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Giorgia Meloni a tutto campo alla Camera, al premier time. Una sorta di one woman show, da Gaza al nuovo patto di stabilità, dalle privatizzazioni al comparto auto con un duro botta e risposta anche con i leader delle opposizioni, con Giuseppe Conte su conti e fondi europei, e con Elly Schlein soprattutto sui tagli alla sanità.
Annuncia anche, sugli anziani il decreto legislativo arriverà domani al Cdm per l'approvazione. «In una società nella quale la cultura dello scarto rischia sempre di avere il sopravvento, si corre il rischio di danneggiare «quella che invece è una indiscutibile ricchezza». Stanzierà risorse «per garantire all'anziano una vita serene a dignitosa», spiega Meloni precisando che le risorse ammonteranno a oltre un miliardo di euro. «Dall'inizio del mandato abbiamo lavorato per portare a termine una riforma strutturale delle politiche per la terza età che è un obiettivo del Pnrr. Abbiamo approvato in Cdm il patto per la terza età, un disegno di legge delega licenziato dal Parlamento. Il Pnrr prevede che il decreto attuativo venga esaminato entro il primo trimestre di quest'anno», ricorda
Su Gaza, «L'Italia – ricorda - ha sempre ribadito che il popolo palestinese ha diritto a uno Stato indipendente e sicuro: è una posizione che questo governo ha ribadito perché è una soluzione giusta e necessaria. Una soluzione sì nell'interesse dei palestinesi, ma a nostro avviso anche nell'interesse di Israele. Ed è la ragione per la quale posso dire che non condivido la posizione recentemente espressa dal primo ministro israeliano sulla materia», chiarisce, rispondendo all’interrogazione di Nicola Fratoianni (Avs) sulle tensioni in Medio oriente. «Siamo stati i primi ad inviare aiuti a Gaza. Approfitto per annunciarvi che stiamo lavorando per portare minori palestinesi in Italia per essere curati nei nostri ospedali», annuncia la presidente del Consiglio «un po' colpita dal fatto che nel testo dell'interrogazione si sia omesso di citare gli eventi che hanno scatenato la crisi in Medio Oriente, ovvero il feroce attacco di Hamas. Dobbiamo lavorare - aggiunge - per promuovere una tregua, lavorare al rilascio degli ostaggi, rafforzare l'autorevolezza dell'Autorità nazionale palestinese, che è l'unico interlocutore possibile, coinvolgere gli organismi multilaterali a partire dall'Ue sull'ipotesi di gestione transitoria della Striscia di Gaza e su una seria road map per arrivare alla soluzione che condividiamo». Chiede però che «non ci siano più ambiguità sul rifiuto al riconoscimento del diritto all'esistenza di Israele».
I primi pagamenti dell'assegno di inclusione, annuncia poi, «per coloro che hanno superato i controlli - perché, in questo caso, a differenza del reddito di cittadinanza i controlli li facciamo prima e non dopo - partiranno venerdì 26 gennaio. E l'importo medio stimato è di 635 euro al mese, cioè una cifra superiore all'importo medio erogato con il reddito di cittadinanza. Abbiamo dimostrato che dividendo le platee ne avrebbero beneficiato soprattutto coloro che versavano in condizioni peggiori», spiega rispondendo a un'interrogazione in materia di lavoro. Con il superamento del reddito di cittadinanza, rivendica, «il governo ha deciso di superare una misura sbagliata e ha introdotto due misure sostitutive per i percettori, una destinata a chi era in condizione di lavorare e un'altra a chi non era in condizione di farlo. Perché abbiamo sempre considerato un errore mettere sullo stesso piano queste due realtà».
A scatenare l'aspro botta e risposta con il leader M5s è l'interrogazione del Movimento Cinque Stelle sulle nuove regole del patto di stabilità. «Quando ti presenti al tavolo delle trattative con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e terze case e chiedi maggiore flessibilità è possibile che qualcuno ti guardi con diffidenza - attacca la premier - E se noi, nonostante l'eredita pessima abbiamo portato a casa un buon compromesso è perché in un anno abbiamo mostrato che la stagione dei soldi gettati al vento per pagare le campagne elettorali è finita», attacca Meloni. Il nuovo patto di stabilità, supera le vecchie regole, «anche per merito dell'Italia che è riuscita a impedire il ritorno a regole precedenti improntate a una austerità cieca, che alcuni auspicavano in questa trattativa».
Rivendica inoltre che l’Italia è stata «la prima nazione a vietare la produzione di cibo sintetico e ora la maggioranza dei paesi europei appoggia la nostra posizione e dice come noi che la carne coltivata può essere una minaccia»
La premier sottolinea il grande risultato ottenuto «per uno stato membro con un debito come il nostro», l’esser riusciti a «liberare circa 35 miliardi».
