mercoledì 29 gennaio 2020
La Diocesi aveva annunciato la soppressione dell'associazione di fedeli, che era sotto processo al Tribunale ecclesiastico. Il vescovo Nerbini: il nostro primo interesse è la ricerca della verità
La conferenza stampa del vescovo Nerbini

La conferenza stampa del vescovo Nerbini - Ufficio stampa diocesi di Prato

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Nove avvisi di garanzia sono stati emessi dalla Procura della Repubblica nei confronti di altrettanti membri – sacerdoti e non - dell’ex Associazione pubblica di fedeli «Discepoli dell’Annunciazione», che aveva la sua sede principale in Diocesi di Prato. L’ipotesi di reato è quella di violenza sessuale di gruppo su minore. Le presunte vittime sono due giovani, attualmente di 21 e 27 anni, di cui uno minore di 14 all’epoca dei fatti.

Prima della Procura si era mosso il Tribunale ecclesiastico diocesano: nel giugno scorso, infatti, all'allora vescovo di Prato Franco Agostinelli era stata presentata una denuncia da parte di un giovane – nel procedimento in questione risulta una sola presunta vittima - il quale raccontava che diversi anni prima aveva subìto abusi sessuali e psicologici all’interno della comunità in questione. Della notizia il Vescovo aveva dato immediatamente comunicazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale nel settembre scorso aveva disposto la celebrazione di un processo amministrativo penale. A dicembre, senza attenderne la conclusione, il nuovo Vescovo Giovanni Nerbini si era recato di propria spontanea iniziativa presso la Procura della Repubblica, offrendo piena collaborazione, ribadita oggi insieme alla «piena fiducia nella Magistratura».

Poco dopo aver diramato un comunicato, la Diocesi pratese ha convocato questa mattina in palazzo vescovile una conferenza stampa, a cui è intervenuto lo stesso Nerbini. «Le ipotesi di reato sono gravissime – ha affermato - e addolorano l’intera comunità diocesana pratese. Non nascondo il mio dolore e la mia viva preoccupazione e vorrei sperare che gli addebiti mossi non risultino veri, ma voglio chiaramente dire – ha proseguito il Vescovo - che il primo interesse che la Chiesa di Prato ha è quello della ricerca della verità. Per questo auspico che la Magistratura, nell’interesse di tutti, possa portare quanto prima a termine le indagini». Fin da subito mons. Nerbini aveva accolto e ascoltato il denunciante.

Solo poche settimane fa la Diocesi aveva dato notizia della soppressione, voluta dalla Santa Sede, dell’associazione di fedeli «Discepoli dell’Annunciazione»: questo provvedimento, assunto dalla Congregazione vaticana per la vita religiosa prima e indipendentemente dell’avvio del procedimento penale canonico e delle indagini da parte della Procura pratese, era basato su gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti.

Gli indagati avevano già da tempo lasciato la Diocesi pratese e, sospendendo ogni attività pastorale, si sono ritirati in una delle loro case nell’Appennino tosco-emiliano.

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