venerdì 12 aprile 2024
Proseguono senza sosta le operazioni di ricerca e soccorso. L'ultima vittima accertata è il 37enne Alessandro D'Andrea. I vigili del fuoco: hanno provato a fuggire
Tra grandi difficoltà l'intervento dei vigili del fuoco

Tra grandi difficoltà l'intervento dei vigili del fuoco - Ansa

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Li hanno trovati dove dovevano essere: sulla via di fuga. Con loro, a quasi tre giorni dall’esplosione della turbina e del suo generatore, sale a sei il conto dei morti sul lago di Suviana. «La prima priorità è la ricerca dei dispersi. Non ci siamo fermati un attimo e non ci fermeremo» ha detto il capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, mentre i sommozzatori dei vigili del fuoco estraevano dal cuore distrutto della centrale di Bargi i corpi di Adriano Scandellari, 57enne nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò, lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro, appena insignito con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato. Subito dopo è riemerso il cadavere di Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano, tecnico della Abb. Stritolati in quell’inferno di fuoco, di fumo e di acqua gelida seguito all’esplosione, insieme a Vincenzo Franchina, Pavel Petronel Tanase e Mario Pisani, ritrovati senza vita poco dopo l’incidente. In serata, è stato individuata la terza vittima, Alessandro D'Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli, un paese della provincia di Pisa, dove ha risieduto fino a tre anni fa prima di trasferirsi in Lombardia, insieme alla compagna, anche lei originaria della provincia di Pisa, per lavorare per la Voith di Cinisello Balsamo. Solo uno dei lavoratori risulta ancora disperso. I cadaveri sono stati recuperati ieri al piano -9, uno dei piani allagati dopo l'esplosione. Restano stazionarie invece le condizioni di quattro tecnici ustionati.


«Abbiamo ritrovato le persone esattamente nel posto in cui pensavamo di ritrovarle» ha detto dopo i ritrovamenti il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Calogero Turturici. Ieri mattina le ricerche erano riprese in condizioni di visibilità migliori, dopo che le idrovore avevano rimosso lo strato più superficiale di idrocarburi e i sommozzatori erano finalmente in grado di vedere di fronte a sé. Secondo il comandante «la stragrande maggioranza di quelli che erano dentro un tentativo di evacuazione lo hanno compiuto: alcuni sono riusciti, altri no».

Proseguono senza sosta le operazioni di soccorso

Proseguono senza sosta le operazioni di soccorso - Ansa

Sul fronte delle indagini, che come sempre nelle prime ore di un disastro si salda innaturalmente al dibattito pubblico, la parola d’ordine è “subappalti”. Che può significare cose molto diverse. Ne ha parlato in punto di diritto il procuratore capo Giuseppe Amato, spiegando che la procura sta «ricostruendo lo stato dell'arte dal punto di vista amministrativo, ossia il rapporto che avevano i lavoratori nel plesso aziendale, e la catena degli appalti e subappalti». I magistrati, che hanno deciso di non mettere sotto sequestro l’intera centrale ma - eventualmente - solo i piani coinvolti nell’esplosione, verificheranno «il rispetto della normativa in materia di documento di valutazione dei rischi, che nello specifico richiede quell'approfondimento sui rischi inferenziali, quando hai la presenza sul posto di dipendenti di varie aziende e poi successivamente quando avremo la possibilità di accedere all’impianto ricostruiremo le cause» ha sottolineato il procuratore.

Diverso è l’uso del termine “subappalti” sui media e tra i politici, che hanno adombrato situazioni al limite della legalità nell’utilizzo di manutentori poco esperti e mal pagati, in condizioni di sicurezza deprecabili. Contro questa interpretazione si è scagliato l’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei. «Non c’è nessuna catena di subappalti. Le aziende - ha spiegato riferendosi ai tre contractor incaricati della manutenzione alla seconda turbina - hanno scelto in autonomia. Non meritiamo questo tipo di affermazioni». Enel Green Power ha incaricato Abb, Siemens e Voith «proprio perché si tratta di attività molto specialistiche: queste aziende stavano lavorando da noi incaricate ed è loro decisione se avvalersi solo di personale proprio oppure se chiamare ulteriori specialisti» ha puntualizzato, spiegando che «questo tipo di settore è un settore dove gli specialisti è anche difficile trovarli. A volte nemmeno questi grandi player hanno tutte le specialità, le competenze all'interno e possono rivolgersi ad altre aziende. Loro si sono rivolte a specialisti: in particolare Siemens a due aziende specializzate in lavori di automazione e software, Abb a nessuno, ha fatto tutto con personale proprio, e Voith a un'altra azienda. Non c'è nessuna catena di subappalti. Non esiste una catena di subappalti».


Il problema, come si capisce, è artatamente semantico: per un magistrato un subappalto è un istituto giuridico-economico da valutare, per la massa significa invece fare i lavori in economia e speculare sulla sicurezza. Il manager non ha voluto fare ipotesi sull’accaduto ma ha affermato chiaramente, rispondendo ad accuse lanciate in passato dalla Uil, che «non c'era nessun problema di sicurezza e si trattava di un intervento di aggiornamento pianificato dal 2022: era un normale aggiornamento tecnologico». L’incidente è avvenuto durante il collaudo del gruppo 2, mentre si produceva energia in fase di prova: l’impianto stava funzionando perché si stava collaudandolo ha spiegato.


La società si costituirà parte civile, è stato ventilato, perché ha subito «un danno importante in termini di vite umane e abbiamo subito un danno importante perché qui ci sono stati vari eventi: c'è stata una esplosione, c'è stato un incendio, c'è stata una distruzione, un collasso. Da questo punto di vista abbiamo subito un danno come Enel, ma adesso quello che ci preoccupa è ritrovare i dispersi e stare vicini alle famiglie». Anche Abb ieri ha espresso cordoglio e disponibilità a collaborare con gli inquirenti. I quali sono molto prudenti: «Non è che l'indagine in una vicenda così complessa si misura come se fossimo dei centometristi. Queste sono indagini complesse. Adesso quello che conta è la tempestività di aver coordinato tutti i momenti topici dell'inizio dell'investigazione. Noi non dobbiamo bruciare i tempi, ma dobbiamo utilizzare i tempi giusti per poter arrivare senza inutili suggestioni e senza pressapochismi a dare una risposta seria ad una esigenza di giustizia che eventi di questo tipo implicano. Per cui ci sarà il momento dell'approfondimento. Le attività sono complesse e implicheranno un complesso accertamento di natura tecnica» ha ribadito lo stesso procuratore capo di Bologna, Amato. Anche lui ha neutralizzato le accuse della Uil: «Non abbiamo avuto contezza» specificando che ove vi fosse stato un problema di sicurezza la denuncia sarebbe stata indirizzata agli organi di vigilanza e non alla magistratura. Replica della Uil: la denuncia fu fatta due anni fa e il sindacato è pronto a informare i magistrati.


La Procura intanto si prepara a nominare dei periti e ad affidare «deleghe specifiche ad ogni forza di polizia» proprio perché si tratta di un caso estremamente tecnico e complesso.


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