mercoledì 12 luglio 2017
Il segretario del Pd a tutto campo alla presentazione al Maxxi del suo libro "Avanti": l'immigrazione, la Libia, l'Europa. E poi la sconfitta al referendum e il ripensamento sulle dimissioni
«Sullo Ius soli non c'è e non ci sarà divisione Pd-governo»
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«Sullo ius soli non c'è alcuna divisione tra l'azione del Pd e quella del governo: non c'è oggi e non ci sarà nei mesi a venire. Il governo deciderà se e quando metterà la fiducia e noi la sosterremo». A ribadirlo è il segretario del Pd Matteo Renzi presentando il suo libro Avanti al Maxxi. «Pieno sostegno al presidente del Consiglio e ai ministri che si occupano della questione migranti», aggiunge.

Sul problema dei migranti forzati dice: «Ora bisogna bloccare il più possibile partenze dall'Africa. Ma tocca ricordare che il problema, nasce tutto dall'operazione in Libia che non aveva senso. Obama s'è scusato, gli altri no. Quanto alla frase "aiutiamoli davvero a casa loro", non capisco le tante polemiche, soprattutto - aggiunge Renzi - nella mia parte politica».

Renzi apre il capitolo Ue: «Siamo l'Italia e ogni anno diamo 20 miliardi all'Europa, non posso accettare che quello che dice Bruxelles sia la Verità. E poi: «Iniziamo a parlare di cosa chiediamo noi all'Europa. Nel 2018 si parlerà di bilancio. Iniziamo a dire che se i Paesi dell'est Europa non accolgono i migranti, l'Italia chiude il rubinetto».

«La discussione di queste ore dopo l'uscita delle anticipazioni del mio libro - spiega ai microfoni di Rtl - è positiva: si è smesso di parlare di poltrone e coalizioni e si parla di cose concrete. Nel libro scrivo tre cose: racconto quel che ho vissuto, spiego che anche i politici hanno un'anima, poi c'è il racconto di come sono andate veramente alcune cosette e poi ci sono idee concrete sul futuro di cui mi piacerebbe discutere».

Alla domanda su chi lo abbia tradito, Renzi afferma: «Non parlerei di persone che ti tradiscono, ma quando sei lassù e sei potente molti ti dicono "quanto sei bravo, quanto sei bello". A quel punto capisci che...». «Io mi ero dimesso e volevo lasciare - aggiunge - e nel libro spiego perché sono tornato in politica: in quei giorni ricevetti 26 mila email che dicevano "non è colpa tua", torna a combattere. Qualche sconfitta fa bene», ha proseguito: «Fa male, ma la sconfitta ti aiuta a ripartire e a capire chi c'è davvero con te. Molti dicono il problema è il tuo carattere, tutti noi abbiamo problemi di caratteri, ma alla fine noi dobbiamo cambiare l'Italia non il mio carattere» ha concluso.

Renzi prosegue poi nella polemica a distanza con Massimo D'Alema: «E' passato da antiberlusconiano a antirenziano? Non lo so. Ma D'Alema antiberlusconiano non lo è mai stato». A riaccendere il fuoco erano state proprio le anticipazioni del suo libro in cui ha raccontato un retroscena sull'elezione del presidente della Repubblica, quando Berlusconi venne da lui e gli disse di essersi già messo d'accordo con D'Alema su un nome, che all'epoca i giornali individuarono in Giuliano Amato. Renzi, nel libro scrive che in quel momento gli fu chiaro che il "Patto del Nazareno" era finito. D'Alema ha risposto che si tratta «di sciocchezze». Come buoni propositi per il futuro, infine Renzi si propone di «correre e leggere. E vorrei fare triathlon, e lo farò».

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