martedì 28 gennaio 2020
Ancora polemiche sulla riforma del guardasigilli Bonafede. Il Pd media, ma i renziani sono pronti a votare contro in aula e poi a sostenere il ddl del forzista. Manifestazione in piazza dei penalisti
la manifestazione degli avvocati penalisti a sostegno del ddl Costa che vuole abrogare la riforma Bonafede sulla prescrizione

la manifestazione degli avvocati penalisti a sostegno del ddl Costa che vuole abrogare la riforma Bonafede sulla prescrizione - ANSA

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Ricominciare da Costa (o dintorni). La maggioranza ha superato senza scossoni, anche grazie a un rinvio, un’altra difficile giornata sul tema della giustizia. L’aula della Camera in serata ha approvato - con 72 voti di differenza tra maggioranza e opposizione - la richiesta di Leu di far tornare in commissione Giustizia il progetto di Enrico Costa, deputato di Forza Italia, che punta a ripristinare la prescrizione allo stato pre-riforma dei 5 stelle.

Il rischio di uno strappo dei renziani non si è materializzato, ma comunque Italia Viva non ha partecipato al voto. Un segnale, il rinvio (che ha così impedito il ricorso a voti segreti sulla proposta forzista), che può esser letto anche come una disponibilità del M5s a non escludere qualche ripensamento sulla riforma Bonafede (in vigore dal 1° gennaio), che congela lo scorrere dei tempi della prescrizione dopo la sentenza di 1° grado.

Il testo del Guardasigilli - com’è noto - nella maggioranza non piace affatto ai garantisti di Italia Viva, ma solleva molti dubbi anche tra i parlamentari nel Pd. Un’eventuale "controriforma" avrebbe l’appoggio compatto in aula di Forza Italia, provocando però una spaccatura insanabile. Tanto da mettere a rischio la stessa tenuta dell’esecutivo. Il ritorno in commissione riapre uno spiraglio di dialogo nella maggioranza, ma la strada per arrivare a sintesi è ancora lunga. È solo una tregua a termine, infatti. Iv spiega di aver aperto alla «richiesta della maggioranza di qualche giorno per una mediazione».

E Lucia Annibali, parlando in aula a nome dei renziani, ha dato agli alleati «7-10 giorni» per una soluzione. La prossima settimana si dovrà infatti votare un emendamento che la stessa Annibali ha presentato al decreto "Milleproroghe" e che Matteo Renzi indica come la possibile via di uscita: sospendere per un anno gli effetti della "riforma Bonafede" già in vigore.

«Invece del "lodo Conte" o "lodo Bonafede", si voti il "lodo Annibali"», ha detto Renzi. «Siamo disponibili al confronto nella maggioranza - ha aggiunto la Annibali - e apprezziamo l’apertura manifestata da Bonafede. Useremo questo tempo per capire se si sta pensando a fare un lavoro serio per varare modifiche condivisibili».

Contro la riforma di Bonafede in piazza Montecitorio hanno manifestato stamani gli avvocati guidati dal presidente dell’Unione Camere penali Gian Domenico Caiazza. Alfonso Bonafede ha ammesso le difficoltà: «Sulla prescrizione ci sono divergenze nella maggioranza e su quelle ci stiamo confrontando», ha detto, in un «confronto serrato e leale».

Al voto di Camera e Senato ieri c’era anche la relazione del Guardasigilli sulle linee-guida del suo ministero: Iv minacciava di votare contro il ministro se avesse difeso la sua riforma della prescrizione, ma Bonafede ha fatto solo un accenno alle «differenze» da affrontare e il testo è passato.

Nemmeno nel Pd la riforma suscita entusiasmi. Anzi. «Ci sono tanti contrari al testo di Bonafede - ha detto Vincenza Bruno Bossio -, ma non so se verranno allo scoperto. Temono cada il governo, ma non c’entra. Bonafede non ne fa una questione di contenuti, ma di bandiera. Il Pd non può stare però sotto la bandiera di Bonafede». Il ritorno in commissione del pdl Costa non piace però ai forzisti: «La maggioranza non è neanche capace di votare contro la nostra proposta. Gettano la palla in tribuna».


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