martedì 17 agosto 2010
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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la notizia della scomparsa del presidente emerito della Repubblica senatore Francesco Cossiga, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «A sentimenti di affettuosa vicinanza ai figli e a tutti i famigliari di Francesco Cossiga si unisce la mia forte commozione personale, che nasce dal ricordo del nostro primo incontro in Parlamento nel lontano 1958 e del comune impegno cui ci avviammo da giovani deputati, con eguale passione civile anche se su sponde politiche diverse. Mi colpirono subito - insieme con la vivacità e varietà dei suoi interessi culturali - quella ricchezza umana, quell'animo estroverso e cordiale e quel senso dell'umorismo che sempre ne avrebbero accompagnato il lungo servizio nella vita pubblica. «Un lungo servizio, un lungo percorso nelle istituzioni repubblicane, che lo vide combattivo protagonista di stagioni tra le più intense e drammatiche della nostra storia nazionali - prosegue il capo dello Stato -. Tra esse, quella della lotta contro il terrorismo, in difesa dello Stato democratico e delle libertà civili e in nome dell'unità delle forze popolari. Fu in quella dura stagione che la sua vita fu per sempre dolorosamente segnata dalla tragica vicenda del sequestro e dell'assassinio di Aldo Moro a opera delle Brigate Rosse». «Francesco Cossiga ha conosciuto i momenti dello scontro politico e dell'amarezza; e ha altresì conosciuto i momenti del più alto riconoscimento e consenso, con l'elezione a presidente del Senato e con l'elezione a presidente della Repubblica. La sua resta una figura eminente di quel grande movimento che è stato in Italia il cattolicesimo liberale e democratico; e insieme una figura altamente rappresentativa della fusione tra un forte  senso delle diverse storie e culture di cui è fatta l'Italia, come gli diceva la sua Sardegna, e l'incrollabile impegno dell'unità nazionale. La molteplicità dei contributi che Francesco Cossiga ha dato allo sviluppo della Repubblica anche sul piano delle relazioni internazionali - conclude il presidente della Repubblica - , e la ricostruzione della sua complessa vicenda umana, meritano attenti e obbiettivi approfondimenti che non potranno mancare».Con Francesco Cossiga «l'Italia perde una parte della sua storia e un conoscitore profondo delle sue istituzioni». Il presidente del Senato, Renato Schifani, esprime così il cordoglio, suo e del Senato, per la morte dell'ex presidente della Repubblica. «La sua figura, la sua passione politica e civile, il suo atteggiamento schietto nei confronti della realtà - sottolinea - rimarranno sempre vivi nel nostro ricordo e continueranno a esserci d'esempio». «A nome mio personale e dell'Assemblea di Palazzo Madama - scrive Schifani - esprimo i sentimenti del più profondo cordoglio per la scomparsa del presidente emerito della Repubblica, Senatore Francesco Cossiga. Esponente di primo piano della Democrazia Cristiana e stimato costituzionalista, ha percorso con una brillante e precoce carriera politica tutto il cursus honorum repubblicano, assurgendo alle più alte magistrature dello Stato». «Deputato all'età di trent'anni - aggiunge il presidente Schifani - è stato più volte sottosegretario e poi ministro, guidando per due anni il dicastero dell'Interno. Di quest'ultimo periodo, in particolare, ricordiamo la sua intensa e sofferta partecipazione al dramma di Aldo Moro. Due volte presidente del Consiglio, tra il 1983 e il 1985 ha presieduto questa Assemblea con straordinaria autorevolezza e non dimenticata dedizione - continua Schifani - sino alla sua plebiscitaria elezione a presidente della Repubblica». «Del suo settennato al Quirinale - si legge ancora nel messaggio del presidente Schifani - ricordiamo tutti la grande attenzione per il rispetto delle regole e delle prerogative costituzionali del Capo dello Stato, nonchè la presenza attiva e coraggiosa sulla scena politica nella fase di transizione apertasi con la disgregazione del blocco socialista in Europa orientale. Da Senatore di diritto e a vita, Francesco Cossiga non ha cessato il suo impegno, incarnando il ruolo di coscienza critica di questi ultimi difficili tempi: tutti ricordiamo i suoi interventi appassionati nell'Aula di Palazzo Madama, le sue argomentazioni lucide, la sua lettura originale e illuminante dei fatti e delle circostanze».  «Ho appreso con profondo dolore la notizia della morte del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga», afferma in una nota il presidente della Camera Gianfranco Fini. «In oltre cinquant'anni di attività al servizio delle istituzioni, prima come sottosegretario poi come ministro, presidente del Consiglio, presidente del Senato e, al culmine del suo cammino istituzionale, come capo dello Stato, Cossiga ha interpretato con vigore e coerenza i principi della Costituzione, fornendo anche  un prezioso contributo alla salvaguardia della democrazia nel corso di alcune delle fasi più drammatiche della vita repubblicana dei decenni passati. Il  presidente Cossiga, di cui ricordo con onore e piacere l'amicizia personale - prosegue Fini - è stato uomo di grande vivacità culturale e non ha mai cessato di essere presente,  anche nel corso degli ultimi anni, nel dibattito italiano, fornendo sempre interessanti argomenti di riflessione alle forze politiche e all'opinione pubblica del nostro Paese. I suoi interventi sono sempre stati caratterizzati da un alto sensodelle istituzioni unito a una grande libertà intellettuale, che ha saputo esprimere anche attraverso i suoi illuminati e acuti interventi come giurista e costituzionalista insigne. Ci mancherà la sua intelligenza profonda e vivace come anche la sua ironia utilizzata come lente per interpretare con originalità e brillantezza i fatti di un mondo in trasformazione. Ai familiari dell'illustre uomo di Stato scomparso - conclude il presidente della Camera - desidero esprimere i sensi del cordoglio più sentito mio personale e della Camera dei deputati».«Esprimo il mio più sentito cordoglio per la scomparsa di Francesco Cossiga. Con lui se ne va anzitutto un amico, ma soprattutto l'Italia perde un insostituibile patrimonio politico, culturale e umano. Con il suo impegno Cossiga è stato un esempio per tanti cattolici che hanno deciso di giocare la propria responsabilità nelle istituzioni pubbliche. E di questo gli saremo sempre grati». È quanto dichiara il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi. «L'ho inteso l'ultima volta al telefono il 26 luglio scorso, giorno del suo compleanno; mi chiamò perchè gli avevo scritto un biglietto di auguri; mi parlò senza alcun tono di voce, tale che riuscivo a sentire soltanto il suo faticoso respiro, che mi ripeteva con commozione il suo grazie; rinnovai ogni augurio, ripetendogli: Francesco, ti voglio molto bene». Oscar Luigi Scalfaro, ex presidente della Repubblica, ricorda la figura di Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica al quale era legato da un'amicizia "profonda", mai incrinatasi anche in presenza di divergenze politiche. «Ho conosciuto Francesco Cossiga nella vita parlamentare - ricorda Scalfaro - giovane colto, molto preparato, particolarmente sensibile ai temi politici e capace di vivace dialettica, di principi cristiani assai convinti, insieme a uno spirito intelligentemente libero. Nacque tra noi una piacevole amicizia. Sono convinto che rimane per me un caso eccezionale di un rapporto di amicizia - sottolinea Scalfaro - veramente intenso e profondo, nella libertà assoluta di avere coincidenza nel pensiero politico o di essere in posizioni divergenti. La bellezza di questa amicizia è quella che mi ha consentito sempre di dire a Cossiga il mio pensiero, specie quando non coincideva con il suo, ripeto: questo è avvenuto sempre e non ha mai neppure minimamente turbato o messo in crisi il rapporto di affetto vivo e profondo. Quando da capo dello Stato mandò un messaggio al Parlamento sulla nostra Costituzione, presi la parola in aula e contestai fermamente questa sua posizione; lui stesso ebbe modo di darmi atto del mio rispetto assoluto alla sua altissima responsabilità e alla sua persona, come era mio preciso dovere, e la nostra amicizia rimase viva e per me particolarmente confortante».«Piango un uomo coraggioso e fuori dal comune, al quale mi legava un'amicizia sincera, cementata in momenti drammatici e dolorosi». Così si esprime il senatore a vita Giulio Andreotti dopo aver appreso «con grande dolore» la notizia della morte del «caro Francesco Cossiga». «Ricordo - prosegue Andreotti - la sua azione politica fine, lungimirante e concreta, costruita sui valori del cattolicesimo democratico, coerentemente vissuti, e su una profonda cultura giuridica».«Piango un amico carissimo, affettuoso, generoso. Mi mancheranno il suo affetto, la sua intelligenza, la sua ironia, il suo sostegno. Ai suoi figli l'impegno della mia vicinanza». È questo il ricordo di Francesco Cossiga che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, affida ad una nota. «Apprendo con dolore la notizia della scomparsa di Francesco Cossiga. È stato un grande protagonista della vita democratica del nostro Paese». È quanto dichiara, in una nota, il presidente del Copasir, Massimo D'Alema. «Con lui - prosegue D'alema - abbiamo avuto momenti di incontro così come di aspri conflitti, vissuti sempre con rispetto reciproco e lealtà. In questi ultimi anni - conclude il presidente del Copasir - ci hanno unito un'intensa amicizia, della quale gli resterò grato».«Personalità anticonformista, coraggiosa e anticipatrice, la sua "scomodita" è stata coerentemente preservata in tutto il corso della sua vita». Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ricorda così Francesco Cossiga, uomo «scomodo anche nell'amicizia, ma sempre affettuoso e leale». Con la morte del senatore a vita, aggiunge Casini, «scompare uno dei protagonisti della vita della nostra Repubblica». «In lui, come in pochi altri, si sono sintetizzate - sostiene il leader dell'Udc - le alterne vicende della politica: ha avuto grandi soddisfazioni e infinite amarezze, si è dimesso ed è risorto politicamente più volte». «È stato un grande democratico cristiano - dice ancora Casini - e ha picconato come pochi altri la Democrazia Cristiana di cui percepiva l'afasia degli ultimi anni. Nella fase del bipolarismo ha cercato generosamente e senza successo di limitarne le degenerazioni che tutti constatiamo».«L'Italia dei Valori si associa al dolore della famiglia per la scomparsa del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga». Lo afferma in una nota il leader dell'IdV, Antonio Di Pietro.«Scompare con Francesco Cossiga una delle figure più eminenti della storia repubblicana. Anticomunista convinto, ha però sempre sinceramente rispettato i comunisti. Il più delle volte lo abbiamo avuto come avversario, ultimamente - per le bizzarrie della politica italiana della cosiddetta Seconda repubblica, da Cossiga giustamente mai apprezzata - lo abbiamo avuto anche come alleato. Sempre, in entrambe le vesti, duro e leale». Lo dichiara Oliviero Diliberto, Segretario nazionale del Pdci - Federazione della sinistra. «Aspro, non di rado asperrimo, ma lucido e mai ipocrita, lo ricordiamo - aggiunge - con rispetto. Dare oggi, a caldo, un giudizio sul suo lungo operato, è evidentemente impossibile. Cossiga ha infatti rappresentato nei decenni molte e diverse, talvolta contraddittorie posizioni ed interessi». «È stato - prosegue - l'uomo delle leggi emergenziali, del caso Moro, della Nato e di gladio, delle picconate alla Prima repubblica, ma anche della nascita del primo governo a guida postcomunista, con i comunisti parte integrante. Un bilancio si farà in seguito. Ma guardandoci intorno desolati, lo ricordiamo con rimpianto, pensando - conclude - a una politica italiana repubblicana che oggi, nel basso impero imperante, evidentemente, non esiste più. Alla famiglia, il cordoglio dei comunisti italiani».«Una notizia molto triste»: Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, esprime cordoglio per la morte di Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica. «Se ne vanno - afferma - una persona singolare e straordinaria e una parte della nostra storia».«Con la scomparsa di Francesco Cossiga, l'Italia perde non solo un protagonista di un cinquantennio di storia politica, ma una voce libera, mai conformista, mai omologata alla banalità o al politically correct». Così Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. «Personalmente - aggiunge - ho sperimentato in alcune occasioni la sua generosa attenzione, e gli sono ancora grato per quei momenti di dialogo e, per me, soprattutto di ascolto. Credo che per tutti, anche per i suoi avversari o per quanti non hanno condiviso l'una o l'altra delle sue vicende politiche, ci sia motivo di memoria e di riflessione. Invio ai suoi familiari, a quanti lo hanno amato, le mie sentite e affettuose condoglianze».