Durissimo Conte : «Lei ha illuso gli italiani dicendo che sarebbe andata a Bruxelles e che avrebbe fatto tremare l'Europa. Qui a tremare è l'Italia. È tornata con un “pacco” di Stabilità che farà pagare agli italiani 12 miliardi l'anno. Cosa ha fatto a Bruxelles in 16 mesi, non ci ha mai detto quale sarà la sua proposta. Le battaglie si possono perdere, ma perderle senza combattere significa perderle con disonore. Gli italiani hanno bisogno di leader che portino la pace», aggiunge poi. «Tiri fuori una proposta per la pace a Gaza, in Ucraina. Noi abbiamo portato all'Italia i soldi del Pnrr, lei ha portato meno 12 miliardi che sono tagli alla sanità, tagli alle pensioni. Lei è ossessionata dall'ecobonus, ma la più grande truffa del secolo, è il programma farlocco presentato agli elettori. Patriota come è cede poste e ferrovie lei è Re Mida al contrario – l’attacco finale di Conte -, quello che tocca distrugge, faccia anche meno, pu darsi faccia meno danni».
Ma sulle privatizzazioni, spiega Meloni, noi vogliamo solo «ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e affermarla negli asset strategici. Un approccio che non si avvicina neanche lontanamente a quelli del passato, che erano regali a qualche fortunato e bene inserito imprenditore, come si fece con gli oligarchi russi dopo l'Unione sovietica...».
Ma ecco Schlein: «Non racconti la solita balla del più grande investimento della storia, sono i vostri numeri a smentirlo», attacca in aula la segretaria del Pd. «Non esiste nessuna destra sociale, questa è una destra letale sul diritto alla salute. E sulla sanità lei è la regina dei tagli. Ieri avete dato il colpo di grazia con l'autonomia che spacca il Paese in pazienti di serie A e di di serie B. Mancano almeno 30mila medici, 70mila infermieri, mentre 21mila medici sono già fuggiti all'estero. Gli eroi della pandemia sono stati già dimenticati da questo governo. L'unico modo di abbattere le liste d'attesa è di abbattere il tetto alle assunzioni. Non risponda che potevamo farlo noi, io al governo non ci sono stata ancora e lei governa da 16 mesi», conclude Schlein. Sulla sanità, è la replica di Meloni «ci troviamo a fare i conti con una situazione che si è stratificata negli ultimi 14 anni e considero una implicita attestazione di stima il fatto che oggi chiediate a noi di risolvere tutti i problemi che voi non avete risolto nei 10 anni in cui siete stati al governo. Grazie per fidarvi di noi e grazie per fidarvi di questo governo», ironizza Meloni. «Per noi il diritto alla salute dei cittadini è una priorità assoluta» e in questo senso vanno i 2,4 miliardi di euro per il rinnovo del contratto dei sanitari «l'obiettivo di abbattere le liste d'attesa e salvaguardare il lavoro».
Sul «devastante» fenomeno dei medici gettonisti, infine «stiamo lavorando: il ministro Schillaci ha mandato i Nas nelle strutture sanitarie riscontrando delle irregolarità incredibili. un fenomeno odioso su cui siamo intervenuti con decreto, e puntiamo ad azzerare il problema».
Poi Stellantis e il comparto auto. «Il governo vuole difendere l'interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato, con Stellanti,s per difendere la produzione e i livelli occupazionali in Italia». Meloni critica lo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall'Italia e la fusione «che celava un'acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel cda di Fca siede un membro del governo francese, non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono maggiormente in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane».
Poi affronta il tema del superamento del reddito di cittadinanza. Si sofferma sull'assegno di inclusione attivo dal 1 gennaio 2024: «Su una platea di 737mila nuclei sono 600 mila quelli che hanno presentato una domanda, i controlli partiranno il 26 gennaio, l'importo medio è di 635 euro al mese», spiega rispondendo a una domanda di Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Per-Renew Europe, che si soffermava su Stellantis. «Vogliamo tornare a produrre un milione di veicoli l'anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana». Per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l'indotto dell'automotive «è stato sottoscritto un protocollo d'Intesa tra il Mimit e l'associazione della filiera dell'automotive, istituito un tavolo permanente di sviluppo del settore e previsto incentivi come l'ecobonus per sostenere la domanda e misure di sostegno per attrarre nuovi investitori e costruttori. Abbiamo modificato le norme da un parte incentivando chi torna a produrre in Italia e dall'altro scoraggiando chi delocalizza che – avverte - dovrà in questo caso restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi 10 anni».
Poi sul Mezzogiorno, sottolinea i dati che a fine 2022, fotografavano «una situazione intollerabile in forza della quale su 126,6 miliardi disponibili ne risultavano spesi 43. Vuol dire che decine di miliardi che si potevano mettere sul Mezzogiorno per combattere le disparità non si erano spesi. Allora noi abbiamo messo mano a questo problema, abbiamo verificato opera per opera lo stato di attuazione della programmazione 2014-2020, abbiamo definito le priorià e abbiamo approvato il decreto Sud per concentrare le risorse su progetti strategici e abbiamo attivato anche la zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, misura – rivendica - che nessun governo era riuscito a ottenere».
Infine il comparto agricoltura, con risorse «aumentate sensibilmente», ricorda «i 500 milioni per il rinnovo delle attrezzature agricole, la modifica del Pnrr che ci ha consentito di portare le risorse da 5 a 8 miliardi di euro, concentrandoci sulle filiere e sull'autonomia energetica
Infine il tema contestato da Ricardo Magi (+E) sul risarcimento ai familiari delle vittime delle stragi naziste. «Nessun intento dilatorio o ostruzionistico», assicura, ma solo «un lavoro necessario, usiamo risorse dei cittadini, nel modo più corretto possibile».