giovedì 16 aprile 2009
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Tra le misure per reperire i fon­di necessari alla ricostruzione delle zone terremotate, spun­ta anche un prelievo aggiuntivo una tantum sui contribuenti ad alto red­dito, mentre non si placa la polemica sull’utilizzo di parte del 5 per mille del-­l’Irpef, tanto che interviene a chiarire la sua proposta il ministro dell’Eco­nomia, Giulio Tremonti. Il contributo obbligatorio - anche se ieri sera Pa­lazzo Chigi ha smentito che la deci­sione sia già stata presa - potrebbe scattare per chi supera la soglia dei 120-130 mila euro di reddito annuo. I tecnici dei diversi ministeri sono al la­voro per la messa a punto del provve­dimento, che non sarebbe ancora nel­la fase conclusiva, in vista del Consi­glio dei ministri del 23 aprile. Ventila­ta anche un’addizionale sul Supere­nalotto Tra le ipotesi sul tappeto, nonostante tutto, rimane anche il possibile utiliz­zo di un 'nuovo 5 per mille' secondo la filosofia illustrata ieri da Tremonti. «Lo spirito del 5 per mille – ha spiega­to – è 'tu destini un pezzo della tua imposta a una causa che ti sembra buona e giusta'. A noi è sembrato che il terremoto dell’Aquila fosse una cau­sale giusta. La maggioranza degli ita­liani questo vuole».Ai critici il ministro ha risposto: «Non si toglie nulla al vo­lontariato, sennò il 5 per mille non l’a­vrei pensato tanti anni fa. Si dà in più, una causale in più e soldi in più. Non soldi in meno al volontariato, ma sol­di in più per il terremoto». Si parla dunque della possibilità che arrivi un ulteriore 5 per mille, che non intacchi le quote già oggi destinate al terzo settore. In precedenza, tuttavia, un appello bipartisan di Maurizio Lu­pi, Ugo Sposetti, Vannino Chiti e Mau­rizio Gasparri, (primi quattro firmata­ri alla Camera e al Senato della pro­posta di legge ad hoc), aveva definito «particolarmente insidiosa» l’ipotesi di «integrare» il meccanismo di soste­gno al volontariato con una specifica destinazione all’Abruzzo. E prima non erano mancate nuove critiche alla pro­posta. Gianluca Lioni, responsabile terzo settore ed associazionismo del Pd, ha parlato di «gioco delle tre car­te », sostenendo che il chiarimento di Tremonti non aveva fugato i timori. Tra le misure annunciate il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha ri­badito poi «un accesso più agevole al- le indennità di disoccupazione, alla cassa integrazione e a ogni strumen­to di protezione sociale» per chi ha perso il lavoro, anche «per i lavorato­ri autonomi, cioè artigiani, commer­cianti, collaboratori a progetto, pro­fessionisti ». Il segretario del Pd, Dario Franceschi­ni, poi, ha confermato di esser pron­to a discutere, ma ha chiesto di tener distinte due fasi: «C’è una prima esi­genza di reperire le risorse necessarie a fronteggiare l’emergenza poi c’è un secondo livello di risorse che servi­ranno per la ricostruzione». E il re­sponsabile economia del partito, Pier­luigi Bersani, in visita nelle zone ter­remotate, ha invitato a «concentrarsi sulla 'fase uno'» sulle cose da fare da qui a Natale. «Un miliardo potrebbe arrivare dai risparmi sull’election day e su altri risparmi a capitoli di spesa – ha spiegato –. Un altro miliardo po­trebbe essere invece anticipato dalla cassa Depositi e Prestiti». Ha invitato anche a finirla «con le espressioni e­stemporanee » e a mettersi «a ragio­nare, ma non nel solco di una propo­sta al giorno che spesso non ha sen­so ». Bersani inoltre ha messo in guar­dia dall’introdurre «una mega sanato­ria » dietro alla proposta di scudo fi­scale. «Se i capitali vogliono rientrare – ha ammonito – devono pagare il giu­sto». E sulla stima del ministro dell’Inter­no, Roberto Maroni, di 12 miliardi ne­cessari per la ricostruzione, l’espo­nente del Pd ha commentato: «In que­sto momento nessuno è in grado di fare una stima precisa». La cifra, ha re­plicato il ministro per la Semplifica­zione, Roberto Calderoli, era riferita «ai precedenti terremoti e non a una valutazione, che allo stato attuale an­cora non c’è, dei danni di questo ter­remoto ». Infine è polemica sul ponte di Messi­na. Vannino Chiti ha proposto il rinvio di qualche anno spostando i fondi sul­l’Abruzzo, provocando la reazione del Mpa, che per bocca di Giovanni Pi­storio, ha liquidato le parole dell’e­sponente del Pd come dichiarazioni «totalmente prive di efficacia». Per il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Ca­sini, «in questo momento l’Abruzzo deve avere delle solidarietà soprattut­to nell’impegno a destinare la priorità delle risorse».
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