martedì 28 febbraio 2012
​Il ministro Passera: è allo studio un reato per punire chi uccide alla guida sotto l'effetto di alcol o stupefacenti. L'ipotesi: da 8 a 18 anni di carcere e ritiro della patente con divieto perenne di guida sul territorio nazionale.
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Una nuova fattispecie di reato denominata "omicidio stradale" merita attenzione nell'ambito di una delega al Governo per la riforma del Codice della Strada. Lo ha detto il ministro per leInfrastrutture, Trasporti e Sviluppo economico, CorradoPassera, in audizione alla Camera.Tale fattispecie, ha spiegato il ministro è "configurabile quando un conducente commetta omicidio in condizioni di guida con tasso alcoolemico sopra 1,5% g/l, ovvero di guida alterata dall'assunzione di sostanze psicotrope o stupefacenti, e punibile con una pena detentiva non inferiore nel minimo a otto anni e nel massimo a diciotto anni nonché con la previsione dell'arresto in flagranza. È prevista quale sanzione amministrativa accessoria la revoca della patente nonché l'impossibilità di conseguirne in qualsiasi tempo altra e comunque il divieto di circolare sul territorio nazionale, ancorché con patente di guida conseguita in altro Stato"."Quello che è certo - ha detto Passera - è che la sostanziale impunità di chi uccide sotto l'effetto dell'alcol o droghe non può essere tollerata. È inaccettabile socialmente che chi uccide  poi ritorni a casa". Il ministro, proseguendo l'audizione, ha comunque precisato che quella dell'omicidio stradale "non sarà una nostra proposta", anche perché "è un tema che va approfondito, guardando al quadro europeo. Rinnovo le mie perplessità sulla creazione dell'omicidio stradale".
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