martedì 19 luglio 2011
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Strappo leghista: il Carroccio annuncia il suo no al decreto legge sui rifiuti che avrebbe permesso di smaltire l'immondizia di Napoli fuori della Campania, e spacca la maggioranza. Così l'Aula della Camera in serata ha deciso per 14 voti di differenza il rinvio a domani, mercoledì, della discussione sul decreto.  La richiesta era partita dal relatore Agostino Ghiglia.L'annuncio leghista è stato dato direttamente in Aula a Montecitorio. "In Consiglio dei ministri i membri del governo della Lega nord hanno votato contro questo decreto legge", ha spiegato Renato Togni, "si presume che i gruppi parlamentari manterranno la stessa posizione". "Maggioranza allo sbando" esulta il Pd; "Se lo fanno davvero si vada alla crisi di governo", chiede l'Idv.La giornata è iniziata in un clima diverso, con Roberto Calderoli che annuncia la presentazione al prossimo Consiglio dei ministri il suo nuovo pacchetto di riforme costituzionali. Questi i numeri: quattrocentoquarantacinque parlamentari in meno, rafforzamento dei poteri del premier e dell'esecutivo, fine del bicameralismo perfetto. Dice, il ministro per la semplificazione normativa: "siamo passati ai fatti". Non è chiaro se il Pdl condivida nel suo insieme le nuove norme, oppure no. Di Pietro, da parte sua, è strasicuro che si tratti del solito nuvolone estivo, mentre Pier Luigi Bersani, che oggi ha parlato alla direzione del Pd, sottolinea: "Basta parlare, bisogna fare - ha incalzato il segretario dei democratici - Sappiamo che senza sobrietà della politica, senza una buona politica, non si va da nessuna parte. Oltretutto abbiamo una destra che davanti all'ipotesi di una nostra vittoria alle prossime elezioni non esita a gettare fango nel ventilatore".Ragion per cui il segretario ed il suo vice Enrico Letta chiedono l'avvio di una crisi che porti, entro la fine di agosto, ad un nuovo esecutivo. Il vero costo della politica è un premier che fa perdere i mercati, sostiene in sintesi il Pd, meglio voltar pagina, e dare respiro al paese. Senza pensare a riscrivere la Costituzione: non c'è n'è nemmeno il tempo. Soprattutto se ci saranno sorprese - sussurrano - sul caso Papa. Che è lo scoglio di domani.
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