sabato 1 ottobre 2016
​​Il premier diffidente verso i talk show: fanno opposizione, sarò in piazza. La campagna di affissione concentrata nei centri minori.
 Referendum, Renzi: «Spingerò il Sì spiegando»
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La sfida non è convincere. È parlare. È spiegare. È approfondire. È moltiplicare i momenti di confronto. Matteo Renzi usa un’immagine per raccontare la strategia: comunicazione orizzontale. Poi la spiega con parole semplici: i voti per il 'sì' vanno cercati piazza per piazza, casa per casa. È lui a guidare una macchina del 'sì' dai numeri imponenti: quattromila sedi del comitato guida più i circoli del Pd, migliaia di volontari di cui diecimila per le piattaforme web. Tutti i ministri sono in campo. Ma soprattutto è in campo il premier. Questa sera sarà a Pesaro e a Rimini. Con un solo obiettivo: parlare del referendum del 4 dicembre. L’agenda di Renzi non ha più una data libera. Un tour interminabile soprattutto nei piccoli centri, nei comuni minori, «perchè nelle grandi città ci si informa di più», perchè «bisogna andare dove il main streamnon arriva». Una valutazione a cui si legano scelte nette. La prima è sulla campagna di affissioni. È già partita e si concentrerà nei centri minori. Cartelloni con domande. Cartelloni che interrogano. Cartelloni che si legano a un altro slogan del premier: «La scelta è nelle vostre ma- ni». Renzi spiega quasi maniacalmente il suo progetto di comunicazione orizzontale. Con immagini 'facili'. «Ognuno di voi ha cinque amici. Parlate», ripete il capo del governo ai 'volontari' del 'Si'. E fissa i punti chiave della riforma. Quelli che tutti capiscono. Quelli che convincono. Quelli da comunicare. Uno: fine del bicameralismo. Due: la riduzione dei costi. Tre: 215 senatori spariscono. C’è il 'porta a porta' e ci sono i grandi media: internet e tv. Il sito di 'BastaunSi' è il network principale della campagna web. E da lì che passano tutti i messaggi di sostegno, gli annunci delle iniziative, il punto sulle donazioni. Il Pd per vincere ha già messo a disposizione 1,7 milioni di euro. Poi c’è la televisione. Renzi ha messo in conto le difficoltà. Parla di talk in campo per il no. E prepara le contromosse. Andrà in tv «anche in situazioni non protette» e lo farà con una linea comunicativa già definita: niente attacchi, spiegazioni; niente toni duri, confronto. «Perchè il no è molto rumoroso, mentre il sì sta provando a costruire una casa mattone dopo mattone». Gli ultimissimi sondaggi raccontano una partita assolutamente aperta. I no e i sì sono testa a testa tra il 36 e il 38 per cento. Poi c’è una quota ampia di indecisi. Renzi deve convincere questi ultimi. Anche con una campagna parallela attenta all’economia e ai temi sociali. Mancano nove settimane e ci si interroga se ci sarà un colpo a effetto. Oggi lo escludono. E raccontano ancora un Renzi privato: «Ho troppo rispetto per la Costituzione per pensare di strappare consensi con colpi a effetto. La strada per vincere è solo una: spiegare, spiegare, spiegare».
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