lunedì 5 gennaio 2015
In due mesi l’Italia ha salvato il doppio delle persone rispetto alla missione Ue.
INTERVISTA Dario Fo: su migranti e dignità umana (Riccardo Maccioni) | L'ANALISI Le promesse mancate di check-point Ue (Nello Scavo)
COMMENTA E CONDIVIDI
Dopo due mesi di operazioni in mare "Triton" ha già il fiato corto. Dall’1 novembre a ieri i mezzi della missione navale europea coordinata dall’agenzia Frontex hanno tratto in salvo 5.265 su un totale di 16.234. Ma i fondi – 20 milioni per un anno – cominciano a scarseggiare in proporzione al numero di interventi che saranno richiesti fin dalle prossime ore e che all’Italia costavano quasi 10 milioni al mese.Il grosso del lavoro lo avevano svolto le autorità della Penisola, che con i mezzi di Marina, Guardia Costiera e Guardia di Finanza hanno soccorso più di 11 mila persone in poco più di otto settimane. Ma se si tiene conto che su sei natanti di Triton tre sono stati messi a disposizione dal nostro Paese (altri due da Malta e uno dall’Islanda), se ne ricava che la quasi totalità degli interventi si deve ancora una volta alle motovedette che battono bandiera tricolore, con buona pace di quanti si illudevano che con "Triton" vi sarebbe stato un ruolo di maggiore responsabilità dell’Europa.Il dispositivo Ue è già un flop. Lo dicono i numeri dei primi due mesi di attività: 16.234 migranti, 124 sbarchi, 62 arresti. E nessun calo nel flusso migratorio irregolare. Con i trafficanti che hanno rapidamente mutato strategia per moltiplicare gli affari aggirando le norme che avrebbero dovuto scoraggiare gli scafisti. Ora che anche la Marina militare italiana è stata costretta da «ordini superiori» a rientrare in porto, i mezzi coordinati dall’agenzia europea Frontex pattuglieranno pressoché in solitudine un’area assai ridotta del Mediterraneo, intervenendo entro le 30 miglia dalla costa, salvo interventi urgenti (da verificare prima con l’ausilio aereo, peraltro assai ridotto visti i tre velivoli in dotazione) entro le 110 miglia.Le statistiche su queste fasce di pattugliamento rivelano di come l’arretramento dei soccorsi non solo mette a maggior rischio le vite dei migranti, ma fa il gioco dei trafficanti. Su un totale di 62 arresti, 37 sono stati operati dai mezzi esterni all’area Triton (dunque dall’Italia), mentre la missione europea ha assicurato alla giustizia 25 persone, di cui solo 5 nella fascia ridotta di 30 miglia. In altre parole, se non fosse stata operativa fino all’1 gennaio la prosecuzione di "Mare Nostrum" e se le motovedette avessero pattugliato esclusivamente entro 30 miglia, 57 scafisti l’avrebbero fatta franca, senza riuscire a ridurre in alcun modo il numero degli sbarchi.A peggiorare le cose, l’addio della Marina che dall’1 gennaio ha lasciato il campo, come richiesto dal governo in ossequio ai diktat europei, e il lavoro di Frontex si farà più difficile. «I trafficanti stanno trovando nuove strade e stanno impiegando nuovi metodi per sfruttare i disperati che cercano di scappare da guerre e conflitti». Ad affermarlo è anche il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che in una dichiarazione diffusa a Bruxelles sottolinea come la lotta ai boss delle vite a perdere sarà «una massima priorità». Il commissario greco ha anche voluto lodare l’operato della Guardia Costiera italiana e di Frontex che, nell’ambito dell’operazione congiunta Triton, «hanno salvato centinaia di migranti in pericolo».«La Presidenza italiana ha fatto in modo che l’Europa si prendesse le proprie responsabilità – ha detto il ministro dell’interno Angelino Alfano –. Le dichiarazioni del commissario confermano questo impegno». Anche dall’Onu è arrivato un nuovo grazie all’Italia, sebbene con toni meno trionfalistici di quanto non facciano i leader europei. L’allarme per i cargo carichi di migranti alla deriva nel Mediterraneo è una «nuova, spaventosa tendenza nel traffico umano di migranti» e «l’ultimo, cinico capitolo della tragedia dell’immigrazione illegale in mare». Lo hanno dichiarato il vice-segretario generale Jan Elliasson, l’alto commissario Onu per i profughi Antonio Guterres, il rappresentante speciale per le migrazioni Peter Sutherland e il direttore generale dell’Oim(Organizzazione internazionale per le migrazioni) William Swing. Nel 2014 sono stati tremila i morti, contro i 700 dell’anno precedente. Ma a sorvegliare sulle rotte sono rimaste solo sei navi. Per i trafficanti non è una cattiva notizia.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: