giovedì 3 gennaio 2013
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​Definisce «parole offensive», quelle sui «temi etici usati come un’accetta contro i rivali». E sfida Mario Monti a uscire allo scoperto sulle questioni antropologiche fondamentali: «Non è facile dare dimensione pubblica a questi valori. Abbia il coraggio anche il presidente del Consiglio di farlo con un impegno personale e politico nella sua agenda», incalza l’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «È sbagliato e riduttivo rimetterli solo alla coscienza personale».Sacconi, come risponde a Monti che ha criticato l’utilizzo delle questioni etiche nel dibattito politico da parte del Pdl?Ho trovato le sue parole particolarmente sgradevoli e offensive. Perché ipotizzano che le persone che si sono occupate insistentemente di temi etici lo abbiano fatto per secondi fini di speculazione politica. Come se si trattasse di temi semplici, popolari. Tutt’altro. E infatti lo stesso Monti li evita accuratamente. Non assume impegni né personali né collettivi. Non solo perché sa che è faticoso portarli avanti, ma soprattutto perché ciò impedirebbe quell’alleanza con la sinistra che il premier ha già ipotizzato.Ma le parole di Monti non vanno lette, invece, più come un argine rispetto alle spinte della sinistra per l’affermazione di presunti diritti civili?No, ci vuole davvero molta buona volontà per considerarle in questo senso. Il punto fondamentale è che ai valori della nostra tradizione occorre riconoscere la dimensione pubblica non confinandoli nella coscienza individuale, privata. Questo abbiamo fatto noi del Pdl. E attenzione, perché la sinistra nelle Regioni e nei Comuni nei quali governa, ha avviato iniziative corrispondenti all’intero catalogo di negazione dei principi fondamentali sui quali è stata edificata questa nazione, preludio di più pericolose azioni nel Parlamento e nel Governo se il voto gliene darà modo.Che cosa affermate voi del Pdl che Monti non avrebbe il coraggio di dire?Noi siamo consapevoli che non è semplice difendere i valori fondamentali e ci esponiamo per essi. Si tratta di far capire che non si contesta la relazione affettiva tra persone omosessuali e la sua regolazione civilistica. Ma che la rilevanza pubblica (e le relative risorse) sono riservate alla sola famiglia naturale orientata alla procreazione. E che la tutela della vita nelle condizioni di massima fragilità è cosa ben diversa dall’accanimento terapeutico. Le tecniche della procreazione assistita devono aiutare e non sostituire una relazione affettiva. Deve essere vietato ogni commercio dell’umano. E così via.Eppure nel suo stesso partito ci sono state prese di distanza sui temi etici e attacchi personali.Non rispecchiavano le posizioni maggioritarie del gruppo dirigente, del Segretario e del Presidente, che invece hanno posto i temi etici come base identitaria del nostro movimento.Il Pdl rivendica di aver fatto da argine sui valori fondamentali della vita. Ma forse è mancato il ruolo propositivo...Abbiamo fatto da scudo attivo. Siamo riusciti a mettere insieme credenti e non credenti, portando a compimento la legge sulla procreazione assistita, lottando per la vita di Eluana Englaro, impegnandoci per la legge sul fine vita, assumendo vari provvedimenti amministrativi riferibili alla vita, alla famiglia, alla libertà educativa.Le famiglie, però, sono rimaste deluse dalle tante promesse di aiuto sul piano fiscale che non sono state onorate. Oggi prendete un nuovo impegno elettorale?Abbiamo garantito nella crisi ingenti risorse al sostegno del reddito delle famiglie come nel caso degli ammortizzatori sociali. E avevamo presentato una legge delega per la riforma del fisco che aveva al centro la famiglia. Il nostro programma resta quello di premiare, o con il quoziente o con deduzioni, la composizione del nucleo familiare. E invece nell’agenda Monti gli sconti fiscali sono ipotizzati prioritariamente per il lavoro e le imprese. E comunque, quando si parla della famiglia, manca l’aggettivo "naturale".
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