martedì 25 febbraio 2014
I sì sono stati 378, i no 220. I presenti sono stati 599, 598 i votanti. Un astenuto.
Lo schema capovolto di Marco Tarquinio
Renzi I, tutto in dodici mesi (A. Celletti)  | I conti della Renzinomics (E. Fatigante)
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Il Governo Renzi, dopo il via libera ottenuto al Senato, incassa anche la fiducia della Camera con 378 sì (220 i no e un astenuto). A votare a favore della mozione di maggioranza sulle dichiarazioni programmatiche del premier sono stati Partito democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica, Centro democratico, Per l'Italia. Contrari invece M5S, Forza Italia, Lega Nord, Sinistra Ecologia Libertà, Fratelli d'Italia.LE DICHIARAZIONI DI VOTO"Diciamo no alla fiducia al governo Renzi per la stessa ragione per la quale dicemmo no al governo Letta. Perché la guida della Nazione deve essere diretta emanazione della volontà popolare e non frutto di manovre di palazzo. Non saremo mai complici di chi intenda sottomettere la nostra libertà agli interessi di chicchessia". Lo ha detto nell'Aula della Camera Giorgia Meloni di Fdi in dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Renzi. "Sono felice che andiate a Tunisi, ma sarei ancora più felice se andaste in India a far liberare i nostri marò", ha concluso."C'è chi dice che Renzi sia l'uomo della Provvidenza. Noi neghiamo la fiducia al Governo Renzi e confidiamo solo nella Provvidenza". Lo ha detto nell'Aula della Camera Giancarlo Giorgetti della Lega in dichiarazione di voto sulla fiducia al Governo Renzi.  Rilevando di considerare Renzi "un oratore buono quasi quanto Berlusconi", Giorgetti osserva: "A Letta avevo detto di volare alto e di guardarsi alle spalle. A lei dico di volare basso e salvare qualche azienda". "Il voto favorevole di Centro democratico è il frutto di una scelta di coalizione della qualeci rallegriamo. Crediamo in una nuova possibilità per l'Italia e noi ci stiamo". Lo ha detto nell'Aula della Camera Bruno Tabacci di Cd in dichiarazione di voto sulla fiducia al Governo Renzi. "La fiducia al governo Renzi è la fiducia a una legislatura costituente". Lo ha detto nell'Aula della Camera, Daniel Alfreider, della Svp. "È fondamentale collegare anche fisicamente l'Italia all'Europa con quelle infrastrutture che servono, come è fondamentale la lotta alla burocrazia. È un momento storico", ha concluso."Noi chiediamo a questo Governo di definire, già nei prossimi giorni, un contratto di coalizione che metta nero su bianco le cose da fare e i tempi per la loro realizzazione. Dobbiamo uscire dal 'coro della lamentazione' in fretta, con un contratto vero che leghi tutte le forze politiche insieme, responsabili di fronte agli italiani". Lo ha dichiarato il capogruppo di Scelta Civica alla Camera, Andrea Romano, esprimendo il voto di fiducia di Scelta Civica al Governo Renzi. "Noi di Scelta Civica - ha aggiunto Andrea Romano - ci impegniamo fin da subito affinché si producano rapidamente quei risultati che gli italiani ci hanno chiesto con il loro voto". "Sarebbe disastroso che il suo Governo non ricevesse la fiducia. E noi siamo pronti aconcedergliela. Ma l'avverto che non intendiamo rinunciare alle nostre libere convinzioni. Se fossimo in tempi normali evidenzieremmo tutte le nostre perplessità, che sono diverse: dal modo in cui si è aperta la crisi governo, alla decisione di  cancellare un ministero come quello sulle politiche comunitarie. Ma non siamo in un tempo normale. Ci sono effetti drammatici di un lungo periodo di stagnazione del nostro Paese. Frutto anche di un deficit culturale della politica. E quindi non lo faremo". È quanto afferma il deputato di PI Lorenzo Dellai intervenendo nell'Aula di Montecitorio.  