venerdì 5 gennaio 2018
Il tribunale capitolino ha accettato la richiesta della sindaca Raggi, fissando come prevedibile l'udienza a dopo il voto. Così M5s eviterà di avere un sindaco sotto processo durante le elezioni
Raggi, il gup fissa il giudizio immediato per il 21 giugno
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Alla fine la tattica difensiva del sindaco Virginia Raggi ha sortito il risultato sperato. Il gup del Tribunale di Roma ha accolto l'istanza del primo cittadino, indagata per falso nella vicenda delle nomine in Campidoglio, fissando come prevedibile l'udienza a dopo il voto, il 21 giugno. Virginia Raggi qualche giorno fa aveva infatti spiazzato tutti (o quasi) con la mossa a sorpresa di depositare tramite i suoi legali una richiesta di giudizio immediato: passo, questo, che avrebbe evitato alla sindaca di passare per l'udienza preliminare nel procedimento legato alla nomina (poi bloccata e revocata) di Renato Marra da dirigente della Polizia municipale a capo del Dipartimento turismo.

E la sindaca grillina, quel giorno, non ha tardato molto a comunicarlo. «Volevo informarvi - il post suo profilo Facebook - che ho chiesto al tribunale di Roma il giudizio immediato nel procedimento aperto nei miei confronti dalla procura capitolina. Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti». Anche perché, continuava, «sono certa della mia innocenza e non voglio sottrarmi ad alcun giudizio. Ho piena fiducia nella giustizia e credo fermamente che la trasparenza sia uno dei valori più importanti della nostra amministrazione».

I motivi che hanno spinto la Raggi e i suoi legali a chiedere il giudizio immediato sono almeno due: da un lato la sicurezza - da sempre manifestata - dell’innocenza della sindaca che chiede a questo punto di fare piena chiarezza al più presto, dall’altro con la richiesta di giudizio immediato la Raggi eviterà l’udienza preliminare (fissata per il prossimo 9 gennaio) e il possibile rinvio a giudizio con conseguente pubblicità negativa sui giornali. Inoltre uno slittamento del processo - che a questo punto dovrebbe iniziare dopo il 4 marzo, data in cui sono previste le elezioni politiche - è un dato che potrebbe aver pesato sulla scelta: un primo cittadino del Movimento 5 Stelle a processo proprio durante le elezioni avrebbe senza dubbio favorito gli avversari politici.

Le tappe della vicenda giudiziaria

È stata un'"inchiesta-lampo", durata poco più di 8 mesi, quella della procura di Roma sulla sindaca Virginia Raggi e sulle procedure seguite per portare avanti una serie di nomine molto contestate a livello politico. Queste le tappe principali di una vicenda giudiziaria che il gup Raffaella De Pasquale, prima di questa richiesta di giudizio immediato presentata oggi in cancelleria dai difensori della sindaca, avrebbe dovuto vagliare il 9 gennaio prossimo.

9 gennaio 2017. La sindaca viene iscritta sul registro degli indagati della Procura per le nomine di Renato Marra, fratello dell'allora braccio destro Raffaele, da vicecapo della polizia municipale alla Direzione Turismo del Campidoglio, e di Salvatore Romeo, quale responsabile della sua segreteria politica con un aumento di stipendio da 39mila euro da dipendente del Dipartimento Partecipate a 110mila euro, poi ridotti a 93mila a seguito dei rilievi Anac. Per il caso Marra, Virginia Raggi è indagata per falso e abuso d'ufficio (in concorso con Raffaele Marra) mentre per l'altra vicenda solo dell'abuso d'ufficio in concorso con Romeo.

2 febbraio 2017. Interrogatorio fiume presso il Polo Tuscolano della Polizia di Stato per la sindaca che, raggiunta da un invito a comparire a fine gennaio, respinge ogni accusa.

8 febbraio 2017. Tocca a Romeo, in un interrogatorio che si concluderà in Procura a notte fonda, rispondere alle domande dei pm che, tra l'altro, vogliono approfondire la questione di alcune polizze vita da lui stipulate nel 2016 con l'indicazione di numerosi beneficiari, tra i quali figura la stessa Raggi ben prima che fosse eletta sindaca.

14 febbraio 2017. Raffaele Marra non vuole sottoporsi a interrogatorio. Dirà la sua solo a indagine conclusa.

20 giugno 2017. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio depositano gli atti (passo che solitamente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio) nei confronti della sindaca per il reato di falso in relazione alla nomina di Marra e per abuso d'ufficio per quella di Romeo. Viene chiesta l'archiviazione per l'abuso d'ufficio riferito alla nomina di Marra.

13 luglio 2017. Virginia Raggi si sottopone all'interrogatorio dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini e ribadisce al pm Dall'Olio di aver agito con correttezza.

28 settembre 2017. La Procura chiede il rinvio a giudizio della sindaca per falso riguardo al caso Marra e ne sollecita l'archiviazione per la questione Romeo.


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