lunedì 24 febbraio 2014
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La premessa, spiega il senatore lettiano Francesco Russo, è che «sul piano politico ci sarà piena lealtà al governo Renzi». Quanto a quello che è accaduto ieri mattina a Palazzo Chigi, invece, nessuna retromarcia: «Mi stupisce che qualcuno si stupisca dell’atteggiamento di Enrico: ha finalmente rotto il velo di ipocrisia di queste giornate. La collega Di Giorgi (senatrice renziana molto critica verso l’ex premier, ndr) voleva un "sorrisino istituzionale"? Sarebbe stata una di quelle pantomime che disgustano i cittadini...».Poteva andare diversamente?Dato quello che è accaduto, no. Le cose sarebbero potute cambiare se Renzi avesse trovato le parole per scusarsi, per mostrare quel minimo di ravvedimento necessario in circostanze così vistose. Se avesse detto perché, in poche ore, siamo passati da #enricostaisereno alla sfiducia a Letta durante la direzione Pd, forse Enrico avrebbe agito diversamente. Per "cambiare verso", come dice Matteo, bisogna innanzitutto far corrispondere i fatti alle parole.A Letta passerà la delusione?Credo che lui abbia già metabolizzato tutto. Ma è rimasto un problema nel Pd e a Palazzo Chigi. E con il suo gesto di freddezza ha voluto ricordarlo. Nel Pd, perché ora una comunità politica è disorientata e teme un indebolimento etico nella qualità dello stare insieme. A Palazzo Chigi, perché le opposizioni ritengono «poco credibile» il nuovo premier proprio in virtù dello sgarbo che ha fatto a Letta. E spero per il Paese che questo deficit di credibilità non si estenda alle cancellerie europee.
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