Fabrizio Cicchitto nella sua dichiarazione di voto in aula alla Camera. L'esponente del Nuovo centrodestra ha detto che il suo partito "condivide le proposte" presentate da Renzi anche se "richiedono degli approfondimenti". Ha quindi ribadito che tra la riforma del Senato e la legge elettorale "c'è un nesso strettissimo come d'altra parte - ha rimarcato Cicchitto rivolto al premier - ha affermato lei stesso quando ha parlato del superamento del bicameralismo delle riforma elettorale e del titolo V". Pertanto "la via maestra è l'approvazione dell'emendamento Lauricella"."La sua sfida, la sua agenda la accetto a nome del mio partito: sulle riforme che stanno a cuore agli italiani, lavoro, fisco, burocrazia, giustizia. Noi ci stiamo, anzi la sfidiamo noi. Sarà in grado di cancellare la legge Fornero? Sui debiti della Pubblica amministrazione saremo con lei. Così sulla delega fiscale, la riduzione della pressione fiscale, le regaliamo il copyright. Sulla giustizia: è pronto alla responsabilità civile dei magistrati? Separazione delle carriere? Basta con le ipocrisie? Basta con le intercettazioni a strascico? Se è questa la sua riforma siamo con lei. Ma a scatola chiusa e vuota no". Lo ha detto, intervenendo in Aula per le dichiarazioni di voto sulla fiducia al Governo, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che ha aggiunto: "Non si governa grazie a un premio di maggioranza costituzionalmente usurpato, non si governa fino al 2018, ma solo il tempo di fare le riforme delle regole elettorali e istituzionali e poi si va al voto. Le auguriamo la fiducia che si ottiene dal popolo, solo quella"."La speranza è il bene più grande che hanno consegnato gli italiani al presidente del Consiglio e alla politica, non possiamo fallire". Lo afferma Marco Di Lello, presidente dei deputati socialisti dichiarando la fiducia al governo Renzi. "Questo Governo ha il compito di cambiare l'Italia, un Paese dove sia il merito a determinare il futuro dei propri figli senza alcuna discriminazione, un'Italia dei diritti, un'Italia del sapere, l'Italia che non lucra sul gioco d'azzardo, che difende i più poveri e deboli, un'Italia che si fondi sulla solidarietà". "Ius soli, unioni civili, scuola pubblica i punti fermi dei socialisti", continua Di Lello aggiungendo che "lentamente muore chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno. I socialisti sognano ancora un'Italia più giusta e più equa"."Vergognatevi, vergognatevi tutti. Non meritate di rappresentare gli italiani". Lo ha detto ilcapogruppo M5S Federico D'Incà. "Le parole di Barca - ha osservato ritornando sullo scherzo de La Zanzara all'ex ministro del Governo Monti - sono le fiamme ardenti dove brucia la nostra Costituzione e rivelano un intreccio di poteri forti". Il Paese "ha bisogno di risposte e subito", ha aggiunto. "Noi siamo pronti a governare questo Paese. La maggioranza darà la fiducia a questo Governo e questo sarà l'ultimo Governo dei partiti. Il prossimo sarà il Governo del Movimento 5 Stelle", ha detto ancora D'Incà.  "A un anno di distanza dalle elezioni politiche voto oggi la seconda fiducia a un governo di larghe intese. Lo faccio nella consapevolezza che l'attuale legge elettorale renderebbe impossibile ogni speranza di restituire all'Italia quel sistema politico innovato, fondato su bipolarismo e alternanza, che fu all'origine della messa a dimora dell'Ulivo e della nascita del Pd". È quanto dichiara Sandra Zampa, deputata e vicepresidente del Partito democratico.LA REPLICA DI RENZI"Mi ero preparato una replica puntuale su tutti gli interventi, che sono stati 57 da stamattina. Ma poi ho pensato che entrando in aula (mai mi era capitato né da turista né quando collaboravo con