarda le uscite, 155.000 euro sono stati destinati a interventi di emergenza e primo aiuto (attraverso la Caritas Sardegna), 2.100.000 al sostegno di famiglie e piccole imprese, di cui 1.300.000 già approvati e finanziati per le diocesi di Tempio-Ampurias, Nuoro e Ales-Terralba; altri 500.000 sono già finalizzati al microcredito, 25mila per attrezzature varie, e le risorse rimanenti (100mila euro) saranno utilizzate per progettualità sociali (fasce deboli) o per incrementare il fondo per il microcredito. «L’organismo pastorale della Caritas - ha spiegato don La Regina - si muove secondo il criterio di ispirazione evangelica. La solidarietà degli italiani è quella di chi vuole essere prossimo, vicino, in un criterio di dono; questo incontro nasce come volontà di restituzione a tutti i cittadini che hanno dato la loro offerta». Anche lui ha sottolineato che «le istituzioni devono fare la loro parte, occorre riscoprirsi come comunità coese, capaci di farsi carico dei bisognosi». I direttori delle Caritas di Tempio-Ampurias, Nuoro, Ales-Terralba, hanno presentato i progetti realizzati nelle loro diocesi; che sono le più colpiute, oltre a Oristano. Suor Luigia Leoni, direttrice della Caritas di Tempio, ha testimoniato che «la gente ha ancora bisogno di supporto psicologico e presso le parrocchie continua l’opera di ascolto delle famiglie». Per far ripartire l’economia olbiese, gli acquisti dei viveri vengono fatti a Olbia, e le squadre degli operai sono composte da persone alluvionate. Don Angelo Pittau, direttore della Caritas di Ales-Terralba, ha ricordato il lavoro di rete svolto da centri parrocchiali e Comune, mentre don Francesco Mariani, direttore della Caritas di Nuoro, ricordando i danni alle infrastrutture e alle aziende agro-pastorali, ha spiegato che è stata avviata una collaborazione con la Coldiretti per seguire le aziende alluvionate e ha rivelato che gli enti locali dispongono di un milione di euro che tuttavia non può essere speso per via del patto di stabilità.
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