«La tempesta infuria e l’unica cosa che conta davvero è condurre la nave in un porto sicuro. Facciamolo insieme, riscoprendo il senso profondo di comunità: noi e le opposizioni, fianco a fianco». Luca Zaia insiste. «Se non riusciamo a costruire un piano condiviso vuol dire che la politica non ha senso. Che c’è solo egoismo e anarchia. E allora il Paese farebbe bene a spazzarci via. Tutti. Senza salvare nessuno». È un giorno complicato. I mercati vivono un nuovo incubo e il governatore del Veneto capisce che è l’ora di mettere da parte i tatticismi. E di scandire un doppio sì destinato a far rumore. Sì a una patrimoniale appena smentita dal capogruppo dei deputati leghisti, Marco Reguzzoni. E sì a una riforma delle pensioni di cui proprio Umberto Bossi aveva detto di non voler nemmeno sentire parlare.
Partiamo dalla patrimoniale.Ha visto il meno 6,65 della chiusura di Milano? Qui il mondo scoppia e noi ancora vogliamo perdere tempo? La tassa sulle fortune come la chiamano in Francia è un falso problema. Lo scriva. E scriva che davvero fatico a vedere alternative. Poi magari verrà fuori qualcuno anche dalla Lega che dirà "Zaia è matto, Zaia parla a vanvera", ma nel mio Veneto si respira questa aria. E non solo nel mio Veneto.
Oggi nel governo e nella maggioranza dicono che è un capitolo già chiuso.E io mi inchino alle decisioni del governo. Ma non rinuncio a esprimere un sentimento. A farmi portavoce delle aspettative della gente. Gli imprenditori veneti capiscono la portata dell’emergenza e sono tutti pronti a pagare una tassa che vada a ridurre il debito pubblico. Mi fermano con parole nette: "Noi non ci tiriamo indietro, ma pretendiamo chiarezza". Non ci stanno a dare da mangiare alla cicala e poi vederla il giorno cantare sugli alberi. Sono pronti a pagare, ma vogliono capire perché. Lo hanno fatto nel ’97 quando l’obiettivo era l’ingresso in Europa. Hanno mormorato, ma hanno pagato. Anche questa volta lo farebbero, ma noi a quel punto avremo un’enorme responsabilità.
Responsabilità?Basta sprechi della politica. Basta continuare a pagare i 26mila forestali della Sicilia. Basta vedere ambasciatori per il mondo con servitù in guanti bianchi. E basta auto blu. La Lega stima il presidente Napolitano, ma i sacrifici dovranno essere per tutti: dal capo dello Stato all’ultimo degli amministratori. Qui siamo sul Titanic che sta affondando e nessuno può pensare di suonare ancora con l’orchestrina.
Non ce l’avrà con Berlusconi?Non scherzi: il fallimento di Berlusconi significherebbe il fallimento del Pdl, della Lega, del Paese. Ma mi faccia essere provocatorio: sono entusiasta di questa situazione così drammatica... Lei dirà "Zaia è pazzo", ma io insisto: questa è un’occasione irripetibile per fare le riforme e mettere a posto i conti. Ora si tratta di mettere le mani sul tavolo operatorio e sporcarsele di sangue.
Vuol dire andare giù di scure e tagliare?Sì, ma non sanità, non alle famiglie, non alle classi disagiate. Noi amministratori non abbiamo grandi poteri, ma il governo esca con un pacchetto anticrisi e dia le direttive, poi vedrà che rivoluzione. Qui siamo pronti a dimezzare tutti i consiglieri di tutte le assemblee, a fare pulizia di tutte le società controllate e partecipate create solo come poltrone per sederi. Serve una cabina di regia nazionale e andare giù proprio di scure e tutto quello che risparmiamo lo mettiamo per lavoro, economia sociale, sanità, scuola, formazione.
Non saranno parole?Aspetti e vedrà i fatti. La regione Veneto è proprietaria di alberghi, di appartamenti, di tenute agricole... Che c’entra tutto questo con il suo oggetto sociale? Agevoliamo il progetto di dismissioni: gli Enti pubblici hanno un patrimonio che vale miliardi di euro, mettiamolo in circuito e apriamo le gare.
Bossi dice le pensioni non si toccanoC’è il governo, non mi faccia entrare nel merito... Ma Bossi lo conosco: lui pone il problema di gente che si è spaccata la schiena per una vita. Ci sono lavori e lavori: i muratori che anche ad agosto sono sui tetti a mettere guaine con la catramina non possono essere messi sullo stesso piano dell’impiegato comunale.
Insomma intervenire o no?Io vedo un intervento scontato. Ma sarà equo: prima della povera gente si guarderà ai vitalizi, alle uscite anticipate, ai super ricchi. Glielo ripeto: abbiamo davanti un’incredibile opportunità per dimostrare senso di comunità. Altro che Stati Uniti, altro che Obama, possiamo fare meglio. Ma dobbiamo deporre le armi e pensare all’obiettivo comune. Casini ha capito e da lui è arrivato un segnale di speranza. Ora devono capire tutti. Perché la gente ci guarda e ci giudica e se non ci muoviamo ci spazzerà via.