giovedì 16 febbraio 2012
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​Un immigrato muore di freddo a Rosarno mentre la tendopoli, aperta poche settimane fa proprio per affrontare l’emergenza extracomunitari, resta in gran parte vuota. Doveva ospitare 250-300 immigrati ma in questi giorni le presenze oscillano tra 50 e 100 (la sera per la cena). E intanto crescono a dismisura i migranti che si rivolgono all’ambulatorio mobile di Emergency: fino a ieri ben 535 si sono presentati al grande bus bianco e rosso che da dicembre gira la Piana di Gioia Tauro, con più di 700 visite mediche. In gran parte per patologie legate alle condizioni disumane di vita e di lavoro. Insomma la gravissima situazione denunciata da Avvenire poco più di un mese fa è solo parzialmente migliorata. E certo le attuali condizioni climatiche, abbondantissime nevicate fino a quote basse e gelo nella Piana, non aiutano gli immigrati ancora ammassati in centinaia nei ghetti della ex Pomona, del centro di Rosarno o nelle campagne di Rizziconi.Era, purtroppo, atteso il dramma. Yeroslav aveva 44 anni, veniva dall’Ucraina, uno dei tanti "invisibili" di Rosarno. Qualche giornata di lavoro, un riparo dove capitava. Si sarebbe sentito male nel tardo pomeriggio di martedì mentre lavorava (in nero) in un campo. Ma poi è stato portato in una strada del paese, forse per evitare di coinvolgere chi lo aveva assunto irregolarmente. Inutile la corsa all’ospedale di Polistena. Morto forse per una congestione da freddo o qualche altra patologia legata alla temperatura, è la prima analisi degli inquirenti di Palmi in attesa dell’autopsia di oggi. Davvero una gran brutta vita. Se lo ricorda bene Bartolo Mercuri, presidente dell’associazione "Il Cenacolo" che da anni con la Caritas assiste gli immigrati. «Non aveva un posto fisso dove dormire. Veniva da noi e si portava via la pasta dentro una vecchia bottiglia. Così gli abbiamo dato un contenitore per conservarla meglio. E anche delle coperte. Ma non ci ha mai detto niente né della sua vita né del suo lavoro». Uno «dei più di 500 "invisibili" della Piana», i più emarginati dei circa duemila che quest’anno hanno raggiunto Rosarno e gli altri paesi, aggiunge Bartolo, segnalando come «l’affluenza al "Cenacolo" è aumentata».Intanto, malgrado l’impegno delle amministrazioni comunali, stenta a decollare la tendopoli sorta nell’Area di sviluppo industriale di San Ferdinando, paese confinante con Rosarno. Doveva ospitare fino a 300 immigrati, finora ne sono entrati 145, ma molti poi l’hanno abbandonata, ritornando nei "ghetti". Così, come raccontano alcuni testimoni, le tende occupate sono poche, forse con non più di 50-100 persone. Gli immigrati dicono che la tendopoli è troppo lontana da Rosarno e, soprattutto, dai luoghi dove all’alba si può essere arruolati dai "caporali". E questo è sicuramente vero. Inoltre dicono che si mangia solo alla sera, mentre loro sono pronti a cucinare da soli (ma nella zona non ci sono negozi). Hanno anche paura di essere segnalati (molti di loro sono col permesso di soggiorno scaduto perché hanno perso il lavoro). Insomma, malgrado il freddo, meglio resistere nei "ghetti" ancora per 20-30 giorni, quando anche la pur scarsa raccolta delle arance sarà finita. Per poi migrare in Puglia e in Sicilia. Sperando di non fare la fine di Yeroslav.
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