lunedì 18 settembre 2023
Migranti, Autonomia, Premierato: le partite destinate a scuotere la coalizione. Salvini: governeremo 5 anni. Ma l'Europa li divide
Il doppio abbraccio. Salvini e Le Pen a Pontida e Meloni con Von der Leyen a Lampedusa

Il doppio abbraccio. Salvini e Le Pen a Pontida e Meloni con Von der Leyen a Lampedusa - .

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Sono due immagini a spiegare. Giorgia Meloni a Lampedusa con Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, per mandare un messaggio chiaro: la sfida dell'immigrazione si vince con l'Europa. Matteo Salvini a Pontida con Marine Le Pen che contro la visione della Commissione Ue non perde occasione per puntare i cannoni: «... Meno cibo, meno energia, meno industria e meno figli... Riduzione delle nostre libertà di andare, venire, esprimersi, produrre, avere successo». Due immagini che spiegano. Che mostrano due strategie. Due Progetti. Tutto con la testa puntata al prossimo voto europeo. Siamo già in campagna elettorale e non saranno mesi facili per il governo. Basta ascoltare le parole di Antonio Tajani vicepremier e leader di Forza Italia. «Marine Le Pen a Pontida? Il governo non c'entra assolutamente nulla, è stata invitata da un partito politico. La Lega è libera di fare ciò che vuole. La linea politica la dà il presidente del Consiglio, mentre la linea di politica estera la attua il ministro degli Esteri, che in questo caso è anche vicepremier». Poi se qualcuno non avesse capito ecco il secondo affondo: «Noi siamo europeisti convinti e anche federalisti... L'Europa è la stella polare della nostra politica estera».

Le immagini spiegano più delle parole. Salvini prova a negare distanze. Prova a raccontare un Grande Patto che lo lega a Meloni. Prova a negare che Pontida e Lampedusa sono due facce di un Progetto comune. «Io a Pontida e Giorgia a Lampedusa - dice chiamando la premier per nome - sono la sintesi di uno stesso obiettivo e un destino comune. Non riusciranno a dividerci. Staremo insieme cinque anni». La verità è che però oggi il Progetto della Lega e di Giorgia Meloni sono diversi. La Lega strizza l'occhio a Le Pen per cambiare l'Europa e prepara entro fine anno un vertice delle destre europee a Roma. La Lega reclama con sempre più forza una svolta sull'Autonomia. Lo chiedono i governatori Zaia e Fedriga. Lo chiede il popolo della Lega arrivato a Pontida. Meloni guarda le mosse di Salvini e guarda i sondaggi. Con qualche apprensione. E ora ragiona: dare via libera all'autonomia regionale senza spingere sulla riforma costituzionale dell'elezioni diretta del capo del governo sarebbe sbagliato. Non è un caso insomma se nelle prossime settimane - spiega la ministra delle Riforme Elisabetta Alberti Casellati - il governo varerà in consiglio dei ministri la riforma che introdurrà nel nostro sistema il premierato. Il testo è pronto. Casellati pensa a un confronto aperto con le opposizioni. Ma fa capire che la strada ormai imboccata e non ci saranno ripensamenti.

«Il grosso del lavoro è stato fatto e siamo ormai all'ultima curva prima di tagliare il traguardo. Nelle prossime settimane il disegno di legge approderà in Consiglio dei ministri», conferma Casellati in un'ultima intervista. E ancora: «Non possiamo più permetterci un sistema politico-istituzionale "zoppo" perché i continui cambi di governo rendono precaria ogni scelta. Ecco perché quella costituzionale è la "riforma delle riforme". Garantirà quella stabilità imprescindibile per realizzare tutte le riforme dal lavoro alla natalità, dalle infrastrutture al fisco. Due sono i pilastri essenziali della riforma: stabilità dell'esecutivo ed elezione diretta del premier da parte dei cittadini. Sarà un "modello italiano" perché adattato alla sensibilità e alle esigenze del nostro Paese in un sistema di pesi e contrappesi, che non svuoteranno le prerogative del Capo dello Stato come garante dell'unità nazionale. Il suo ruolo resterà cruciale e insostituibile». È una partita complessa. Autonomia. Migranti. Premierato. Con la testa al voto europeo dove Meloni sembra decisa a non perdere i contatti con l'Europa e a partecipare in maniera diretta all'elezione del capo del governo europeo. E forse quell'immagine di Lampedusa spiega molto anche su questo fronte.




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