venerdì 27 marzo 2009
Berlusconi ha inaugurato l'impianto: «Emergenza finita, ora lo Stato è tornato a fare lo Stato». La struttura brucerà 600mila tonnellate d'immondizia all'anno e produrrà energia verde.
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L e ciminiere del termovalorizza­tore si vedono dall’autostrada, distinguibili perché diverse da qualunque altra, e a fugare ogni dub­bio c’è la freccia, insegna gialla pro­filata di nero, che indica la direzione dell’impianto. Da mezzogiorno di ie­ri uno dei tre lunghi comignoli, sbuf­fa fumo bianco: il premier Silvio Ber­lusconi ha premuto il canonico bot­tone rosso e la prima vampata si è ac­cesa bruciando il primo carico di ri­fiuti che una minipala preleva da u­na montagnola e immette nella for­nace. Il termovalorizzatore di Acerra adesso è in funzione. «Lo Stato è ri­tornato a fare lo Stato» ha sottolinea­to Berlusconi durante la cerimonia di inaugurazione dichiarando la fine definitiva dopo 14 anni dell’emer­genza rifiuti in Campania. Non sen­za note polemiche. «Con i preceden­ti governi della sinistra – ha rilevato il premier sulla scia di un filmato che tra l’altro riproponeva lo stralcio da una puntata di Annozero sulla crisi rifiuti dell’anno scorso – si intende­vano come dimostrazioni di demo­crazia le azioni che minoranze orga­nizzate facevano con frequenza in­terrompendo un’autostrada, bloc­cando un aeroporto, cioé andando contro le decisioni assunte demo­craticamente da istituzioni demo­cratiche dello Stato». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio in cui si con­gratula con Berlusconi e con il go­verno per il «successo e il forte im­pegno che ha reso possibile l’avvio del termovalorizzatore». Il termova­lorizzatore è di fatto il più grande in­vestimento pubblico realizzato al Sud negli ultimi decenni. Acerra è «il suc­cesso di chi ci ha creduto – ha sotto­lineato il premier –. Con Acerra ri­sparmiano tutti gli italiani». Accanto a Berlusconi esponenti del governo, il sindaco di Milano Letizia Moratti in qualità di azionista della A2A, la società lombarda che gestisce l’im­pianto, i vertici dell’azienda, le auto­rità locali e il sottosegretario Guido Bertolaso a cui va gran parte del me­rito per l’avvio dell’impianto. A dieci anni dalla prima valutazione di impatto ambientale, a cinque an­ni dall’avvio dei lavori, da ieri nelle intenzioni del premier la Campania si propone come modello positivo per le altre regioni. «Stiamo cam- biando la storia – ha dichiarato an­cora Berlusconi –. Lo stiamo facendo perché lo Stato c’è e continuerà ad esserci per risolvere questa situazio­ne in Campania. Se ci fosse un idea­le striscione non ci sarebbe scritto so­pra 'arrivo', perché non siamo arri­vati qui a risolvere tutte le situazioni della vecchia emergenza. Ci dovreb­be essere scritto sopra 'partenza', perché è da qui che si parte per ri­solvere definitivamente il problema dello smaltimento dei rifiuti in Cam­pania, ma da qui si parte anche co­me esempio, come paradigma per ri­solvere il problema di smaltimento di rifiuti in tante regioni d’Italia dove si è ancora prossimi alla ripetizione di una situazione come quella della Campania». L’impianto di Acerra brucerà, dall’e­state quando cioé andrà a pieno re­gime, 600mila tonnellate di rifiuti al­l’anno e garantirà risparmio energe­tico ed energia pulita. Il Comune in­casserà 3 milioni e 200mila euro co­me compensazione per la presenza del termovalorizzatore sul proprio territorio. Con il termovalorizzatore verrà garantito «risparmio economi­co e ambientale» ha spiegato Berto­laso, che ha poi sottolineato: «Sui ri­fiuti la Campania era la Cenerentola, oggi è la terza regione italiana».
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