sabato 25 agosto 2012
​Il bilancio dei primi sette mesi di attività della Guardia di Finanza: sottratto al giro d'affari dell'economia criminale merce per un valore di oltre 2 milioni di euro al giorno.
Dagli orologi ai detersivi, mercato del falso senza confini
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​Cinquantatre milioni di prodotti contraffatti sequestrati, 6.000 responsabili denunciati, 94 arrestati perché affiliati a organizzazioni criminali dedite al falso, il 41% dei quali italiani. Sono i numeri della lotta alla contraffazione della Guardia di Finanza nei primi 7 mesi del 2012. Sottratto al giro d'affari dell'economia criminale un valore quantificabile in oltre 2 milioni di euro al giorno. Con le oltre 7.300 operazioni di controllo del territorio e indagini anticontraffazione effettuate dalle fiamme gialle - in media 35 al giorno - sono stati tolti dal mercato 28 milioni di "tarocchi", 22 milioni di prodotti pericolosi e 3 milioni di falsi "Made in Italy". Oltre il 90% dei sequestri è stato operato sul territorio, fuori dai punti di approdo delle merci, quali porti e aeroporti. Più in dettaglio sono stati sequestrati 15 milioni di capi eaccessori di abbigliamento, 18,5 milioni di giocattoli, 15,5 milioni di beni di consumo e 4 milioni di prodotti elettronici. Non più, quindi, solo capi firmati e articoli di pregio, ma anche articoli per la casa e per la scuola, cosmetici, farmaci, detersivi, sigarette, profumi, parti meccaniche, fino ad arrivare ai profilattici. Tutti prodotti destinati aiconsumatori italiani, totalmente ignari della loro scarsa qualità e inconsapevoli della intrinseca pericolosità di questi articoli non conformi agli standard comunitari di sicurezza.La sicurezza è uno degli aspetti del fenomeno illecito che preoccupa maggiormente. Unico obiettivo dei trafficanti di falsi - sottolinea la Gdf - è massimizzare il profitto illecito: nessuna attenzione alla qualità, alla salute e all'incolumità di chi utilizzerà i loro prodotti.Il business del falso è lucrosissimo, ma solo per i trafficanti. Enormi gli squilibri che il fenomeno porta con sé e che danneggiano il mercato, l'economia nel suo complesso, la collettività e gli operatori onesti, minando le regole della concorrenza: evasione fiscale e contributiva, riciclaggio, sfruttamento dell'immigrazione clandestina e del "lavoro nero" che, in alcuni casi, è a limite della schiavitù.

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