venerdì 3 giugno 2022
Salpata la nave Mare Jonio, pronta a partire la ResQ People. E Sea Watch 3 soccorre altri 150 profughi. Tra le onde da gennaio 600 morti. Motovedetta libica attacca una nostra imbarcazione
La fregata Grecale della Marina Militare, soccorre i due pescherecci italiani nelle acque libiche

La fregata Grecale della Marina Militare, soccorre i due pescherecci italiani nelle acque libiche - Ansa/Ministero della Difesa

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È partita un’altra grande operazione salvataggi di migranti in mare, per affrontare una nuova emergenza. Navi della flotta civile europea stanno facendo rotta verso il Mediterraneo centrale e le coste libiche per intercettare imbarcazioni in difficoltà. Dall’inizio dell’anno, secondo i dati nelle Nazioni Unite, oltre 600 profughi hanno perso la vita nel Mare Nostrum e più di 7mila (tra cui 288 minori) sono state intercettate dalla cosiddetta guardia costiera libica e riportate a terra, nei centri di detenzione (le cifre sono aggiornate fino al 28 maggio).

Dal porto di Mazara del Vallo (Trapani) è salpata la “Mare Jonio” della Ong Mediterranea Saving Humans, battente bandiera italiana e dovrebbe raggiungere in poche ore la zona Sar di fronte alle coste di Tripoli. Si tratta della sua missione numero 12, la terza del 2022. Nelle due precedenti (svoltesi a gennaio a aprile) la nave è riuscita a mettere in sicurezza 214 persone che si trovavano in pericolo. Nel frattempo, altri 150 profughi sono stati soccorsi dalla Ong tedesca Sea Watch in due distinti salvataggi: circa 100 di loro erano a bordo di un gommone in difficoltà a causa di condizioni atmosferiche avverse mentre altri 49 erano su una piccola imbarcazione di legno, anch’essa in balia delle onde. In un solo giorno la “Sea Watch 3” ha messo in atto quattro interventi portando a bordo complessivamente 223 migranti dei quali l’equipaggio si sta prendendo cura in attesa di un porto a cui approdare.
E partirà nelle prossime ore dallo scalo marittimo di Siracusa la “ResQ People” per la sua terza attività di ricerca e soccorso lungo la rotta del Mediterraneo centrale. A bordo un equipaggio di 20 persone appartenenti a sei nazioni europee. «Cominceremo appena possibile i nostri monitoraggi, pronti a intervenire alle prime avvisaglie di imbarcazioni che hanno bisogno di aiuto» annuncia la responsabile della comunicazione per la onlus italiana ResQ People Saving People. L’imbarcazione, che rappresenta l’associazione di cui Gherardo Colombo è presidente onorario, lunga 39 metri, è nata come laboratorio navigante di ricerca scientifica e ha già solcato il Mediterraneo per assistere i naufraghi con il nome di “Alan Kurdi” della tedesca Sea-Eye. Finora ha messo in salvo 225 persone. È stata varata grazie a finanziamenti privati raccolti con un crowdfunding.

E proprio nelle acque internazionali a nord di Bengasi, l’altra notte, una motovedetta libica ha sparato diversi colpi di mitragliatrice verso un peschereccio italiano mettendo in pericolo anche un altro motopesca di nostri connazionali che si muoveva nello stesso specchio di mare. In soccorso delle due barche è intervenuta la fregata Grecale della Marina Militare, impegnata in un’attività operativa. Per fortuna, non ci sono danni a persone o a cose. Le due imbarcazioni bersagliate, la “Luigi Primo” e la “Salvatore Mercurio”, appartengono alla flotta di Catania. Non è la prima volta che succede un fatto del genere e il presidente degli armatori siciliani Fabio Micalizzi ha preannunciato un esposto alla procura di Roma per chiedere di accertare l’accaduto, «visto che i pescherecci moderni sono dotati di un navigatore, il “blue box”, che consente di conoscere con esattezza la loro posizione».

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