martedì 26 maggio 2009
Ieri l'incidente che è costato la vita a tre operai nello stabilimento di Sorroch, vicino a Cagliari. Stavano effettuando lavori di manutenzione in un impianto di desolforazione e sarebbero morti intossicati dalle esalazioni. Cgil, Cisl e Uil: «Il serbatoio non era stato bonificato».
  • IL COMMENTO: Al primo posto la tutela della vita, di Antonio Giorgi
  • I PRECEDENTI: Quando una semplice pulizia diventa letale
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    La "catena del tre" non ha funzionato ieri nello stabilimento Saras di Sarroch. Anzi si è rivelata un inesorabile strumento di morte che ha coinvolto gli operai addetti alla manutenzione dell’impianto di desolforazione. Il primo è caduto nel serbatoio, sembra intossicato dall’azoto, gli altri nel tentativo di salvare il compagno. Un quarto è stato intossicato, ma è sopravvissuto. La tragedia ha bussato ai cancelli del più grande complesso industriale sardo alle 13,50 e ha il nome della morte per asfissia. Nel volgere di pochi minuti. Il primo ad entrare - secondo una ricostruzione fornita dai colleghi di lavoro delle vittime, che a decine per ore hanno stazionato davanti ai cancelli della raffineria - sarebbe stato Pier Luigi Solinas (27 anni), per preparare il campo di lavoro. Ma si è sentito subito male, ha perso i sensi ed è cascato dentro la cisterna. Bruno Muntoni (52 anni, tre figli) subito è scattato in soccorso del collega, ma i vapori letali hanno ucciso anche lui. Daniele Melis (26 ), il più giovane della squadra, ha avuto la prontezza di indossare una maschera antigas prima di intervenire, ma la prudenza non gli è servito a niente, perché anch’egli è morto soffocato. Intossicato anche un quarto collega, Mario Salonis, che però si è salvato. Nella raffineria della famiglia Moratti è scattato l’allarme, i capisquadra hanno messo in sicurezza gli impianti.Le vittime risiedevano a Villa San Pietro, piccolo centro abitato, distante poco meno di 5 chilometri dallo stabilimento, e lavoravano alle dipendenze della  Comesa, una ditta con 170 dipendenti che da anni esegue lavori di manutenzione dentro la raffineria. «Il tragico evento - spiega una nota dell’azienda che poco dopo l’incidente ha ricevuto i segretari territoriali sindacali dei chimici - è avvenuto presso l’impianto Mhac1, fermo per manutenzione programmata». Lo sconcerto è grande tra i lavoratori, alcuni dei quali parlano di tragica fatalità che non si dovrebbe verificare proprio perché questi interventi di manutenzione non nascono all’improvviso, ma seguono procedure rigorose che comportano, prima dell’ok ad eseguire, diversi controlli e operazioni di bonifica dell’impianto con l’intervento di sostanze destinate allo "spiazzamento" - eliminazione - di eventuali gas nocivi.Grande eco e dolore ha suscitato la notizia del nuovo episodio di morte bianca. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha pregato il prefetto di Cagliari di esprimere ai familiari delle vittime  la sua vicinanza e il cordoglio a nome di tutto il paese. Il presidente della regione, Ugo Cappellacci, si è recato a Sarroch per portare la sua solidarietà. Il sindacato - che ha proclamato per oggi otto ore di sciopero di tutta la zona industriale - mette l’accento sui tempi e sui ritmi di lavoro. «Da tempo le confederazioni e i sindacati dell’industria rivendicano migliori condizioni di lavoro nell’area: troppi appalti al massimo ribasso, troppi straordinari, ritmi troppo elevati, tempi troppi ristretti nella consegna del lavoro rischiano di produrre - scrivono Cgil, Cisl e Uil territoriali - effetti devastanti sulla qualità del lavoro e della sicurezza».
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