martedì 21 aprile 2015
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See you. Arrivederci al 12 aprile 2016. Per chi ama il design la fine del Salone del mobile è un dispiacere che si stempera un po’ segnando sul calendario la data della prossima edizione. Ma soprattutto passando in rassegna la design week milanese appena vissuta: un’edizione piena, (310.840 visitatori hanno confermato il balzo in avanti del 2014), ambiziosa, forte anche dell’attenzione calamitata sulla città dell’Expo, e soprattutto capace di parlare – sia negli stand della Fiera, sia nelle vie del Fuorisalone - non solo ai design addicted ma a un pubblico trasversale. Come? Con idee e proposte sempre più vicine alla vita reale e ai bisogni di tutti i giorni. fotosalone600.jpgL'arrivo al Salone di Rho (Fotogramma) Ufficio: luogo in movimento. La Passeggiata di Michele De Lucchi, storico e visionario designer, è stata una delle attrazioni del Salone della Fiera di Rho. Un percorso, tra i padiglioni 22-24, dedicato a un nuovo modo di concepire l’ufficio. Alla base il concetto che nel luogo di lavoro è più importante muoversi che sostare, e che il paesaggio interno ed esterno coprono un ruolo fondamentale nella creazione dell’ufficio stesso e nella creazione degli stimoli intellettivi per chi lo occupa. Oggi assumono importanza nei luoghi di lavoro spazi come la cucina, gli angoli verdi, sale riunioni confortevoli e originali e perfino il percorso per arrivare alla propria postazione. La realizzazione di questa visione ha visto un allestimento suddiviso in quattro aree tematiche – "Club" (l'area della socialità), "Uomini liberi" (spazio indipendente che prevede la possibilità di scambiare competenze quando se ne sente la necessità), "Agorà" (dove presentare le proprie idee, conoscere i progetti degli altri, incontrare i colleghi), "Laboratorio" (il luogo della progettazione) – per riflettere le ipotesi del progettista. «Pensare all’ambiente di lavoro come a una palestra per allenare la mente significa farlo diventare uno spazio in cui le relazioni generino nuove idee e possibilità – sottolinea De Lucchi -. L'ufficio del futuro è un paesaggio mutevole, privo di convenzioni, sempre diverso e creatore continuo di novità».

La passeggiata di De Lucchi Marmo “vivo” al Fuorisalone. Vitruvius in Quarantine è l’installazione che l’architetto libanese Bernard Khoury ha proposto nel cortile d’onore dell’Università degli Studi, nell’ambito di Energy for creativity (energia per la creatività, proposta di Interni che parafrasa lo slogan di Expo, Energy for life, Energia per la vita). Alle estremità di un tunnel di marmo, composto da anelli circolari, si fronteggiavano la statua di un Uomo Vitruviano e un video con i momenti di vita quotidiana di un rifugiato siriano. Il visitatore entrando a metà del tunnel, costretto a una posizione china, si ritrovava ad essere quasi un elemento dell’installazione stessa in mezzo ai due opposti, tra la solidità e la perfezione classica della figura di marmo e la mutevolezza e l’imprevedibilità delle immagini contemporanee (il nome giocava tra quarantine, quarantena, e la città di Karantina a Beirut, dove lavora Khoury e dove sono state fatte le riprese).

Sezione di Vitruvius in Quarantine
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