mercoledì 6 aprile 2016
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BRUXELLES Una gestione a livello Ue dell’asilo e un meccanismo di 'correzione' con possibili quote di ridistribuzione di richiedenti asilo per alleggerire il peso sui paesi alle frontiere esterne dell’Ue, come l’Italia e la Grecia. Sono i punti cruciali della bozza della Commissione Europea per una proposta di revisione del regolamento di Dublino sul sistema di asilo che oggi presenta il commissario alla Migrazione Dimitri Avramopoulos. La bozza, circolata in questi giorni, questa mattina dovrà esser discussa e poi licenziato dal collegio dei commissari. Un documento per ora solo di riflessione, per tastare il polso degli stati membri, in vista poi di una vera e propria proposta legislativa tra circa un mese. Nel testo si evidenziano i forti limiti dell’attuale sistema di Dublino, che impone che la domanda di asilo debba essere fatta dal primo paese Ue toccato. «Il sistema di Dublino - si legge - non era fatto per assicurare una condivisione sostenibile della responsabilità dei richiedenti asilo nell’Ue. È una insufficienza divenuta chiara nell’attuale crisi». Secondo la Commissione, «l’esperienza degli anni passati ha mostrato che, soprattutto in situazioni di afflussi massicci lungo specifiche rotte, l’attuale sistema carica la responsabilità giuridica per la maggior parte dei richiedenti asilo su un numero ristretto di stati membri». Ecco perché la Commissione suggerisce di «trasferire la responsabilità per il trattamento delle domande di asilo dal livello nazionale a quello Ue». Lo strumento potrebbe essere l’Easo, l’Ufficio europeo per l’asilo, trasformandolo in una vera e propria agenzia con potere decisionale, con sedi distaccate in ogni stato membro. «Questo recita la bozza - creerebbe un unico meccanismo decisionale centralizzato, e assicurerebbe la completa armonizzazione del procedimento, ma anche una valutazione coerente delle esigenze di protezione a livello Ue». Un’idea che difficilmente, però, sarà digerita da molti stati membri, gelosi dei propri sistemi di asilo. Altro punto delicato, il documento ipotizza meccanismi di correzione, con una sorta di quote per ridistribuire i richiedenti asilo, con due possibili opzioni. La prima, più prudente, riguarda le sole emergenze, e prevede che «si mantengano in sostanza gli attuali criteri (di Dublino n.d.r.) per la ridistribuzione di richiedenti asilo, il sistema, però, sarà integrato con un meccanismo di equità, basato su una chiave di ridistribuzione che consente aggiustamenti nella ridistribuzione in situazioni particolari ». La seconda opzione è invece più drastica e ricalca il piano di ridistribuzione di 160.000 richiedenti asilo da Italia e Grecia varato a settembre. Si parla infatti di una precisa chiave di ridistribuzione «basata sulle dimensioni, la ricchezza e le capacità di accoglienza degli stati membri». In questo caso la ridistribuzione sarebbe praticamente automatica, non appena un migrante ha presentato domanda di asilo.Visto lo scarso successo dell’attuale piano di ridistribuzione e il secco no dei paesi dell’Est, però, difficile pensare che questa seconda opzione potrebbe avere una chance. Almeno, la Commissione getta il sasso nello stagno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bruxelles.
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