martedì 29 marzo 2011
Una proposta della maggioranza prevede di estendere la "par condicio" agli approfondimenti. Le opposizioni giudicano il provvedimento inaccettabile. Oggi riunione della Vigilanza.
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Estendere i principi della disciplina delle tribune politiche a quelli dei talk show. Che potrebbe arrivare a un vero e proprio stop, come nelle Regionali dello scorso anno. È quanto prevederebbe un emendamento della maggioranza - Pdl, Lega e Responsabili - alla bozza di regolamento per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio predisposta dal presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che oggi si riunirà per esaminarli.Secondo quanto si è appreso, l’intento sarebbe garantire un’applicazione stringente della par condicio ai talk show in campagna elettorale. Proprio una norma della Vigilanza in tal senso fu alla base dello stop ai talk show deciso per le regionali 2010. Dopo la proposta di Alessio Butti (Pdl) di prevedere "targhe alterne" per i conduttori di destra e sinistra- scritta in un altro documento in preparazione, l’atto di indirizzo sul pluralismo - un nuovo fronte polemico si apre, dunque, con l’opposizione. Che denuncia il "trucco": estendere ai talk show la par condicio significa ammettere in video centinaia di soggetti, portando di fatto alla chiusura dei programmi per l’impossibilità di attenersi a tale obbligo.«Stiamo parlando di un black out dei talk show, altro che par condicio – tuona il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – . È inaccettabile e noi saremo totalmente in disaccordo». Chiede il ritiro degli emendamenti di maggioranza Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione, che intravede la «volontà di paralizzare un dibattito e impedire la pluralità delle voci nei programmi televisivi, al di fuori dei tg». Per non offrire pretesti, i centristi non hanno presentato emendamenti. La maggioranza, invece, ne avrebbe presentati poco meno di una decina, intervenendo con gradualità, in attesa di capire come si svilupperà il dibattito in commissione.Anche il mondo del giornalismo reagisce con preoccupazione all’ipotesi. «Se così è, rischia di diventare una pericolosa tradizione all’avvicinarsi di ogni elezione», commenta il presidente della Fnsi, Roberto Natale. Parla di «provvedimenti liberticidi» il conduttore di Annozero Michele Santoro, che si appella a Zavoli e alle opposizioni per evitare che siano votati. Dice di sperare «vivissimamente» che il blocco ai talk show deciso l’anno scorso sia evitato «nella convinzione che si possano trovare formule per obbligare tutti noi a condurre dibattiti realmente equilibrati», Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta. Lapidario Giovanni Floris (Ballarò): «Errare è umano, perseverare è diabolico».Intanto sono un centinaio gli emendamenti ai venti punti di cui si compone l’atto di indirizzo. Mentre Butti ha annunciato, dopo le perplessità di Zavoli, un passo indietro sull’alternanza dei conduttori, spunta una proposta di modifica dell’Idv che intende regolamentare le telefonate dei politici alle trasmissioni. Il provvedimento, comunque, resterà fermo fintanto che la bicamerale sarà impegnata - da oggi a giovedì - con il regolamento per le amministrative.
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