L'Aula della Camera ha approvato la proposta del Pdl di fare slittare a martedì prossimo l'esame del testo sul processo breve. La proposta e' passata pressochè all'unanimità. Il Pd con il capogruppo Dario Franceschini era d'accordo con la proposta di rinvio del Pdl alla prossima settimana. ''Vi arrendete incondizionatamente, e sarebbe il caso di smetterla. Un Paese in cui si trova l'Italia ha diritto di avere un governo che governi e non che pensi solo ai problemi personali del proprio capo''. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha quindi lanciato un ''auspicio'' al ministro della Giustizia: ''Operi perchè questo provvedimento torni alla sua normalità. Lui capisce bene a che cosa mi riferisco''. Anche oggi e' stata bagarre alla Camera dopo che l'Aula ha respinto a parità di voti il processo verbale della seduta di ieri e scoppia la bagarre. Tanti ministri sono arrivati di corsa per votare ma i loro voti non sono bastati.Quando Fini aveva aperto la votazione, ai banchi del governo con qualche sottosegretario c'erano solo i ministri Vito e Brunetta. La votazione resta aperta a lungo per permettere a tutti di votare; a un certo punto, di corsa, entrano in Aula i ministri Fitto, Gelmini, Romano, Romani, Meloni, Alfano e Prestigiacomo. All'opposizione che protesta per la lunghezza dell'apertura della votazione Fini obietta che "tutti i presenti in aula hanno diritto di votare". Alla fine la votazione viene chiusa e il pari determina la bocciatura del verbale. Qui scoppia la bagarre. I ministri Prestigiacomo, Alfano e Brambilla si girano verso il presidente Fini con in mano le schede di votazione mentre dai banchi della sinistra gridano "Buffoni, buffoni". Dai banchi del Pdl parte un lancio di oggetti, vola un voluminoso fascicolo di emendamenti che non colpisce nessuno. Fini cerca di calmare i ministri, ma è inutile. Alfano lancia in aria la sua scheda, e Fini sospende la seduta. Dai banchi del Pdl gli gridano "Dimissioni, dimissioni", e mentre lascia l'Aula un deputato del Pdl gli tira un giornale che colpisce in pieno il presidente della Camera che punta con il dito il parlamentare. "Doveva stare zitto. Così si fa il gioco delle opposizioni. Un episodio così sarebbe meglio non ci fosse stato perché non bisogna perdere tempo ma accelerare". Così
il ministro Umberto Bossi critica l'atteggiamento di ieri del ministro Ignazio La Russa. La votazione del resoconto stenografico di ieri letta in apertura di seduta ha dato il via alle polemiche. L'opposizione ha chiesto che fosse riscritto, affermando che quello presentato non ricostruiva fedelmente quanto avvenuto ieri in aula. Per garantire i numeri necessari all'approvazione alcuni ministri sono stati informati della necessità della loro presenza in aula (sono deputati, oltre che ministri, infatti, Ignazio La Russa, Michela Brambilla, Renato Brunetta, Giorgia Meloni, Giulio Tremonti, Elio Vito, Mariastella Gelmini, Raffaele Fitto, Stefania Prestigiacomo, Angelino Alfano e Gianfranco Rotondi, oltre che lo stesso premier Silvio Berlusconi). Così hanno abbandonato la riunione dell'esecutivo, che é stata temporaneamente sospesa per consentire ai membri dell'esecutivo di recarsi a votare. La corsa dei ministri non é servita a molto, il processo messo ai voti è stato bocciato, con una assoluta parità fra favorevoli e contrari, e in aula è scoppiata nuovamente la bagarre che ha costretto il presidente della Camera Gianfranco Fini, a sospendere la seduta e a chiedere ai segretari d'Aula di riscrivere il processo verbale della seduta di ieri. In seguito l'Aula di Montecitorio è stata chiamata a rivotare il processo verbale con le modifiche richieste dall'opposizione e il resoconto è stato finalemnte approvato.