giovedì 23 agosto 2012
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Sono stati convocati con “fax urgentissimo” dalla prefettura di Napoli. Si ritroveranno oggi tutti insieme, Sindaci, assessori all’Ambiente della Regione e Provincia, Questore, direttori Sanitari, comandanti delle Forze dell’ordine. Anche il comitato “Coordinamento comitati fuochi” ha ricevuto regolare invito. Sono costoro uomini e donne di buona volontà, genitori, professionisti, che si stanno spendendo in modo commovente per la difesa della loro terra e delle loro vite. Gratuitamente e con infinito amore. A scorrere la lista dei partecipanti, la prima cosa che salta agli occhi è il gran  numero di persone e di istituzioni adibite alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Non possiamo dire che siamo un Paese arretrato, abbandonato a se stesso. Di gente preparata e profumatamente retribuita per svolgere questi compiti nobilissimi non ne manca. Lo sapevamo. Di loro ci fidavamo. È vero, deleghe in bianco non vanno mai date a nessuno. È vero, tutti siamo responsabili della cosa pubblica. Ma è altrettanto vero che nessuno deve invadere un campo legittimamente occupato da altri; così come è necessario avere, nonostante le miserie, le deficienze e il peccato che ci assedia, un pizzico di rispetto e di fiducia per chi ci governa. Non si può partire mettendo il carro davanti ai buoi. Non si possono educare i figli insinuando che chiunque eserciti un potere, sia guidato da cattive intenzioni. Forse anche per questo la delusione per il disimpegno istituzionale per quanto riguarda la tragedia dei roghi tossici che, imperterriti, continuano a bruciare, fa ancora più male. Intanto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, dopo averlo dichiarato ad «Avvenire», ha ribadito: «Sono preoccupato per la sciagura dei roghi in Campania, un’emergenza che deve diventare un problema nazionale». Finalmente! Noi lo stiamo dicendo da tempo che non è solamente un danno ambientale, ma una vera e propria tragedia umanitaria. Il “Coordinamento comitati fuochi” ha presentato un comunicato in cui chiarisce ancora una volta che «Lo sversamento di rifiuti tossici è ascrivibile unicamente allo smaltimento occulto di rifiuti industriali di attività commerciali ed industriali, campane e nazionali, che operano in regime di evasione fiscale, e non ai rifiuti solidi urbani». E chiede a livello nazionale, «l’Istituzione immediata di un Sistema nazionale Satellitare di tracciabilità dei flussi di rifiuti industriali; l’inasprimento delle pene per reati di trasporto e smaltimento illegale di rifiuti industriali: equiparando il reato ambientale ad un reato di camorra, inoltre sanzionando fortemente le aziende consenzienti con questo sistema criminale e, nell’immediato, l’azzeramento di tutte le possibilità di trasporto su gomma intra ed extra regionale per tale tipo di rifiuti». A livello locale, invece, chiede che «le amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionale, dovranno provvedere alla videosorveglianza delle zone a maggiore incidenza del fenomeno roghi tossici; vigilanza e presidio del territorio condiviso e coordinato tra le varie amministrazioni interessate (Comuni e Provincia); ordinanze tendenti a controllare i fenomeni locali di evasione fiscale con forti sanzioni al commercio e ai produttori locali (ad esempio per lo smaltimento di pneumatici)». Il comunicato sarà trasmesso alla Comunità Europea e alla Corte Internazionale per i Diritti Umani.  Intanto,  mentre a Napoli coloro sulle cui spalle cade la terribile responsabilità politica e morale della tutela del territorio e della salute dei cittadini discutono, nelle nostre parrocchie i credenti  pregano, sapendo che a Dio nulla è impossibile. Nemmeno indicare a costoro la strada giusta per uscire da questa trappola nella quale per colpa, per dolo, o per madornale incoscienza è stata precipitata  la Campania. 
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