mercoledì 29 dicembre 2021
Attraverso la storica rubrica di Avvenire, nata nel 1969, nel 2021 sono state aiutate 10 famiglie in gravi difficoltà
"La Voce di chi non ha voce": grazie ai lettori che hanno donato speranza

Ansa / Save The Children

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C’è la signora anziana che si presenta in piazza Carbonari, nella sede milanese di Avvenire, e lascia in portineria 10 euro avvolti in un foglio a quadretti con i margini rossi, come i quaderni di una volta. C’è il pensionato al minimo che spedisce la sua banconota in una busta chiusa e quasi si scusa di non poter donare di più. Ci sono i detenuti del carcere di Parma che fanno una colletta tra loro e recapitano un assegno di diverse decine di euro. E poi il generoso pensionato di Cuneo, che ricorda ogni caso presentato negli ultimi mesi e autorizza un bonifico a tre zeri.

I lettori della Voce di chi non ha voce, rubrica nata nel lontano 1969, primo anno di vita del quotidiano, sono molto generosi. Leggono le storie di famiglie in difficoltà, senza lavoro o senza una casa, malate o sole, e decidono di aiutarle. A volte sono pochi euro, a volte tanti, ma in fondo non ha importanza perché l’obiettivo è stare accanto, partecipare alla sofferenza, rendere meno amara una situazione di grave difficoltà.

Nel 2021 i casi raccontati da 'La Voce' sono stati 10, tutti segnalati da sacerdoti, operatori di Caritas o di centri d’ascolto parrocchiali o diocesani.

Dalla Sardegna abbiamo descritto la disperazione di Paola e Francesco, coppia di 60enni che avevano bisogno di una mano per rendere abitabile, per lo meno con l’acqua corrente e il tetto rattoppato, il rudere in cui alloggiano. Dalla Calabria abbiamo raccontato l’odissea del piccolo Lorenzo, che ha compiuto un anno ad agosto ed è gravemente disabile. Per curarlo i genitori sono andati a Roma e hanno lasciato il lavoro, ma i risparmi finiscono in fretta. Un’altra storia che ha suscitato la generosità dei lettori riguarda Salvatore, un 64enne del Sud Italia sofferente di Parkinson ricoverato in una piccola casa di cura gestita da una confraternita che però non ha le risorse per continuare ad assisterlo senza aiuti né contributi pubblici. Dal Nord Italia abbiamo raccolto l’appello di una Caritas diocesana per una famiglia con due figlie adolescenti, la più piccola delle quali, Marta, è gravemente malata e ha bisogno di assistenza 24 ore su 24 e di medicine non mutuabili. «Qualsiasi vostro intervento – scriveva l’operatrice della Caritas – sarebbe un dono della Provvidenza». E la Provvidenza è arrivata, sotto forma di decine di contributi dei lettori, che hanno consentito ad Avvenire di devolvere un bel gruzzolo a questa famiglia sfortunata. Grande generosità anche per aiutare Bianca e Federico, due giovani emigrati dal Sud Italia nella Capitale dove però la fortuna si fa attendere e il bambino che è nato proprio nei giorni di Natale non aveva nemmeno un tetto sulla testa. Con il contributo dei lettori, inoltre, la Caritas di Ales-Terralba ha acquistato un piccolo prefabbricato per una giovanissima coppia con una bambina di pochi giorni, che prima viveva in modo promiscuo presso parenti.

Le donazioni dei lettori sono stati particolarmente copiose nel mese di dicembre, segno che accanto allo shopping natalizio in molti, tra i lettori di Avvenire, hanno rivolto i loro pensieri (e un po’ di denaro... ) ai più fragili e meno fortunati.

Oltre a aiutare singoli casi segnalati da tutta Italia, 'La Voce di chi non ha voce' effettua donazioni anche per alcune associazioni, in particolare nel periodo natalizio. Nel 2021 i contributi sono stati destinati alla Fondazione Casa Papa Francesco, una comunità educativa nata in Toscana nel 2015, che accoglie bambini in situazione di disagio, alle Missionarie della Carità di Milano e di Cagliari. Per dare voce a chi non ce l’ha.

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