martedì 26 dicembre 2023
Al Cto della Città della Salute di Torino, eseguita una procedura «pionieristica» su un operatore sociosanitario di 55 anni, che aveva riportato gravi conseguenze dopo un incidente stradale
Un intervento di chirurgia al Cto di Torino

Un intervento di chirurgia al Cto di Torino - Ansa

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L’uso della mano, lesionata dopo un incidente stradale, ripristinata utilizzando i nervi del piede. È accaduto, per la prima volta al mondo, nel Centro traumatologico ortopedico (Cto) della Città della Salute di Torino. Dove un team di microchirurghi e neurochirurghi è intervenuto per dare nuove speranze a Giovanni (il nome è di fantasia), un operatore sociosanitario di 55 anni che, la scorsa estate, mentre si dirigeva al lavoro con lo scooter, è stato investito da una moto il cui conducente non aveva rispettato il semaforo rosso. L’incidente gli aveva procurato l’amputazione di metà della gamba sinistra ed una lesione completa del plesso brachiale (la rete nervosa che controlla i muscoli di spalla, braccio, gomito, polso, mano e dita) del braccio sinistro. Il fulcro dell'intervento, eseguito cinque mesi dopo l’incidente, come spiega una nota del nosocomio torinese, «è stata la trasposizione di una componente del nervo sciatico, la parte peroneale, che normalmente controlla la dorsiflessione del piede, ma che era inutilizzata a causa dell'amputazione alla gamba. Questo trasferimento nervoso mirato, dalla gamba amputata fino al braccio paralizzato, ha avuto lo scopo di reinnervare il plesso brachiale lesionato, aprendo la strada ad una riattivazione funzionale».

La procedura ha radici in quattro anni di ricerca intensiva, culminati con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Injury e l'approvazione da parte del Comitato etico della Città della Salute per l’applicazione clinica. L’operazione è durata circa 12 ore, ed ha coinvolto i microchirurgi Bruno Battiston e Paolo Titolo, ed i neurochirurghi Diego Garbossa e Francesca Vincitorio, aprendo di fatto nuove prospettive per pazienti come Giovanni, che adesso sta bene ed è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia. L'integrazione della chirurgia con la plasticità cerebrale, evidenziano i medici del Cto, «presuppone che Giovanni impari a controllare l'uso della mano, inizialmente pensando a movimenti del piede e, successivamente, sviluppando nuove abilità attraverso l'adattamento cerebrale».

L’intera fase riabilitativa del paziente sarà resa possibile dalla Medicina fisica e riabilitazione, sotto la direzione del professor Giuseppe Massazza. Un percorso, quello di Giovanni, che sta già aprendo nuove prospettive nel campo della neurofisiologia.

Il precedente

Sempre al Cto di Torino, lo scorso marzo, grazie a un altro eccezionale intervento, un motociclista di 22 anni aveva potuto recuperare la funzione della mano, dopo una lesione del plesso brachiale che gli aveva bloccato il braccio sinistro. L'operazione di otto ore ebbe una vasta eco nel mondo scientifico internazionale: in quel caso i microchirurghi della mano e i neurochirurghi avevano collegato alla radice sana del braccio controlaterale i nervi strappati per reinnervare la muscolatura della mano. In pratica, dichiararono gli specialisti piemontesi, «tagliando il nervo sano alla radice di C7 della colonna vertebrale, il nervo stesso è stato fatto passare dietro l’esofago e collegato ai nervi strappati, come se fossero fili della luce, dove la componente sana potrà ricrescere di un millimetro al giorno. In questo modo i nervi sani arriveranno a dare un impulso elettrico alla parte lesionata dandole nuova vita».

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