giovedì 22 settembre 2022
L'intesa prevede la cooperazione tra il personale medico dell'ospedale e i centri della Comunità, per raggiungere sul territorio coloro che non riescono ad accedere ai servizi sanitari
Sant'Egidio e San Camillo, uniti per assistere i fragili
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L’assistenza alle persone fragili e dimenticate è il fulcro del protocollo d’intesa tra l’Azienda ospedaliera San Camillo – Forlanini di Roma e la Comunità di Sant’Egidio, siglato giovedì 22 settembre nell’Aula magna dell’ospedale dal Direttore generale Narciso Mostarda, dal consigliere spirituale della Comunità, l'arcivescovo Vincenzo Paglia e dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. «Firmiamo questo accordo dopo una lunga storia di cooperazione, con programmi in Africa per la lotta contro l’Aids», ricorda il sacerdote durante la conferenza stampa «Anni di cure che hanno salvato migliaia di vite umane, esempio virtuoso di un’alleanza indispensabile tra istituzioni pubbliche e realtà della società civile che, sempre di più, rispondono ai bisogni più urgenti della gente». Come sottolineato da Narciso Mostarda, la complicata fase storica che stiamo vivendo «ha aumentato esponenzialmente il numero di persone con fragilità, che faticano a soddisfare i bisogni primari». Per questo, secondo il Direttore generale, «la sinergia con Sant’Egidio, già in corso in molti Paesi in via di sviluppo, deve necessariamente essere estesa alla realtà cittadina». In quest’ottica, il protocollo «consolida il San Camillo come riferimento per la sanità pubblica e l’accesso universale alle cure».

L’intesa prevede una serie di azioni comuni a Roma, quali campagne di screening, prevenzione e diagnosi di malattie croniche e oncologiche, attività di consulenza ambulatoriale, effettuata a titolo volontario dal personale medico dell’ospedale presso i centri della Comunità e interventi come le vaccinazioni, per prevenire la diffusione di malattie infettive. «È un modello di forte partenariato, perché al centro di questo impegno c’è tutta la popolazione fragile e povera. Si mette al suo servizio l’eccellenza delle strutture pubbliche e l’eccellenza della Comunità di Sant’Egidio», continua monsignor Paglia «Prendersi cura dell’altro è qualcosa che sgorga dall’umanesimo. Questo accordo vuole dare sevizi e opportunità alle persone più deboli, per far sì che loro ricevano cure e passione. Ci auspichiamo che da questa intesa nascano altre iniziative». Interviene anche Alessio D’Amato, che ricorda come il Covid, vero e proprio spartiacque, abbia fatto comprendere la necessità di cambiare i modelli di assistenza, per riuscire ad intercettare sul territorio le persone che, altrimenti, non riuscirebbero ad accedere ai servizi sanitari. «Nessuno si salva da solo», continua l’assessore «Dobbiamo continuamente migliorare il partenariato e la collaborazione, aprire le strutture all’esterno ma mantenendo sempre un occhio di riguardo alla fragilità».

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