«Sono profondamente addolorata per la scomparsa del Presidente Francesco Cossiga, per oltre mezzo secolo protagonista assoluto della scena politica italiana ed europea», è il commento del ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che aggiunge: «Ci mancheranno il suo intuito e la lungimiranza al servizio di una politica forte ed equilibrata sempre nell'interesse esclusivo del Paese. L'Italia perde una figura di grande levatura morale che ha donato, anche alla nuova classe politica, quella spinta emotiva e valoriale indispensabile per dare un futuro al nostro Paese». «Sono profondamente colpito e addolorato per la scomparsa del vostro caro papà. Perdiamo con lui un tenace protagonista politico della prima stagione repubblicana, e un coraggioso anticipatore delle nuove prospettive che la fine del comunismo e della Guerra Fredda aprivano anche e soprattutto per l'Italia e la sua architettura costituzionale». Lo scrive il ministro degli Esteri Franco Frattini in un messaggio di cordogli ai figli dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, scomparso oggi. «Il suo cattolicesimo liberale - prosegue Frattini - ha accompagnato e illuminato tanto gli anni tormentati e bui dell'estremismo, quanto le più recenti prove del bipolarismo italiano, senza mai rinunciare alla responsabilità che ogni civil servant sa assumersi fino a pagarne le più dolorose conseguenze». «Di questo suo alto senso dello Stato vi sono costanti e importanti testimonianze che hanno fatto di Francesco Cossiga un insostituibile punto di riferimento per tutti noi. La sua voce e le sue parole che spesso hanno accompagnato e incoraggiato la mia esperienza istituzionale - conclude il titolare della Farnesina - mi mancheranno. Anche il suo coraggio, coraggio di presidente». «Con Francesco Cossiga scompare uno dei maggiori protagonisti dell'Italia democratica, che svolse un compito determinante a difesa delle nostre istituzioni». Il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan ricorda così il presidente emerito della Repubblica scomparso oggi a Roma. «Un compito svolto - spiega Galan - quando da ministro e poi da presidente della Repubblica seppe ridare valori e significati condivisi alla società italiana che era stata aggredita in modo violento e sanguinario dal terrorismo. Cossiga ebbe come pochi altri il gusto di praticare la grande politica e spesso i suoi interventi servirono ad illuminare i difficili percorsi di un Paese che durante gli ultimi decenni ha conosciuto crisi difficili se non drammatiche». Per Galan «di Cossiga bisognerà ricordare anche la passione per la cultura  e per quei Paesi europei che seppero fondare secoli fa le regole fondamentali delle autentiche democrazie parlamentari. Il mio più sincero cordoglio alla famiglia del presidente emerito e a  tutti coloro che in questi anni gli sono stati accanto». «È già davanti al Signore con in tasca la preghiera del partigiano. Come loro fu per tutta la vita ribelle per amore della libertà. Con lui si spegne la voce più alta del cattolicesimo politico europeo». È il cordoglio del ministro Gianfranco Rotondi alla morte dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.«Con la scomparsa di Francesco Cossiga perdiamo una figura insostituibile della classe politica italiana e un pezzo importante della storia repubblicana del nostro Paese». Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, esprimendo il suo cordoglio alla famiglia per la morte del senatore a vita. «Uomo delle istituzioni prima ancora che politico e figura di riferimento dei cattolici italiani - prosegue il guardasigilli - ha saputo dare personalità, come forse nessuno prima di lui, ai ruoli e agli incarichi che ha ricoperto al servizio del Paese. Incarnando al massimo lo spirito della sua terra, è stato testimone e protagonista attivo di più di sessant'anni di crescita politica e sociale del nostro Paese, alla quale egli ha saputo vivamente contribuire con le parole e i fatti». «Alla sua famiglia, all'amico e collega Giuseppe Cossiga - conclude Alfano - la  mia più sentita vicinanza in questo momento di dolore e di preghiera».