sabato 16 gennaio 2021
Il presidente di Italia Viva: forte incomunicabilità con Conte. Anche noi abbiamo fatto errori, il principale è aver aspettato troppo prima di porre le nostre richieste.
Ettore Rosato

Ettore Rosato - ANSA

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«Mi spiace che sia divenuta una questione di matematica e non di contenuti. È accaduto per una serie di errori. Anche nostri». È da giorni che Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, ha assunto un tono nuovo per provare a ricucire con la maggioranza e con Conte.

Aperture, però, che ora non vengono più ritenute credibili...

Il principale errore che abbiamo compiuto è quello di aver aspettato troppo. Esserci fidati troppo dei «vediamo», «aggiorniamoci la settimana prossima»... La nostra è un’operazione-chiarezza nata perché non potevamo più reggere una situazione così opaca. Dovevamo arrivare prima a porre in modo incisivo le nostre richieste.

Richieste che parte della maggioranza giudica pretestuose, come il Mes…

Si è creata un’incomunicabilità totale con il presidente del Consiglio, più che con la maggioranza. Noi non diciamo «o Mes o niente», vorremmo soltanto che ci fosse una riunione in cui ci spiegassero perché il Mes non conviene. Quali controdeduzioni ha il governo rispetto al 99% degli analisti economici. Non volevamo 10 sì alle nostre 10 proposte, potevamo anche accettare 4 sì e 6 no, 3 sì e 7 no. Sappiamo come si governa insieme. Ma abbiamo avuto solo silenzio e rinvii. Le dimissioni delle ministre hanno scosso l’albero.

Ora però annunciate l’astensione. Non è contraddittorio e un po’ Prima Repubblica?

No, è coerente. Con l’astensione noi ribadiamo la nostra convinzione: questa maggioranza può completare la legislatura esprimendo molto più di quanto espresso negli ultimi mesi di stallo e immobilismo.

La maggioranza senza Conte?

Lo dirò per la milionesima volta: nessuna preclusione verso Conte o chiunque altro. Ma il metodo deve cambiare. Il premier è il collante di una coalizione, deve fare il suo mestiere. Anche perché quando ci hanno ascoltato qualche errore lo hanno evitato. L’ultima dimostrazione è il Pnrr, che è migliorato a detta di tutti.

Potevate rivendicare il Pnrr e andare avanti nella verifica…

Siamo chiari: a noi poteva far comodo continuare a galleggiare, magari anche con qualche poltrona in più. Che l’opinione pubblica ci comprenda o meno, abbiamo sollevato un problema politico nell’interesse del Paese. Un problema politico che resterà anche se Conte riuscirà ad andare avanti senza Renzi. Lo ha detto anche Zingaretti, le questioni sono ancora tutte lì.

C’è l’ipotesi che le Camere diano un risultato interlocutorio. Sarete condizionanti con le vostre astensioni?

Le valutazioni sui voti alle Camere spettano al presidente della Repubblica. Ma le assicuro che noi non puntiamo a condizionare con l’astensione. Vogliamo farlo con le nostre idee.

Mancano poche ore ai voti in Parlamento. Un messaggio per Conte?

Sono diventato un po’ scettico, l’incomunicabilità è molto forte. Dico solo che la politica del confronto deve tornare, lo chiediamo da tempo.

Conte potrebbe essere duro alle Camere contro Renzi…

Sarei sinceramente stupito se facesse un discorso contro Renzi e non per il Paese. Noi invece andiamo a dire che ci siamo, a prescindere dal risultato. Ci siamo se il governo è autosufficiente, ci siamo quando occorrerà votare provvedimenti nell’interesse del Paese, ci siamo per rimetterci a un tavolo, ci siamo se dobbiamo fare un’opposizione seria, severa e anti-sovranista. Il dl Ristori, per dire, lo votiamo anche senza leggerlo, sperando lo scrivano senza errori.

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