lunedì 24 gennaio 2022
Due voti per Silvio Berlusconi, preferenze anche per Mattarella. In giornata vertici continui a Montecitorio. Letta: «Incontro con Salvini positivo». Il leader della Lega a colloquio con Conte
Le operazioni di voto alla Camera

Le operazioni di voto alla Camera - Fotogramma

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Ore 20:40 - Alla Camera lo spoglio termina con una fumata nera. I grandi elettori seguono le indicazioni dei partiti e quasi tutti votano scheda bianca. Dopo una giornata intensa, fatta di vertici e colloqui bilaterali, non c'è ancora un nome su cui convergere. Ma va segnalata l'attività del premier Mario Draghi, protagonista di diversi incontri con i leader delle forze che sostengono la maggioranza.

Ore 20:10 - Termina anche la chiama dei delegati regionali. Al momento è in corso lo spoglio. Per la gran parte, come era previsto, si tratta di schede bianche, oltre ad alcuni voti in ordine sparso, come quelli per Elisabetta Belloni e Sergio Mattarella. Due preferenze per Silvio Berlusconi. Qualche parlamentare indica Alberto Angela e prende voti persino Alfonso Signorini.

Ore 19:50 - Il leader Lega, Matteo Salvini, si concede ai giornalisti: «Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato». Nel frattempo arriva la notizia di un colloquio intercorso tra il premier Draghi e il segretario del Pd Letta.

Ore 19:30 - Terminata anche la seconda chiama dei deputati. Ora toccherà ai delegati regionali, dopo un nuova sospensione richiesta dal presidente della Camera, Roberto Fico.

Ore 18:30 - In Aula riprendono le votazioni dopo una breve pausa. Draghi sparisce dai radar dei cronisti e le trattative proseguono freneticamente. Francesco Boccia, autorevole esponente del Pd responsabile del partito per i rapporti con le Regioni, si mostra ottimista: «Sul metodo ci siamo, ora è importante non mettere sul tavolo nomi di parte che romperebbero l'unità che si sta ricercando».

Ore 17:30 - Appena terminato l'incontro tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Enrico Letta commenta il vertice della mattina con il leader della Lega: «L'incontro è stato positivo. Ci vediamo domani», dice ai giornalisti presenti alla Camera.

Ore 16:45 - Secondo voci non confermate che trapelano dai corridoi di Montecitorio, Mario Draghi - dopo aver visto Salvini nella tarda mattinata - sarebbe intenzionato a incontrare gli altri leader. Già in programma, pare, un vertice con Enrico Letta e anche una telefonata con Silvio Berlusconi. Per domani intanto è stato già annunciato un nuovo incontro tra il segretario dem e il numero uno della Lega.

Ore 16:30 - Mentre è in corso un colloquio tra Giuseppe Conte e Antonio Tajani, Matteo Renzi esclude la possibilità di un Mattarella bis e si mostra possibilista sul nome di Mario Draghi: «È una delle ipotesi in campo, non è la sola ma è una delle ipotesi in campo e sta in piedi solo in un quadro accordo politico - dichiara il leader di Italia Viva -. L'elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma una scelta politica e questo impone un accordo sul governo dopo». Un bis di Mattarella?: «Non lo vedo», conclude.

Ore 16:00 - È appena terminato l'incontro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, definito «utile» da fonti vicine alla Lega. L'ex ministro degli Interni ha poi fatto sapere che nel pomeriggio incontrerà «singolarmente» il segretario del Pd, Enrico Letta, e il leader del M5s, Giuseppe Conte.

Ore 15:35 - Le votazioni proseguono e arrivano anche le dichiarazioni del fondatore della Lega Umberto Bossi: «Un nome condiviso non è uscito fuori. Draghi può uscire alla fine. Ho seguito l'ordine di scuderia».

Ore 15:00 - È iniziata la prima sessione per l'elezione del presidente della Repubblica senza un accordo in grado di assicurare un nome che superi il quorum richiesto nei primi tre giorni. Dopo l'incontro di di questa mattina tra Dragi e Salvini, anche la Lega ha annunciato che voterà scheda bianca come quasi tutti i partiti tranne Azione di Carlo Calenda e Più Europa (che scriveranno il nome della ministra della Giustizia Marta Cartabia).

La rosa dei nomi possibili
Nella notte, stando alle ricostruzioni di alcuni quotidiani, sarebbe arrivata anche una proposta che potrebbe accontentare tutti. Elisabetta Belloni, attuale direttrice del Dis (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica), potrebbe prendere il posto del premier a Palazzo Chigi e spalancare le porte del Quirinale a Draghi.

Ma è solo un'ipotesi e mentre c'è ancora chi spera in un Mattarella bis, la rosa dei nomi resta quella circolata nei giorni scorsi. Dopo il dietro front di Silvio Berlusconi, i papabili graditi al centrodestra sarebbero tre: la presidente del Senato Elisabetta Casellati, Letizia Moratti e Marcello Pera. Scendono quindi le quotazioni di Pier Ferdinando Casini, tra i favoriti fino a pochi giorni fa: «Non è uno dei nostri nomi», ha chiarito il leader della Lega Matteo Salvini. In tarda mattinata è arrivata anche la candidatura proposta da Giorgia Meloni: l'ex magistrato Carlo Nordio.

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Il centrodestra non ha ancora espresso una candidatura unitaria e definitiva

Il centrodestra non ha ancora espresso una candidatura unitaria e definitiva - .

D'altro canto, sia Giuseppe Conte, sia il segretario del Pd, Enrico Letta, hanno ribadito ieri sera che non accetteranno imposizioni dal fronte opposto. Ma, di fatto, neanche l'asse progressista è ancora in grado di esprimere una scelta forte. Anche perché i grillini hanno confermato ancora una volta che per loro Draghi deve rimanere al suo posto. Il capo politico dei pentastellati ha fatto inoltre sapere che qualunque nuovo governo dovrebbe passare il vaglio della base: «Sarebbe sottoposto al voto degli iscritti al Movimento Cinque Stelle, perché la democrazia diretta è un pilastro anche del nuovo corso», ha detto. Dal canto suo, Letta ha avallato la candidatura di Andrea Riccardi, offrendo un assist agli alleati ai quali il fondatore della Comunità di Sant'Egidio è molto gradito.

Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. Candidato gradito a Pd e M5s

Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. Candidato gradito a Pd e M5s - .


A parlare di «voto al buio» è anche il leader di Centro democratico ed esponente di punta del Gruppo Misto, Bruno Tabacci, per il quale le uniche due opzioni possibili, allo stato attuale, restano il premier Draghi e la riconferma di Mattarella.




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