lunedì 27 agosto 2012
​Circa cento minatori hanno occupato la miniera di carbone di di Nuraxi Figus, a Gonnesa, in provincia di Carbonia-Iglesias. Si sono asserragliati 400 metri sotto terra. Chiedono il finanziamento di un progetto di sviluppo che darebbe nuova vita all'impianto.
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Sono un centinaio i minatori sardi che si sono barricati, con centinaia di chili di esplosivo, a circa 400 metri di profondità nella miniera Carbosulcis per fare pressione sul governo affinché garantisca il futuro del sito.I minatori hanno sequestrato 350 chili di esplosivo e si sono rinchiusi domenica sera all'interno della miniera a ovest di Cagliari, in vista della riunione del governo di questa settimana, dove verrà discusso il futuro della miniera.«Siamo preoccupati del fatto che la miniera possa chiudere. Siamo preoccupati per il nostro lavoro - ha detto Sandro Mereu, di 54 anni, che ha lavorato nella Carbosulcis per 28 anni -. Siamo pronti a rimanere qui finché non avremo una risposta dal governo che ci assicuri il futuro della miniera. Staremo qui a tempo indeterminato». L'obiettivo dei minatori è ottenere il finanziamento del "progetto integrato miniera-centrale-cattura stoccaggio dell'anidride carbonica" nel sottosuolo. All'ingresso della miniera della Carbosulcis di Nuraxi Figus tre cumuli di carbone appena estratto impediscono l'accesso alle auto. Da ieri notte in miniera si entra solo a piedi.
L'occupazione della miniera, che riporta il Sulcis indietro negli anni, quando l'occupazione delle gallerie era il simbolo della lotta del territorio, arriva a pochi giorni dal vertice che si terrà al ministero dello sviluppo economico per la “Vertenza Sulcis” per le aziende in crisi: venerdì prossimo, 31 agosto, la Regione insieme ai sindacati incontrerà il governo per Alcoa, Eurallumina, Portovesme srl e Carbosulcis.
I minatori di Nuraxi Figus chiedono una decisione definitiva al governo sul finanziamento del progetto integrato, che varrebbe 200 milioni di euro e l'impegno dell'Enel, unico cliente della Carbosulcis per la centrale di Portovesme, ad impegnarsi definitivamente nella produzione di energia per le aziende del Sulcis.
«Ho sperato sino alla fine che questo gesto estremo venisse evitato ma l'arroganza del governo e dell'Enel, che in tutti i modi si stanno contrapponendo al 'progetto integrato miniera - centrale - cattura stoccaggio C02', ha superato ogni limite. La lotta durissima che attende i lavoratori della Carbosulcis non deve restare isolata ma deve trovare senza infingimenti il sostegno di tutte forze politiche e istituzionali", ha commentato il deputato sardo Mauro Pili, che nei giorni scorsi aveva annunciato forme clamorose di protesta dei minatori del Sulcis.
La clamorosa protesta sembra aver ottenuto un primo risultato: è stata confermata la data del vertice al ministero dello Sviluppo economico, previsto per il 31 agosto e «la posizione unitaria tra Regione, Provincia, azienda e sindacati a sostegno del progetto integrato Ccs Sulcis». È quanto emerso dall'incontro odierno, convocato nella sede della Regione Sardegna, per fare il punto della situazione sulla vertenza. L'assessore regionale dell'Industria, Alessandra Zedda, ha invitato le rappresentanze sindacali e i lavoratori a «non inasprire le azioni di protesta e nel contempo a mantenere attivi gli impianti».
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