martedì 20 ottobre 2009
Inaugurato il nuovo impianto che arricchirà l'Italia di altri 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno. Il ministro Scajola: ora tocca a Trieste.
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"L'insufficiente sviluppo delle infrastrutture è senza dubbio fra i maggiori ostacoli al dispiegamento di un effettiva liberalizzazione del mercato del gas, a beneficio dei consumatori. Attivare nuovi gasdotti di importazione, rigassificatori e stoccaggi è dunque condizione indispensabile per garantire abbondanza di offerta, maggiore sicurezza e prezzi più convenienti per famiglie e imprese". Ad affermarlo, in una nota, è il Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas in occasione dell'inaugurazione del terminal di rigassificazione di Rovigo. "La messa in funzione di un impianto di rigassificazione rappresenta dunque un evento significativo per il nostro Paese che importa il 92% del proprio fabbisogno di gas ed è il quarto consumatore mondiale di questa fonte. Allo stesso tempo - ha sottolineato Ortis - non si possono non ricordare i sensibili ritardi nello sviluppo delle infrastrutture, specie di stoccaggio (come recentemente segnalato insieme all'Antitrust) che frenano la realizzazione di un mercato effettivamente concorrenziale e penalizzano l'Italia nella gara fra i possibili hub del Sud Europa"."In questa prospettiva, il nuovo rigassificatore di Rovigo, grazie anche ad una regolazione che incentiva il necessario sviluppo infrastrutturale, porterà un contributo alla diversificazione degli approvvigionamenti ed alla concorrenza, attenuando - ha concluso Ortis - almeno in parte, i rischi legati alla copertura delle 'puntè di domanda a fine inverno, in caso di temperature particolarmente rigide eventualmente associate ad interruzioni sui gasdotti internazionali".Ridotti i rischi di black-out. Con l'entrata in funzione del rigassficatore di Rovigo l'Italia si arricchisce, da oggi, di altri 8 miliardi di metri cubi di gas all'anno, aumenta la possibilità di mettersi al riparo da eventuali black out sulle forniture e consente a Edison di ritagliarsi un nuovo ruolo sul mercato nazionale, affrancandosi dal monopolio di Eni. La disponibilità di questo gas arriva, tuttavia, in un momento di calo della domanda a causa della crisi economica a fronte di un surplus di offerta. Ma questo non sembra preoccupare più di tanto l'Ad di Foro Buonaparte Umberto Quadrino. "Con RasGas (la società del Qatar che venderà 6,4 miliardi di metric cubi di Gnl l'anno a Edison, ndr.) c'è un contratto di 25 anni che vogliamo onorare. Considerato il livello basso della domanda di gas attuale italiana, faremo del nostro meglio per privilegiare questo contratto rispetto ad altri", ha sottolineato il manager nella conferenza stampa a bordo della nave in rotta verso il terminale Adriatic Lng, di cui Edison detiene il 10% del capitale, situato a 15 chilometri dalla costa veneta e a 40 da Venezia.Fra Edison e il Qatar c'è quindi una certa flessibilità, quantificata da Quadrino in un "10% rispetto alla quantitativo previsto"."La flessibilità è di qualche nave all'anno, una flessibilità di carattere contrattuale che useremo nella misura in cui sarà necessaria. Privilegeremo questo contratto rispetto ad altri nel caso in cui bisognerà rivedere il quantitativo complessivo. E comunque non c'è il rischio di deviare le navi metanifere altrove", ha aggiunto.Dunque nessun rischio anche perché Edison ha già allocato tutta la quantità a disposizione del gruppo. "Su un portafoglio di 13 miliardi di metri cubi l'anno, il 55% sarà utilizzato per la produzione di energia elettrica nelle nostre centrali, il resto lo vendiamo alle famiglie e alle piccole e medie imprese. Comunque è stato tutto allocato in Italia, mentre prima lo compravamo dall'Eni", ha rimarcato il manager.Da parte del Qatar, invece, rischi di riduzione dell'offerta non ce ne sono. "È un contratto di lungo termine. Noi non abbiamo mai ridotto la produzione: siamo impegnati nei confronti dei nostri clienti e anche loro hanno un impegno di acquisto", ha sottolineato Abdullah bin Hamad Al-Attiyah, ministro dell'Energia del Qatar. "Noi non riteniamo che ci sia scarsità di approvvigionamento. C'è disponibilità, mentre sull'andamento del prezzo del petrolio ci sono molti analisti che fanno previsioni. Il mio consiglio è di non fidarsi", ha aggiunto il ministro.L'Italia ha bisogno di rigassificatori: ora tocca a Trieste. Dopo Rovigo, il primo rigassificatore offshore in Italia e il secondo nel Paese dopo quello di Eni, in Liguria, c'è spazio per realizzare anche un terminale di Gnl a Trieste e uno in Sicilia, a Priolo. "L'Italia ha un'emergenza energetica e deve recuperare il tempo che ha perduto. Sul gas abbiamo bisogno di costruire i nostri rigassificatori. Quello che parte oggi è tecnologicamente avanzato e di assoluta sicurezza", ha detto il ministro allo Sviluppo Economico, Claudio Scajola."Quello di Trieste è indispensabile nella politica energetica italiana", ha aggiunto. Quanto al contenzioso in atto con la Slovenia che contesta l'impatto ambientale dell'impianto di Gas Natural, si è così espresso: "Abbiamo scontato per troppi anni i veti miopi che venivano dall'interno, non possiamo scontare anche i veti che vengono dall'esterno se non giustificati".Più gas, dunque, pari al 10% del fabbisogno nazionale, che dovrebbe porre il Paese al riparo da eventuali riduzioni delle offerte di questa importante materia prima da altri Paesi, come è accaduto l'anno scorso con la crisi russo-ucraina. "L'anno scorso l'Italia ha sofferto una crisi di offerta a seguito del contenzioso Russia-Ucraina. Quest'anno sono orgoglioso di poter dire che l'Italia può guardare al futuro con più tranquillità", ha concluso Quadrino.
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