Pistelli) si prova senso di stupore vero. Lo dico in modo non formale. Tutte le aule parlamentari danno un senso di vertigine, bellezza, intensità come luogo della democrazia". È iniziato così l'intervento del premier Matteo Renzi in sede di replica alla Camera. "Per questo Governo non ci sono alibi: se ci riusciremo abbiamo fatto il nostro dovere, se non ci riusciremo sarà solo colpa nostra; non è un atto di coraggio, ma di responsabilità". Lo ha ribadito il premier. "Io non sono un onorevole, ma voi siete onorevoli, degni di onore. Entrando mi sono detto quanto siate fortunati tutti i giorni, perché ci facciamo un callo, ma sedete in posto dove grandissimi della nostra storia, di diverse estrazioni politiche e culturali, hanno seduto". Così il premier. Il primo viaggio di Renzi all'estero, con il ministro degli Esteri Mogherini, "non sarà a Bruxelles, non sarà a Berlino, ma sarà a Tunisi, la settimana prossima, nel cuore di quel mare nostrum che noi speriamo ritorni centrale", ha detto lo stesso presidente del Consiglio.Dopo la strage di Capaci "nel '92-'94 si è toccato il punto più basso della politica, lo Stato sembrava inerte, sconfitto, i figli migliori del nostro Paese venivano mandati al martirio. Per questo quando sento parlare di mafia con leggerezza, quando sento parlare di pizzini, avverto un brivido di dolore", dice il premier Matteo Renzi alla Camera."Per questo governo non ci sono alibi: se ci riusciremo abbiamo fatto il nostro dovere, se non ci riusciremo sarà solo colpa nostra; non è un atto di coraggio ma di responsabilità". Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi nella replica sul dibattito di fiducia alla Camera. "Comprendiamo la difficoltà di capire una cosa complicata che si chiama democrazia interna, provateci anche voi": ha detto il premier rivolto verso i banchi del M5S. "So che è difficile da capire per chi non è abituato al dibattito interno tra una comunità di donne e uomini, persone diverse che si chiama partito. Nel Pd siamo abituati a confrontarci quando dobbiamo litigare lo facciamo" e "abbiamo il coraggio di riconoscere che chi vince ha la maggioranza"."Pensiamo che il semestre europeo sia una gigantesca opportunità, non una formalità. L'Europa non è il nostro nemico". Così il premier Matteo Renzi. Addossare all'Ue la colpa dei problemi dell'Italia, afferma, significa "non soltanto negare l'evidenza dei fatti ma tradire la storia istituzionale di questo Paese che ha costruito l'Europa".Matteo Renzi torna anche alla Camera a spiegare la nascita del suo Governo fuori da un passaggio elettorale. Come ieri al Senato, infatti, il premier ha sottolineato che il Paese ha oggi "un'unica chanches: quella di sfruttare la timida ripresa per cambiare profondamente. Questo cambiamento radicale - ammette - avrebbe meritato un passaggio elettorale, ma solo se ci fossero state le condizioni di creare una maggioranza stabile, solida e responsabile del mandato degli elettori". Così non era e "se avessimo avuto un passaggio elettorale come un anno fa, il problema si sarebbe riprodotto"."Quando Bersani ha vinto non mi ha escluso dal Pd e il fatto che Bersani sia qui oggi è un segno di stile, di rispetto non solo personale, ma politico". Lo ha detto il premier Matteo Renzi in aula alla Camera.Matteo Renzi non rinuncia né alla tecnologia, né a utilizzare la sua terminologia. E in sede di replica alla Camera annuncia di voler "sintetizzare in tre tweet" il "contesto politico in cui ci ritroviamo". Il primo, decisamente però più lungo rispetto ai 140 caratteri del social network, riguarda la fotografia che vede "il mondo che corre il doppio rispetto all'Europa" e un'Italia che, al'interno dell'Europa paga "un grado di difficoltà maggiore