martedì 24 ottobre 2023
Originario della Puglia, ogni giorno da 30 anni continua a prestare servizio come volontario nell'“Opera Don Calabria” a Roma. Gli auguri dal Vaticano
Pasquale Arena, con volontari e ospiti dell'Opera Don Calabria

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Cent’anni. Non di solitudine, ma di comunione. Di carità e di servizio. Compiuti lo scorso 5 ottobre. È la storia di Pasquale Arena. Professore di matematica e fisica, originario di Monte Sant’Angelo, in Puglia. Una vita dedicata alla scuola e all’aiuto dei più bisognosi nella mensa sociale dell’Opera Don Calabria, nel quartiere Primavalle di Roma. Centro che si occupa dell’assistenza a persone emarginate con problemi di salute mentale, dove Pasquale continua ininterrottamente a prestare servizio come volontario da ben 30 anni. Da quando, prima del 2012, la mensa era gestita dalla Caritas diocesana.

«Pasquale è una forza della natura. Ogni giorno, ancora oggi, viene in comunità per parlare con gli utenti e offrire loro consigli e aiuto. La sua presenza è un punto di riferimento per tutti. Fino allo scorso giugno guidava autonomamente la sua auto. Ora lo accompagna un utente della mensa, un ex tassista con una storia di grave marginalità alle spalle che Pasquale ha aiutato a diplomarsi prima della pandemia», racconta Cinzia Cardamone, coordinatrice del Don Calabria.

La grande umanità di Pasquale la si può percepire dagli occhi lucidi dei tanti presenti alla festa dei suoi cent’anni. Occhi che raccontano immenso affetto e gratitudine. Pasquale si commuove quando don Noicir Marchetti, presidente dell’Opera Don Calabria, legge davanti a tutti la lettera di auguri del Papa, firmata dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Poi sprigiona un sorriso, spegne le candeline e si guarda intorno. Dalla sua bocca non esce che un semplice ed emozionato “grazie a tutti”. È la sua maglietta a parlare per lui. In giallo e in rosso spiccano le parole di San Giovanni Calabria: «Ognuno di noi possa essere un faro di luce». E Pasquale lo è stato e continua a esserlo. Illuminato dalla Provvidenza in tutti i momenti più importanti della sua vita, conditi da eventi e incontri inaspettati, come racconta lasciandosi trasportare dai ricordi: «Ho iniziato a insegnare per puro caso. Dopo aver terminato gli studi a Bari, mi sono recato a Roma in visita a mia zia e sono venuto a sapere che c’era molta richiesta di professori di matematica». Agli insegnanti di oggi si sente di dire: «Amate la vostra materia e insegnatela con passione e determinazione». Anche l'inizio della sua storia con il volontariato è avvenuto fortuitamente: «Dopo essere andato in pensione ho cominciato a sentire l’esigenza di aiutare il prossimo. E un pomeriggio, passeggiando in un parco, mi sono imbattuto in un signore che cercava volontari per la Caritas».

Tra gli incontri provvidenziali, indimenticabile quello con Padre Pio: «Io ed un mio amico ci offrimmo per riaccompagnare a San Giovanni Rotondo due Cappuccini che erano venuti nella nostra parrocchia, distante 24 chilometri dal convento. Padre Pio per ringraziarci ci fece entrare nella sua cella e ci offrì un bicchiere di liquore. Non scorderò mai il suo sorriso. Rimasi folgorato».

L’incontro però più speciale è stato quello con sua moglie Maria (99 anni), dalla quale ha avuto tre figli: «Da piccoli abitavamo nello stesso palazzo e abbiamo frequentato la stessa scuola senza mai fidanzarci. Poi io andai a studiare a Bari e ci perdemmo di vista. Fino a quando decisi di mandarle una lettera, rivelandole il mio amore e paragonandolo a un carbone acceso».

A chi gli chiede il segreto della sua longevità Pasquale risponde: «Tanto sport e niente fumo, alcol e caffè». E a chi gli domanda di esprimere un desiderio per il futuro: «Continuare a prestare servizio al Don Calabria».

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