venerdì 6 gennaio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​Tiene fede al soprannome di Isola Azzurra, Capri, perché tale appare da Napoli: velata di un azzurro che sfuma nel viola come se il cielo e il mare avessero scelto di mescolarsi in quell’unico punto dell’orizzonte e non altrove. Il traghetto si lascia alle spalle fragili nuvole piovose di un gennaio giovanissimo, sbuffi soffici bianchi e grigi che però riappaiono trascinati dal vento. Non è la tramontana che, si dice, i capresi amano, che pure in pieno inverno fa brillare di gemme il mare e di luce il cielo. Il profilo pietroso dell’isola modellato dai venti e dalle onde e da un ancestrale terremoto l’ha fatta paragonare – fantasia di poeti – ad una donna mollemente adagiata su di un’alcova, Venere o forse una sirena come racconta una leggenda che rimanda ad Ulisse e all’eroica sua vittoria sul canto ammaliatore. Nessun occhio, anche il più smaliziato, sfugge al fascino dell’isola, mito decantato, descritto, dipinto, da artisti di varia fama e in diversa forma. E il solo nome evoca sogni e desideri, di mondanità e di lusso sfrenati. Meta di villeggianti illustri fino ad un passato recente, non tanto lontano o fumoso eppure inutilmente già rimpianto oggi Capri sembra un prolungamento di Capo Posillipo, facile da raggiungere da traghetti, barchette, aliscafi, motoscafi, separata solo nei, pochi, giorni di mare in burrasca. «Tre milioni di persone all’anno», conta gli arrivi Ciro Lembo, sindaco di Capri che condivide con l’altro comune, Anacapri, lo stretto territorio dell’isola. Un turismo frugale che lascia ciarpami e polemiche. Con disincanto lo scrittore Raffaele La Capria fotografa con folgorante immediatezza il logorio del cosiddetto "turista mordi e fuggi". «Il diavolo – scrive – al mare porta la famiglia a far merenda… e dopo che lui che è sbarcato ogni incanto è finito, perché il diavolo fa un pasto completo, con primo secondo e frutta, e lascia gli avanzi dove gli pare, e non ci pensa due volte a spaccare la bottiglia di birra tra i ciottoli disseminandoli di schegge taglienti». È un dato di fatto riconosciuto l’assalto di Capri in particolare nei mesi estivi e che Ciro Lembo sottolinea con vigore: «È un tipo di turismo che fa guadagnare solo le compagnie di navigazione e la funicolare (il mezzo di trasporto per raggiungere Anacapri e la parte alta dell’isola, ndr)». Per questo il sindaco, che è anche vicepresidente dell’Ancim, l’associazione dei comuni delle isoli minori, sta da tempo chiedendo al governo, a tutti nessuno escluso, di poter inserire nel bilancio la voce della "tassa di scopo" o "di sbarco": un euro da aggiungere al biglietto pagato dai turisti.«Sto conducendo una vera battaglia – ribadisce –. Ho chiesto un incontro con il premier Monti e dovrei vederlo presto per rinnovare la richiesta di questa tassa che non inciderebbe più di tanto per il turista, che si ferma sull’isola solo per poche ore. Io ad esempio revocherei la tassa di soggiorno che è iniqua per Capri». E precisa: «A noi comuni delle isole minori permetterebbe invece di avere ossigeno per incrementare il bilancio e pareggiare le spese che si sostengono per riparare i danni, a cominciare dall’aumento dei rifiuti, provocati dal turismo giornaliero, che a Capri raggiunge anche le 12mila presenze quotidiane». In pratica un raddoppio degli abitanti, 13mila in totale.Dopotutto nell’isola dei sogni, dove le più note griffe internazionali hanno un loro show room, il lusso si alterna con la semplicità e a via Camerelle, la strada più chic di Capri e una tra le più eleganti al mondo, si affiancano percorsi dove si affacciano negozi di prodotti artigianali. «Territorio piccolo, controllato e controllabile – sottolinea Ciro Lembo –. Qui i controlli di carabinieri e della guardia di finanza sono quotidiani, nei negozi, negli alberghi, nei ristoranti, al porto turistico e al commerciale. La circolazione delle auto private è limitata già dalla settimana prima di Pasqua e sono vietate le auto di grossa cilindrata». Un Suv superaccessoriato o una Mercedes costosissima d’altronde non riuscirebbero a girare nemmeno una ruota nelle strade strette e sui sentieri sassosi dell’isola. «Al porto turistico – incalza il sindaco – grazie alle recenti deleghe, il Comune ha predisposto un ufficio della guardia di finanza con tanto di cani antidroga». E controlli «puntuali e rigorosi, anche per equità e giustizia sociale», sono fatti sulle abitazioni. Dal 1998 Capri ha esentato dall’Ici la prima casa maggiorando la tassa sulle seconde case. «A Capri i ricchi non sono i capresi», osserva. In attesa di sperati provvedimenti Capri si prepara a chiudere fino a metà febbraio. Finite le vacanze natalizie, partiti gli ultimi turisti l’isola si prende una pausa, con l’incognita di un anno morso da una crisi feroce.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: