sabato 21 giugno 2025
Politici e “civici” di diversa estrazione alla guida del Coordinamento degli amministratori cattolici. Russo portavoce con La Rocca e Di Donna. Le priorità: giovani, welfare, aree interne e ambiente
Rete di Trieste

Rete di Trieste - Cristian Gennari

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La campagna referendaria ha lanciato nuovi segnali sia sulle polarizzazioni delle piattaforme politiche sia sulla crisi della partecipazione. Elementi che rinnovano le motivazioni e le finalità della Rete di Trieste, nata su iniziativa di 80 amministratori locali di ispirazione cristiana a margine della Settimana sociale del luglio 2024, e che oggi conta circa mille adesioni su tutto il territorio nazionale. Nei giorni scorsi si è costituito il Coordinamento ufficiale all’insegna della trasversalità, con personalità di centrosinistra, centrodestra, centro e “civiche”, estratte a sorteggio in base alle indicazioni dei gruppi regionali e assicurando l’equa rappresentanza di donne e under35. La “cabina di regia” della Rete ha confermato come portavoce Francesco Russo, già senatore del Pd e attualmente vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Russo sarà affiancato da due amministratrici del Sud: Margherita La Rocca Ruvolo, esponente di Forza Italia, deputata regionale della Sicilia e sindaca di Montevago; Pina Di Donna, consigliera comunale di Torre del Greco, popoloso Comune del napoletano, espressione della rete PER, in rappresentanza di un fenomeno più ampio e ancora molto diffuso, quello di credenti che si impegnano negli enti locali attraverso liste autonome.

​I componenti del Coordinamento

Del Coordinamento nazionale della Rete di Trieste fanno parte anche Matteo Mastrini (sindaco di Tresana, Massa-Carrara), Cristina Lodi (assessora comunale a Genova), Manuel Pilotto (consigliere comunale a Cordenons), Debora Ciliento (assessora regionale in Puglia), Marco Titli (consigliere circoscrizionale a Torino), Aldo Salaris (vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna), Alfredo Chiantini (consigliere comunale ad Avezzano), Gian Marco De Biase (consigliere comunale a Bologna), Roberta Osculati (vicepresidente del Consiglio comunale di Milano), Francesca Severi (consigliera municipale a Roma). A guidare il Comitato scientifico sarà Elena Granata, urbanista del Politecnico di Milano e vicepresidente del Comitato promotore delle Settimane sociali.

​A metà luglio eventi nelle 100 province su giovani, welfare e periferie

Primo compito del Coordinamento, organizzare per metà luglio una “conferenza stampa diffusa”, provando a raggiungere le 100 province italiane. Si tratta di proporre agli enti locali un’agenda condivisa, trasversale, che possa essere sottoscritta da amministratori di diversa provenienza politica. Le priorità del documento che sarà portato nei Comuni: i giovani, attraverso percorsi di formazione socio-politica, “spazi garantiti” nelle liste e politiche per l’autonomia abitativa; la partecipazione, sviluppando strumenti come il bilancio partecipativo, le assemblee civiche, i patti di collaborazione tra cittadini e PA, il Consiglio comunale dei ragazzi; il welfare, mediante politiche per il diritto alla casa, l’apertura pomeridiana delle scuole, “patti educativi” con le associazioni, interventi contro lo spreco alimentare; la transizione ecologica, promuovendo le aree a 30km/h, pedonalizzazioni e Comunità energetiche; aree interne e periferie, attivando una campagna nazionale per avere una flat tax territoriale per i piccoli comuni, sostenendo inoltre la nascita di cooperative di comunità e lo sviluppo di servizi intercomunali.

​Il valore della trasversalità politica

«Anche le recenti elezioni amministrative e referendarie – spiega Russo - hanno confermato che c’è bisogno di nuovi linguaggi e di nuovi stili per riavvicinare le persone alla politica. La Rete vuole ribadire anche attraverso l’iniziativa di luglio che, come più volte sottolineato dal cardinale Zuppi, il peggior nemico della democrazia e della partecipazione, e forse anche della possibilità dei cattolici di essere protagonisti della vita pubblica, è questa polarizzazione malata che costringe a schierarsi a priori e a prescindere ed impedisce il confronto sulle idee e sui progetti». Per La Rocca Ruvolo, il neonato Coordinamento, rappresentando persone «di diversa esperienza ecclesiale, professionale e politica», può esprimere una «trasversalità semplice», finalizzata «a condividere buone pratiche, a riavvicinare le persone alla partecipazione abbassando i toni dello scontro, facendo gustare nuovamente il bello di una politica capace di costruire futuro e non ridotta a piccolo rodeo buono solo per qualche talk show». «Se vogliamo che i cattolici oggi contino di più nella politica – conclude Pina Di Donna - dobbiamo partire dalle persone e costruire la politica intorno a loro, non viceversa».

​I rapporti con le associazioni e lo sguardo verso il mondo

La Rete continuerà a mobilitarsi, quando ci saranno le condizioni di piena condivisione, anche su questioni di più ampia portata: è accaduto, ad esempio, con il digiuno per Gaza, cui hanno aderito amministratori di diversa provenienza politica. Allo stesso tempo resterà fermo il rapporto con le associazioni con cui è maturata l’idea della Rete, e da cui provengono molti amministratori: Azione cattolica, Acli, Agesci, Rinnovamento nello Spirito, Movimento politico per l’unità, Mcl, Comunità di Sant’Egidio, Comunione e liberazione. Ma l’idea è estendere il più possibile il dialogo: recentemente il portavoce Russo ha partecipato al “Festival dell’umano tutto intero”, organizzato dal network “Ditelo sui tetti”.

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