venerdì 18 febbraio 2011
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L’ultimo rapporto della Guardia di finanza è dell’8 febbraio, a «Ruby-gate» già esploso. Si tratta degli «accertamenti su assegni e bonifici tratti dal conto corrente intestato a Giuseppe Spinelli» ed emessi «a favore di società di vendita di automobili o riconducibili a probabili pagamenti» verso le assidue ospiti delle serate in quel di Arcore.Hanno seguito i soldi per mesi. Bonifico dopo bonifico. Fatture, regali, bollette del gas. Hanno seguito il denaro e il denaro ha portato lontano. Le beneficiarie, sostengono i finanzieri, sono le «ospiti» fisse del premier, peraltro già alloggiate in via Olgettina a spese del Cavaliere. Per loro costose automobili pagate, sostiene la procura di Milano, attraverso il ragionier Giuseppe Spinelli, cassiere personale di Silvio Berlusconi.Nelle pagine del decreto con cui il gip Cristina Di Censo ha rinviato a processo immediato il premier, viene allegata una «annotazione» inedita. Ancora una volta è la Guardia di Finanza che appena dieci giorni fa ha completato la ricostruzione di ulteriori «movimentazioni di denaro tra Berlusconi Silvio, Spinelli Giuseppe, Mora Dario e Fede Emilio». Il passaggio di mano di ingenti quantità di euro sarebbe determinante per provare l’impiego di quattrini utilizzati per l’organizzazione delle presunte serate a luci rosse. Secondo l’accusa Mora e Fede, indagati per induzione e favoreggiamento della prostituzione, avrebbero selezionato e reclutato assieme al consigliere regionale Nicole Minetti, le giovani più adatte a partecipare alle feste.Ma la caccia ai soldi non è ancora finita. Tanto che il filone dell’inchiesta che vede indagati Mora, Fede e Minetti non verrà chiusa prima di lunedì. Tra le numerose fonti di prova raccolte dagli inquirenti ci sono anche i tabulati, ma non le registrazioni, di 67 telefonate intercorse tra Silvio Berlusconi e alcune delle ragazze coinvolte nell’inchiesta, oltre alle dichiarazioni rese dai medici della clinica Mangiagalli, a cui una delle prostitute si è rivolta per praticare un aborto. Dettaglio, questo, ininfluente ai fini dell’inchiesta (dato che Berlusconi è del tutto estraneo a quest’ultimo episodio), ma che per i magistrati serve a ricostruire l’ambiguo universo di cui si faceva attorniare il capo del governo. Non a caso nel corso di ulteriori intercettazioni telefoniche, di cui fino ad ora nulla si sapeva, emergono conversazioni registrate tra il 7 e il 17 gennaio scorsi e nelle quali «emerge che altre partecipanti – scrive il giudice Di Censo – alle serate di Arcore sono dedite alla prostituzione».Riassumendo il cuore dell’inchiesta il gip scrive che il Cavaliere è indagato per avere, «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, compiuto atti sessuali con El Mahroug Karima, minore degli anni diciotto, nella sua abitazione privata di Arcore, in un arco di tempo individuato, allo stato, tra il 14 febbraio 2010 e il 2 maggio 2010», per un totale di almeno tredici incontri «in cambio del pagamento di somme di denaro che venivano consegnate, in contante, dallo stesso indagato, oppure da Spinelli Giuseppe, suo fiduciario, nonché di altra utilità economica (gioielli ed altro). In Arcore fino al 2 maggio 2010». Appena tre settimane dopo, il 27 maggio, Ruby finisce in questura. «L’esito della vicenda, storicamente certo, riscontra la ricostruzione dell’accusa – sostiene il gip Di Censo nelle 27 pagine di decreto –, secondo cui l’interesse che indusse l’On.le Berlusconi al descritto intervento (la telefonata per far rilasciare la "nipote" di Mubarak, ndr) riguardava "la ragazza" e non le parentele extracomunitarie di costei». Tanto che una volta affidata alla Minetti e da questa consegnata nelle mani della escort brasiliana Michele Conceicao, il presidente del consiglio si disinteresserà della presunta «illustre consanguineità» della minorenne. La cosa più importante, era quella di tenere Ruby alla larga dalla polizia, assicurandosi «l’impunità che la giovane e poco controllabile El Mahroug Karima ben avrebbe potuto porre a rischio».
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