rispetto agli altri paesi". Una situazione, ha sottolineato il premier, che "non nasce negli ultimi 3 anni, che non è colpa degli ultimi 2 governi. Ma viene dalle difficoltà degli ultimi 15 anni". Per dare una svolta, allora, Renzi indica nel cambiamento l'unica occasione disponibile: "Cambiare la P.A., il sistema della giustizia, il fisco, la vita dei lavoratori e degli imprenditori".Serve una "gigantesca battaglia perché la stabilità della sicurezza scolastica sia più importante della stabilità dei conti. E' un fatto di credibilità e dignità". Lo ha detto il premier Matteo Renzi in aula alla Camera.IL DIBATTITO ALLA CAMERATra i primi interventi in aula quello di Stefano Fassina, deputato della minoranza democratica che si conferma gelido con il nuovo esecutivo: "La solitudine al governo non funziona, il fallimento se ci sarà, sarà condiviso" dice l'ex viceministro all'Economia di Letta che poi chiede a Renzi di ricordarsi degli esodati. "Voto la fiducia vista la delicatissima fase in cui si trova il Paese, ma - chiarisce Fassina - la distanza tra noi resta, giudicherò volta per volta". "Ciao Matteo, volevo solo dirti che stai sbagliando", è invece stato l'esordio del deputato del Pd Pippo Civati, a capo di una corrente molto critica con la "staffetta" Letta-Renzi. "Dopo un lungo travaglio voterò la fiducia perché non bisogna sfasciare tutto, ma lo faccio con forte disagio", la decisione finale di Civati.Non scontato il discorso di Michaela Biancofiore, fedelissima di Berlusconi, che ha definito Renzi "gagliardo e spontaneo" tanto da essere disposta a dargli "la fiducia come persona, ma non come maggioranza". Bagarre in aula quando ha preso la parola Carlo Sibilia dei 5 Stelle che ha bollato Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan come "figli di troika". Immediata la protesta dai banchi del Pd e il rimprovero della presidente della Camera Laura Boldrini. Fuori dal Parlamento Beppe Grillo va di nuovo all'attacco sul suo blog: "Uno come Renzie presidente del Consiglio è un miracolo delle lobby".In aula anche un momento di commozione con il ritorno di Pierluigi Bersani. Un lungo e coloroso applauso ha accolto l'ex leader Pd che il 5 gennaio scorso è stato colpito da una emorragia cerebrale. Sulla fiducia a Renzi nei giorni scorsi Bersani era stato chiaro: "Va votata, altrimenti finisce il Pd". L'abbraccio più caloroso con Enrico Letta, che è arrivato a Montecitorio a metà pomeriggio. L'ex premier subito dopo il freddissimo passaggio di consegne con Renzi era volato a Londra con la famiglia.LA FIDUCIA AL SENATODopo una 'maratona' di quasi 11 ore, il Governo Renzi ha incassato all'una di notte la fiducia al Senato con 169 sì e 139 no, cioè con quattro consensi in meno rispetto all'esecutivo Letta. 31 sì sono del Ncd; uno solo di Gal (Letta ne ebbe tre); 107 del Pd (anche stavolta Grasso non ha votato); otto di Scelta Civica; 11 di "Per l'Italia"; 11 dal gruppo Autonomie, assente stavolta Elena Cattaneo.  Da segnalare l'assenza dei tre senatori a vita: Carlo Azeglio Ciampi, Renzo Piano ed Elena Cattaneo. Carlo Rubbia, invece, ha votato in tutte e due le occasioni.

 

CONSIGLIO DEI MINISTRI ALLA CAMERAIl Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 9.50 alla Camera dei Deputati - Saladel Governo, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, per approvare il decreto del presidente della Repubblica di scioglimento del Consiglio comunale di Scalea (Cs) in scadenza oggi. L'atto è stato assunto, spiega una nota di Palazzo Chigi, al fine di consentire il completamento delle operazioni di risanamento delle istituzioni locali nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata.

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