
La ministra Santanchè al suo arrivo a Montecitorio per la discussione della mozione di sfiducia nei suoi confronti - ANSA
Il colpo d’occhio è quello malinconico del lunedì. Anzi, come ironizza il vicepresidente di turno, Fabio Rampelli (FdI), «rispetto ad altri lunedì c’è il pienone». Le presenze, però, sono tutte nella parte sinistra dell’emiciclo, dove le opposizioni sono pronte a compattarsi sulla mozione di sfiducia di M5s (sottoscritta anche da Pd e Avs) contro la titolare del Turismo Daniela Santanchè. Tra i banchi della maggioranza si contano una decina di deputati, tutti di Fratelli d’Italia. FI e Lega disertano in blocco. Anche se il leader del Carroccio Matteo Salvini ripete che la ministra non è tenuta a dimettersi per il rinvio a giudizio. Da FI anche il viceministro Paolo Sisto lascia all’interessata la decisione, confermando la linea garantista del partito del Cavaliere. Ma che ci sia un malessere appare evidente. Anche tra i banchi del governo il vuoto sembra un messaggio. I ministri Nello Musumeci e Luca Ciriani non bastano a cambiare la sensazione.
Santanchè, però, continua ad affrontare la giornata ostentando sicurezza. Piuttosto rinvia la replica in Aula, utilizzando l’opportunità offerta dal regolamento di intervenire alla seduta successiva, che non è ancora fissata in calendario. Una scelta che le minoranze non perdonano.
«Vergogna, vergogna», scandiscono dai banchi le opposizioni, che attendevano di sentire le ragioni da Santanchè. I leader del Pd Elly Schlein e di M5s Giuseppe Conte assistono a quello che si trasforma in breve in un rito non troppo lungo, in attesa del giorno del voto. Ma, spiega scettico Carlo Calenda, Azione voterà a favore, pur sapendo che la sfiducia «verrà respinta e il governo uscirà rafforzato dal voto del Parlamento, potendo respingere ogni richiesta di dimissione presente e futura».
Nel merito della questione, però, pentastellati, Pd, Avs e +Europa affondano le accuse, puntando sulla premier: «È ricattata?», è la domanda che risuona più volte. «In un Paese normale oggi non ci troveremmo in questa situazione e un minimo di buon senso avrebbe evitato l’ennesima mortificazione delle istituzioni», tuona il dem Toni Ricciardi.
E alla premier si rivolge anche Vittoria Baldino, dei 5s, incalzando la presidente del Consiglio che da tempo dice di «non essere ricattabile». Allora, chiede la parlamentare di M5s, «chi la ricatta? Forse qualche suo collega di maggioranza? È per questo che non riesce a chiedere e pretendere le dimissioni della sua ministra, che evidentemente la imbarazza, visto che non è qui e che ultimamente si è dileguata?».
Assenza che per il segretario di +Europa Riccardo Magi dimostra che di fatto «la ministra è già stata sfiduciata dalla sua maggioranza e scaricata politicamente da Giorgia Meloni e da tutto il governo».
Duro anche l’intervento di Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs in commissione Affari costituzionali: «La destra trasforma le questioni politiche fondamentali del Paese in una farsa, infanga la credibilità delle istituzioni, ma non può sempre fare la commedia dell'arte: all'opposizione fa i processi a tutto e tutti, e quando è in maggioranza chiude gli occhi. Anche gli elettori della destra chiedono le dimissioni di Daniela Santanchè», come dimostrano i sondaggi. «L'arroganza del potere, la stessa che ha portato la presidente del Consiglio a non presentarsi davanti al Parlamento per spiegare la fuga del torturatore Almasri, vi allontana ogni giorno di più dal Paese reale: le dimissioni di un ministro come Santanchè, accusata di truffa ai danni dello Stato, sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro».
E il sondaggio di Youtrend per SkyTg24 a cui fa riferimento lo sventola a fine seduta il presidente dei 5s Conte: «Vedete i banchi della maggioranza completamente vuoti, non si sono presentati, nessuno che è intervenuto a difendere la loro ministra. Anche loro si vergognano», dice. «Vi ricordate come Daniela Santanchè era tracotante e aggressiva nei confronti di un imprenditore che era in difficoltà economica? - chiede poi l’ex premier riproponendo un video della ministra del Turismo in un intervento in televisione contro un percettore di reddito di cittadinanza. Ecco, cara Santanché, noi insieme al 71% degli italiani riteniamo che tu sei un pessimo esempio per tutta l’Italia in questo momento, un grave disonore. Sei accusata di gravi reati e addirittura di una truffa sull’utilizzo dei fondi Covid, una truffa ai danni dello Stato». Non restano, dunque che «le dimissioni».