sabato 1 luglio 2023
La ministra «non è convinta che si possa arrivare per legge, meglio investire sulla contrattazione collettiva di qualità». La segretaria del Pd ricorda i tre milioni di lavoratori poveri
La ministra del Lavoro Marina Calderone

La ministra del Lavoro Marina Calderone - Imagoeconomica

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Botta e risposta sul salario minimo tra la ministra del Lavoro Marina Calderone e la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. «Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge». Così la ministra, conversando coi cronisti a margine del Festival del Lavoro di Bologna. «Noi siamo attenti a tutte le dinamiche del mondo del lavoro e siamo convinti che si debba investire sulla contrattazione collettiva di qualità. Secondo Calderone, «in ambito comunitario la direttiva stessa dice che al salario minimo si possa arrivare attraverso diversi percorsi». «Si può sostenere la contrattazione di qualità anche con percorsi di rinnovo contrattuale attraverso detassazione» e con «agevolazioni fiscali e contributive. Voglio lavorare molto sulla contrattazione nazionale di secondo livello per cercare di dare un aiuto concreto al rinnovo dei contratti», conclude.

«La ministra del Lavoro dice che non serve una legge sul salario minimo. A lei e al governo vorrei ricordare che ci sono tre milioni di lavoratrici e lavoratori poveri in Italia e che questo governo non può non capire che sotto una certa soglia non si può parlare di lavoro, ma è sfruttamento. La proposta delle opposizioni rafforza la contrattazione collettiva perché fa valere per tutti i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto comparativamente più rappresentativo. E fissa anche una soglia di nove euro l'ora, sotto la quale non si può scendere nemmeno nella contrattazione. Questo per garantire una giusta retribuzione anche dove la contrattazione non c'è o dove è fatta da contratti pirata», afferma in una nota la segretaria del Pd.

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