venerdì 5 dicembre 2014
Il prefetto rivela: insulti al primo cittadino in alcune intercettazioni, va protetto. Lui valuta se accettare. Commissariamento? Alfano: «Valuterò attentamente», quando sarà il momento.
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Il terremoto di "Mafia Capitale" si abbatte sugli appalti di Roma e si allarga a quelli della Regione Lazio. I primi finiscono sotto la lente di un pool dell’Autorità anticorruzione, alla quale il sindaco Ignazio Marino ha chiesto ieri di verificare «uno per uno» quelli «dubbi od opachi». Nelle stesse ore il governatore Nicola Zingaretti ha annunciato di aver chiesto la sospensione delle gare in corso in attesa delle verifiche da lui stesso disposte su quelle finite nel mirino. Per ragioni di cautela, intanto, il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, sta valutando di rafforzare la protezione del sindaco Ignazio Marino, dandogli una scorta. Quarantotto ore dopo che il caso è deflagrato, dunque, l’attenzione si sposta sul principale fiume di denaro del quale la presunta attività di corruzione approfittava.L’INCONTRO CON CANTONE. Marino ieri mattina si è recato nella sede dell’Autorità nazionale anticorruzione, dopo aver sollecitato un incontro con il presidente, Raffaele Cantone. «Insieme all’assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, gli abbiamo chiesto che un pool di esperti dell’Autorità passi in rassegna tutti gli appalti che sono al momento in essere e su cui nutriamo delle preoccupazioni». La lista degli appalti dubbi, insieme a quesiti specifici sugli aspetti giuridici di altre attività in corso di Roma Capitale che sono già oggetto di indagine, finiranno in una relazione che – assicura Marino – «sarà consegnata a Cantone nelle prossime ore». La richiesta è stata subito accolta. Non si tratta di un’unità speciale, ma di un team interno, individuato in particolare tra gli esperti dell’ex Authority per gli appalti pubblici, ora inglobata nell’Anticorruzione, precisa Cantone. Che, poi, dice la sua sull’inchiesta, la cui «novità» è rappresentata dall’esistenza di «lobby affaristiche che applicano logiche di tipo mafioso» e che sono «autoctone».LE PREOCCUPAZIONI DEL PREFETTO.Il prefetto di Roma, intanto, ha consigliato personalmente a Marino di non girare in bicicletta e ha detto che sta valutando di dargli una scorta. Intercettazioni con insulti verso il sindaco «confermano che c’è una sua esposizione, che va valutata insieme alle altre forze dell’ordine: il sindaco è un’istituzione e va protetta». L’interessato ha fatto sapere che ci sta pensando. E ha, poi, smentito che nell’incontro con il prefetto, avvenuto in Campidoglio, si sia parlato dell’ipotesi di scioglimento per infiltrazioni mafiose, chiesta subito dal M5S. «È prematuro», ha aggiunto lo stesso Pecoraro, che studierà a fondo le 1.200 pagine dell’inchiesta. Quanto poi riferirà al ministro dell’Interno sarà valutato «con attenzione», promette lo stesso Angelino Alfano. Comunque, Roma «non è una città marcia», assicura il titolare del Viminale.STOP DELLA REGIONE.Nel primo pomeriggio arriva anche l’annuncio di Zingaretti di aver disposto «un’indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltanti» del Lazio, quali «Asl, Ater, Centrale Unica e Dipartimenti», per «conoscere se società legate all’inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito». Occorre, «senza indugio portare alla luce qualsiasi tentativo di aggressione o infiltrazione possibile e nel caso fare chiarezza, mettendo a disposizione della Procura tutte le informazioni acquisite». Da qui la sospensione di tutte le gare in corso, in attesa degli esiti. Intanto un altro consigliere regionale coinvolto nell’inchiesta, il capogruppo forzista Luca Gramazio, si è dimesso. Lo aveva già fatto Eugenio Patanè del Pd.IL SOSTEGNO DI ORFINI.Le acque sono agitate in tutti i partiti coinvolti. Dal centrodestra dell’ex sindaco Gianni Alemanno, indagato, fino al Pd. Da largo del Nazareno arriva agli indagati l’ultimatum del commissario nominato da Renzi, Matteo Orfini, di lasciare tutte le cariche. Orfini annuncia un’assemblea pubblica al Laurentino 38, in periferia. E anche lui incontra Marino, dandogli sostegno e definendo la sua amministrazione un «argine» alla criminalità. Parole che qualcuno legge come un’"armistizio" tra segretario e sindaco. «Stiamo lavorando nella stessa direzione: proteggere la città dai poteri criminali e ricostruire un partito che sia all’altezza», dice Orfini. E al M5S replica: «Lo scioglimento di questa amministrazione è la linea della mafia».
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