sabato 18 febbraio 2023
L'esperienza della Comunità "Il Chicco": «prima dell'efficienza viene la relazione». Le toccanti testimonianze dei "sibling"
Il Papa: «Fratelli di disabili come il Cireneo. Ma l’amore non produce scarti»
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Troppo spesso le famiglie che hanno tra i componenti persone disabili non trovano il supporto delle istituzioni pubbliche. Ecco perché il sostegno del privato sociale è diventato così essenziale e talvolta fa davvero tutta la differenza del mondo per queste famiglie. Un esempio di comunità accogliente è quella del “Chicco” di Ciampino, alle porte della Capitale, che oggi ha promosso un seminario sulla disabilità e la malattia mentale intitolato “Sono io forse il custode di mio fratello”, presso la sala Troisi a Roma.

Il tema, il punto di vista dei fratelli delle persone disabili, è stato affrontato da diversi relatori, tra cui lo psichiatra Walter Procaccio della stessa Associazione Arca-Comunità “Il Chicco”, che ha evidenziato come «quando c’è una persona fragile, c’è anche una famiglia fragile». Il responsabile del progetto, Giancarlo Curzi, ha sottolineato l’importanza delle relazioni e dell’interdipendenza nella comunità, dove la fraternità è vista come il modo per vivere nella diversità e la funzionalità - l’efficienza della persona, così cara al mondo contemporaneo - è meno importante della relazione. Al Chicco si segue un’altra logica: «Libertà e uguaglianza non reggono senza la fraternità, il Papa ci chiede di riscoprire la fraternità per convivere nelle nostre differenze».

E proprio papa Francesco ha voluto dare il suo personale contributo, inviando al seminario un messaggio di saluto, in cui ha paragonato i siblings (termine che indica le sorelle e i fratelli di persone con disabilità) alla figura del Cireneo, che «fu costretto dalle guardie a portare la croce di Gesù per un lungo tratto della via dolorosa». Ma - ha aggiunto - «Gesù ci ama così come siamo» e «l’amore non produce scarti».

Monsignor Giovanni Cesare Pagazzi, teologo e segretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, ha sottolineato quanto il rapporto tra fratelli possa essere difficile e possa scatenare rivalità e gelosie. «La Sacra scrittura è spietata nel suo realismo: la rivalità tra i Caino e Abele scoppia durante la preghiera. Genesi ci dice che non c’è alcun ambito dove non possa scoppiare la rivalità». Caino non uccide per gelosia ma per paura: «Se Abele è stato scelto allora io sono stato escluso», questo è il suo ragionamento.

Un rapporto, quello tra fratelli che si percepiscono “non uguali”, che ritorna in molte delle testimonianze offerte durante l’incontro di ieri da un gruppo di siblings. Si parla talvolta addirittura di odio, di incapacità di capire il fratello disabile, del peso che queste persone hanno nella vita anche familiare dei loro fratelli, come ha spiegato Filippo Montesi. Sorelle e fratelli “costretti” a compensare la disabilità in famiglia mantenendo un comportamento ingessato che talvolta non li aiuta a sviluppare liberamente la propria personalità, come ha raccontato Flavia Ferroni.

Ma è emersa anche la bellezza e la profondità che questo tipo di rapporto può racchiudere. È il caso della testimonianza di Filippo Mira, che ha ben descritto quanto in realtà il fratello “speciale” sia colui che custodisce l’umanità sua e degli altri due loro fratelli. E di come fin da piccoli avessero deciso che «Dodò ci piace così com’è».

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