«Sono davvero rattristato per la morte del Presidente Francesco Cossiga, uomo politico di grande spessore e Capo dello Stato lungimirante che seppe anticipare il cambiamento. Desidero far giungere al figlio Giuseppe e alla famiglia i sentimenti del mio sincero cordoglio». Lo dichiara in una nota il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, dopo aver appreso la notizia della morte del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga.«Esprimo il mio personale cordoglio per la scomparsa di Francesco Cossiga. Provo un gran dolore e un gran dispiacere per la perdita di un amico e di un grande personaggio politico che ha insegnato qualcosa a ciascuno di noi». Lo afferma il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli.«È stato un grande presidente della Repubblica. È stato interprete, dal Quirinale, della voglia di cambiamento di un popolo. È stato anche capace di chiedere scusa. È stato il primo "sdoganatore" del Msi». Francesco Storace ricorda Francesco Cossiga con queste parole dal suo blog www.storace.it. «Così, con dolore e rimpianto - aggiunge Storace - , mi piace ricordare Francesco Cossiga, che ha lasciato questa nostra terra ed è volato in Cielo. Cossiga ha vissuto la fine della Prima repubblica dal colle più alto e ha vissuto tra luci e ombre l'epopea della democrazia cristiana. Fu Pinuccio Tatarella, un'altra straordinaria intelligenza, a portargli al Quirinale un pezzo di quel muro di Berlino che diede a quel presidente l'occasione per chiedere scusa al Msi per le infami e ingiuste accuse rivolte ai nostri ambienti per la strage alla stazione di Bologna». «Lo ricordiamo come lo straordinario picconatore di una partitocrazia affondata negli scandali degli anni '80 e '90. Lo celebriamo come colui che pretese la rimessa in gioco di una destra che sapesse partecipare alla politica per governare - ricorda ancora iol leader de La Destra. Storace ricorda che lui era "capoufficio stampa del Msi - di Fini - quando ricevetti a via della Scrofa un messaggio rivolto al segretario del partito in occasione della festa del Secolo d'Italia di Rieti. Erano i segnali di una rivoluzione culturale e politica che Cossiga mandava al Paese dal Quirinale. Nacque in quegli anni la leggenda di Fini interprete dei silenzi del Colle. Una stagione che ricordo con affetto, il piccone diventò una specie di simbolo sussidiario della nostra amata fiamma tricolore. La fiamma non spaventava il presidente della Repubblica». «Con Francesco Cossiga scompare un grande servitore dello Stato, un grande uomo politico, un grande maestro. Ho perduto con lui una fonte di affettuosi, preziosi, sempre disinteressati e sempre insostituibili consigli, vere e proprie lezioni distribuite per lo più dal divano di casa sua in lunghi colloqui dedicati alla politica la domenica sera». Lo dichiara Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. «L'ultima volta che rispose ad una mia chiamata, il 26 luglio, la sera del suo compleanno, ebbi modo di dirgli brevemente quanto stesse mancando a me e a tutti la sua saggezza, la sua vis polemica, anche sotto forma di quelle battute dirompenti ma sempre profondamente vere e stimolanti. Non ce l'ha fatta. E ora - conclude il portavoce del premier Silvio Berlusconi - sentiremo tutti la mancanza di un vero maestro della politica come arte, della politica davvero alta e nobile».«Tutta Roma si alza in piedi per onorare commossa la scomparsa del cittadino romano Francesco Cossiga. Un grande statista, un uomo delle istituzioni che non ha mai perso il contatto con il sentimento della gente». Lo scrive Gianni Alemanno, sindaco di Roma. «Quando questo sentimento lo imponeva - scrive ancora Alemanno -, il presidente Cossiga ha saputo rimettere in discussione tutte le ipocrisie di un sistema che stava morendo. Per me personalmente è stato un amico e un maestro, come per tantissimi esponenti di ogni parte politica, che ci ha dato insegnamenti preziosi sulla storia italiana, sul nostro interesse nazionale e sul giusto equilibrio che ci deve essere tra senso dello Stato e rispetto dei diritti dei cittadini e delle famiglie. Ci porteremo nel cuore il suo sorriso beffardo che sempre ci insegnerà a non cedere ad alcuna retorica, ad alcuna ipocrisia e ad alcun perbenismo».
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